Raid notturni in due scuole di Gioia Tauro Ignoti si sono introdotti all’interno dei plessi "Don Milani" e "Severi" con l’intento di scassinare le gettoniere dei distributori automatici di bibite e snack
di Domenico Latino
GIOIA TAURO – Spregevoli raid notturni, ieri, in due scuole del capoluogo pianigiano: la primaria Don Milani di via Veneto, a ridosso del quartiere Marina e l’Istituto Tecnico “Severi” nel rione Monacelli. Ignoti, non è ancora chiaro se sia stata la stessa mano ad agire in momenti differenti o se si sia trattato di un’azione coordinata, si sono introdotti all’interno dei plessi con l’intento di scassinare le gettoniere dei distributori automatici di bibite e snack.
(Distributori saccheggiati al “Severi”)
Alle elementari, i malviventi sono entrati dal retro forzando una porta finestra in alluminio, riparata da una rientranza dei muri perimetrali, e con l’ausilio di un “piede di porco” hanno forzato l’unica macchinetta presente, posta nell’androne d’ingresso, portando via l’esiguo incasso ma arrecando un danno che la ditta quantifica in circa 1500 euro. Sul posto, dove si sono immediatamente precipitati anche il dirigente Vincenzo La Valva; il sindaco Pedà e gli assessori Cutrì e Toscano, sono intervenuti gli agenti del locale Commissariato.
(Gelardi, Raffa, Pedà e Ranieri)
Diversa la situazione al “Severi”, in questi giorni al centro del dibattito per la problematica legata alla carenza di aule rispetto al “boom” di iscrizioni registrato negli ultimi anni. Proprio martedì scorso era stato convocato un apposito Consiglio comunale aperto per discutere sui tempi e le modalità di risoluzione di un’emergenza diventata cronica e insostenibile. Parliamo di 1200 studenti, per metà provenienti da fuori, in parte dislocati in due sedi periferiche, alle prese con i limiti del trasporto pubblico locale, con i laboratori – essenziali in un polo tecnico che offre ben 5 offerte formative differenti con dieci articolazioni – dismessi e adibiti ad aule, con altre classi sistemate negli stanzini del personale ausiliario. Era stata individuata una soluzione tampone, insieme alla Provincia e l’Amministrazione comunale ma, proprio nel corso del Civico consesso, l’opzione di locare un altro immobile in via Trento è svanita perché la ditta che si era aggiudicata l’appalto ha fatto inspiegabilmente un passo indietro. Il blitz di ieri notte, in un momento così, ha dunque fatto male più che una rasoiata al volto. Qui, a differenza della Don Milani, non si è ancora capito da dove siano entrati i protagonisti di quella che possiamo definire una sorta di “arancia meccanica” gioiese. Fatto sta che la banda, non proprio inquadrabile come ladri di merendine, ha fatto non soltanto razzia di tutti i distributori dislocati nelle varie “ale” della struttura ma si è spinta oltre. Sono stati infatti portati via una ventina di computer portatili appena acquistati e custoditi all’interno di particolari armadietti mobili. “La scuola, nonostante le difficoltà quasi ingestibili si sta attrezzando per garantire comunque l’offerta formativa – ha spiegato il preside Gelardi – e aveva pensato all’acquisto di laboratori mobili per sopperire momentaneamente con l’ausilio di questi strumenti alle lezioni laboratoriali”. Probabile che i saccheggiatori non sapessero della presenza dei nuovi PC ma che vi si siano imbattuti approfittandone. Ad ogni modo, chi si è introdotto all’interno della scuola sapeva invece benissimo che l’edificio era dotato anche all’interno di sofisticate telecamere a infrarossi, che sono state divelte e nascoste dietro i pannelli del controsoffitto. Sono comunque al vaglio degli inquirenti le immagini del sistema di videosorveglianza anche se, a quanto sembra, chi ha agito lo ha fatto in stile “Diabolik”, con “calzamaglia” e volto coperto. Le indagini sono condotte dai Carabinieri della Compagnia di Gioia diretta dal capitano Gabriele Lombardo; i militari dell’Arma hanno provveduto a fare tutti i rilievi del caso. I danni sembrano ingenti, anche se da calcolare ancora con precisione.
L’orgoglio del “Severi” che non si piega
Surreale la situazione per un Istituto che sotto l’attuale dirigenza è finalmente riuscito ad affrancarsi dalle indecorose etichette del passato quale simbolo di dispersione, degrado e incuria salendo alla ribalta delle cronache nazionali come polo d’eccellenza – soprattutto per il successo nell’alternanza scuola-lavoro –, importante avamposto educativo e di legalità. Il “Severi” oggi però soffre e rivendica attenzione ma sprizza orgoglio e dignità da ognuna di quelle classi che abbiamo visitato. Il preside Pino Gelardi, prossimo cittadino onorario per meriti, è visibilmente avvilito. Dà sfogo alle proprie emozioni accompagnandoci in un tour guidato dell’edificio. Non ci si crede ma, in un giorno così movimentato, mentre all’ingresso si registra un via vai di Carabinieri, operai e amministratori, per i corridoi non si sente volare una mosca. I ragazzi stanno svolgendo regolarmente lezione; in alcune aule si fa compito in classe. Gelardi ci mostra i laboratori dismessi; i pochi ancora operativi, tra camici bianchi, alambicchi e provette; entriamo a stento nelle aule stipate, allestite nelle stanze dei bidelli. Gli armadietti stile collage americani, le pareti imbiancate con differenti colori, forse secondo gli indirizzi, i bagni e le vetrate delle finestre e i pavimenti lindi. Visitiamo molte prime classi, 17 in tutto quest’anno: non un rumore, non una carta per terra, le scritte sui banchi o sulle pareti sono solo un lontano ricordo. Impensabile fino a qualche anno addietro, quando le criticità erano ben altre. Gli studenti di Gioia per ogni classe, anche in quelle superiori, forse non arrivano in media neanche al 50%. Gli altri vengono da fuori: San Ferdinando, Rosarno, Rizziconi, San Martino, Seminara, addirittura Palmi o Bagnara (città che offrono uguale offerta scolastica). Anche dalla fascia preaspromontana come Scido, Delianuova, Sinopoli, e poi ancora da Limbadi, Joppolo, perfino Gioiosa e Roccella. Sono qui per frequentare gli indirizzi nautico, chimico, informatico, biotecnologico, elettronico. Come mai hai scelto di fare tanti km per studiare, chiediamo al ragazzo che viene dalla costa Jonica: “per i laboratori – risponde – e per l’alternanza scuola-lavoro”. Poi scendiamo nei sotterranei dove sono custoditi i vari reagenti e altri materiali. Spesso si allagano, le pareti sono state tinteggiate più volte tranne uno ritaglio preciso che il preside ha voluto lasciare così, con i vari strati segnati dall’acqua, a futura memoria. Infine, la sala fitness in costruzione per i docenti e il teatro, anche questo dismesso per recuperare spazi. Gelardi ci fa quindi accomodare nel suo ufficio: sulla scrivania spicca un articolo di una rivista nazionale che parla del “Severi” come modello da seguire. Ma ora, “c’è un problema grande come una scuola” che nasce da lontano per mancanza di lungimiranza e programmazione. Da parte delle Istituzioni.
Le reazioni
Sentimenti di condanna da parte del presidente della Provincia Giuseppe Raffa e del sindaco Giuseppe Pedà per quanto accaduto ieri al “Severi” e alla primaria “Don Milani”. I due si sono soffermati a lungo con il preside Gelardi e, prima ancora, di buon mattino, Pedà con l’altro dirigente La Valva. “È un gesto di assoluta inciviltà – ha dichiarato Raffa – che, peraltro, rischia di bloccare un percorso straordinario che la scuola stava facendo con tutte le difficoltà ma anche con la proficua sinergia che si è creata e che sta andando avanti insieme alla Provincia e al Comune di Gioia. A questo punto, la solidarietà non basta: servono atti forse più concreti. Serve una presa di coscienza anche dell’intera comunità rispetto a questo episodio. Condanniamo in modo forte e deciso questi episodi che sono deplorevoli e lo diventano ancor di più nel momento in cui si tocca una scuola e il futuro dei nostri giovani. Non ci siano commenti da fare – ha concluso – c’è solamente da prendere coscienza e rispondere con altrettanta fermezza”. Novità sul nuovo bando un’ulteriore sede: “è già stato predisposto ieri, come promesso. Riteniamo che a brevissimo avremo le aule che servono. L’attenzione c’è sempre stata ed è tutt’ora massima”. Gli fa eco Pedà: “siamo davvero amareggiati nell’apprendere la consumazione di atti deplorevoli che impone una risposta risoluta. Il nostro augurio è che i responsabili vengano presto consegnati alla giustizia, anche alla luce del fatto che vengono indegnamente colpite una scuola simbolo di crescita culturale e caposaldo della formazione dei nostri ragazzi come il “Severi” e una scuola elementare, la “Don Milani”, dove i nostri bambini iniziano a formarsi culturalmente e civicamente. Ringrazio le forze dell’Ordine prontamente intervenute. Le provocazioni di pochi non fermeranno un cambiamento già in atto. Ai dirigenti scolastici, al personale docente e non e soprattutto ai ragazzi dico andate avanti con coraggio , la città è con voi”. Infine, Gelardi: “sono veramente rattristato per quanto è successo: non pensavo si potesse arrivare a tanto. In mezzo alle molteplici difficoltà che abbiamo avuto dall’inizio dell’anno scolastico – mancanza di aule e di laboratori – anche se gli alunni ancora rispondono bene, questo è un atto che taglia le gambe alla scuola e alla crescita del territorio. Noi continueremo con più forza e caparbietà a fare il nostro lavoro sperando che le cose al più presto possano cambiare e migliorare, mi auguro in maniera definitiva”.