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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 13 GENNAIO 2025

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Chi salverà il soldato Fabio Scionti? “A testa alta” sì, ma è necessario andare avanti

Chi salverà il soldato Fabio Scionti? “A testa alta” sì, ma è necessario andare avanti
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«Se vuoi cambiare il tuo destino, cambia il tuo atteggiamento», ecco cosa ci sentiamo di dire al sindaco Fabio Scionti. E, premessa d’obbligo e per onestà morale, si spera che Scionti rimanga sindaco, non solo per questa consiliatura ma anche per un’altra, oltre no, altrimenti emulerebbe precedenti non certo fieri per questa città. Però, così non può andare avanti ed i motivi sono diversi e molteplici, tra i quali i vari “Cavallo di Troia”, che non è una parolaccia né un insulto, ma rappresenta una figura leggendaria, sulla quale furono scritti miti e leggende e che venne usata come “inganno” dai greci per espugnare appunto la città di Troia. Ossia quei personaggi che, pur essendo nella sua stessa maggioranza o eletti tra le fila della sua gioiosa (e vulnerabilmente ballerina) coalizione. Effettuando così un harakiri (che non è un nuovo gioco enigmistico come il sudoku), implosivo.

Scionti parla di “testa alta”, ma è stata quella testa che è nata monca con la fuoriuscita di un’avventata pasionaria dal linguaggio e le espressioni “dolci e soavi” come la Versace. Poi arrivando ai giorni nostri, ecco altre due “Imprese” (al massacro) come Lazzaro e Morabito che, e vivaddio, non sfiduciano il sindaco, ma escono dalla maggioranza però non è una sfiducia, è una fiducia “parzialmente scremata”. Voteranno secondo coscienza (?), ma non sfiduciano, però escono dalla maggioranza per la quale sono stati eletti, ma vogliono pure essere cambiati di posto in consiglio comunale (sic!).

Forse, ammettiamo il nostro mal pensiero, questo cambio di poltrone è dovuto al fatto che stanno seduti 14 vicino all’ingresso dell’aula consiliare ed hanno paura degli spifferi d’aria che arrivano dalla porta che sta proprio alle loro spalle. Una  strategia  salutista, insomma, gli “spifferi” portano malanni e confondono le idee!

Caro sindaco Scionti, “Colui che è coraggioso è libero” diceva Seneca, ed è questo che a lei manca, il coraggio di porre in essere la sua personalità, anzi far vedere e renderla palese. Lasci perdere il fatto che la gente la conosce o che lei se dovesse cadere camminerà a testa alta tra le strade della città, francamente non importa niente a nessuno. Mi creda. Quando lei non sarà più sindaco (e ci auguriamo il più tardi possibile), la gente si dimenticherà di lei così come hanno dimenticato personaggi ben più illustri, nulla togliendo sia a lei che al suo maglione a rombi.

A mio avviso non dovrebbe cadere alle provocazioni dell’opposizione, deve solo fare il sindaco e mettere con le spalle al muro la sua maggioranza, quella originaria formata anche da Lazzaro e Morabito, perché no? Lasci perdere la storia passata, quella è scritta da diverse delibere della Corte dei Conti, da Atti di indirizzo del Prefetto Luisa Latella (ex commissario) e di tanto, tanto altro. Guardi al futuro non si attacchi al passato, perché cadrebbe in un boomerang senza fine, visto che tra le sue fila ha un protagonista principale di quella stagione.

Essere “mestieranti della politica” non è una vergogna né un motivo di scherno, lo è diventato anche lei quando ha accettato di candidarsi a sindaco. Lei è stato eletto, bene. Ma non per la sua testa alta o perché la conoscono tutti! Non sia così ingenuo. È stato eletto anche sotto l’egida della politica formata dai partiti e da suoi “mestieranti”. Lo stesso metodo vale anche per l’elezione a consigliere metropolitano. Non certo perché è stato il medico ad ordinarle di candidarsi.

Non cada negli stereotipi (anche questa non è una parolaccia né un insulto), dei vari uomini che chiamano vagabondi altri perché loro sono migliori, in quanto vivono del proprio lavoro e prestati alla politica. Ma che andassero….a vivere del proprio lavoro e non facessero politica allora! Ma non lo faranno mai perché le ambizioni e lo strafare superano il buonsenso, perché le loro azioni sono inversamente proporzionali alle idee (e le parole) che esprimono.

Faccia un’azione forte, decisiva ed anche di rottura: perfino dimettersi! Così facendo costringerà ognuno a prendersi le proprie responsabilità davanti ai cittadini, che li hanno eletti. Non faccia solo una sua battaglia personale, avrà venti giorni di tempo, come stabilisce la legge per ravvedersi, e poi in caso negativo si andrà ad elezioni anticipate. Faccia un discorso serio e dica, ma lo faccia a voce alta, che questa città ha pagato l’ombra oscura di due scioglimenti consecutivi per infiltrazioni mafiose e ci sono stati circa quattro anni di commissariamento in sette anni. Siamo stati denigrati ovunque per queste estreme misure. In lei, lo scorso anno, c’è stata molta fiducia nella sua elezione.

La distribuisca questa fiducia (a tempo), tra la sua maggioranza, quella eletta insieme a lei che dovrà rispondere anche delle proprie azioni di questi ultimi mesi. Tiri le somme e poi a testa alta o meno, faccia quel che vorrà fare, ma lo faccia presto ed in fretta. Non c’è più tempo da perdere!

«Io prendo delle decisioni. Forse non sono perfette, ma è meglio prendere decisioni imperfette che essere alla continua ricerca di decisioni perfette che non si troveranno mai», segua questo consiglio di Charles De Gaulle e poi….beh la saluto con amorevole “rimpasto”!