Cosenza, Gabriel Garko conquista il Teatro Rendano Una folla di fan ad attendere il divo della tv
Tanti applausi e una folla di fan scatenate hanno accolto, ieri sera, al Teatro Rendano di Cosenza, il divo Gabriel Garko. Una delizosa commedia brillante “Odio Amleto”, secondo appuntamento della “Stagione Teatrale 2016/2017”.
Evento patrocinato dall’amministrazione comunale di Cosenza e organizzato da un gruppo di operatori del mondo dello spettacolo locale: Enzo Noce, Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano. Sul palco del Teatro A. Rendano 14 appuntamenti all’insegna del divertimento e del puro spettacolo. Prosa, commedie e tanta musica questi gli ingredienti del cartellone de “L’AltroTeatro”.
A venticinque anni di distanza dal debutto in lingua originale, il testo di Paul Rudnick, tradotta da Ilaria Staino e diretta da Alessandro Benvenuti, mantiene intatta la sua gradevolezza e la sua soprendente attualità. Uno spettacolo che riserva gustosi colpi di scena e gag a ripetizione. Una raffinata riflessione sul mondo del teatro e dello showbusiness. Merito della storica “Ditta Pagliai-Gassman”, una coppia indissolubile del teatro italiano e una sicurezza quando sono in scena. Semplice ma efficace la storia. Rudnick tratteggia con ironia intelligente il confronto generazionale tra i nuovi artisti della tv commerciale e gli istrionici maestri del passato. Perseguire la pura arte teatrale o il dio danaro svendendosi alla tv spazzatura? E’ su questo atavico dubbio amletico che si dipana la storia. Il giovane attore Andrew Rally (Gabriel Garko), star della pubblicità e di serie tv, decide di misurarsi con il mostro sacro Amleto: la prova del fuoco per i veri attori. Tutto si complica quando appare al giovane attorucolo il fantasma del divo del cinema statunitense John Barrymore, reso immortale dalla sua interpretazione di Amleto (un grande Ugo Pagliai). Barrymore decide di diventare il mentore dell’insicuro Rally. Tutto si consuma nella vecchia dimora del grande attore ora, appartamento di proprietà dell’inconsapevole Andrew. Autoironico e fedele al suo ruolo Garko incalza il vecchio Barrymore, duetta con il maestro Pagliai in un botta e risposta ritmato e ben costruito. Una messa in scena che scorre amabilmente grazie alla forza del testo di Rudnick. Dunque, si può sorridere perfino del grande Bardo e di mostri sacri come Barrymore e Laurence Olivier.
“Il successo del ruolo di Amleto? – svela Barrymore a Rally – non sta nella dizione, nell’enfasi che ci mette l’attore ma al grado di aderenza dei calzoni indossati da chi lo interpreta”. Intorno a loro un corollario di grotteschi personaggi: l’impresaria di Andrew vecchia fiamma di Barrymore (un’elegante Paola Gassman); la fidanzata di Rally, goffa Giulietta illibata, innamorata dell’amore romantico; l’impresario artistico cocainomane disposto a tutto pur di combinare un contratto, l’agente immobiliare disinibita e altrettanto priva di scrupoli. “Le parole di Amleto sono diventate incomprensibili e indifferenti al grande pubblico non lasciano il segno, perché il nostro è un mondo non più attrezzato per miti e valori disinteressati, inadatto ad ospitare chi lotta nel loro nome. Se il denaro è misura di tutte le cose- argomenta a più riprese Rally- perché sfinirsi in un compito complesso e poco remunerativo, rischiando di rimanere inascoltati, o peggio, in caso di insuccesso, di precipitare nel ridicolo? E allora perché non ripiegare sulla produzione di insulse serie televisive, ben foraggiate dai proventi pubblicitari?”
Ma la commedia di Rudnick lascia uno spiraglio di speranza e così Barrymore riesce a far breccia nel mediocre Andrew. Il giovane attore decide di rinunciare a un contratto milionario a Hollywood in nome del teatro e della sua crescita artistica. A chiudere la deliziosa favola targata Broadway un’ultima lezione del maestro all’allievo: come inchinarsi di fronte alla platea. In fondo, è in questo estremo gesto che si racchiude la natura dell’attore. I gloriosi vecchi tempi non torneranno più, Garko/Rally non sarà mai un istrionico animale da palcoscenico ma ciò che ha conquistato è l’onestà intellettuale di mostrarsi al pubblico nella sua vera essenza.