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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Su “Lussuria” ci sono il prete(?) Tropea e il vescovo Milito Il nuovo libro di Emiliano Fittipaldi

Su “Lussuria” ci sono il prete(?) Tropea e il vescovo Milito Il nuovo libro di Emiliano Fittipaldi
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Nel giugno dello scorso anno, Papa Francesco scriveva nel suo “Motu proprio”, che i vescovi negligenti riguardo ad abusi sessuali compiuti su minori sarebbero stati rimossi dal loro incarico. Se noi andiamo a consultare la Treccani e cercare il significato di “negligenza”, leggeremo, “La qualità, la condizione dell’essere negligente; mancanza di impegno, di attenzione, d’interessamento nel compimento dei propri doveri, nell’espletamento delle mansioni affidate (…)”. Ci siamo capiti?

Ogni omertà e silenzio che si perpetra, caratterizza comportamenti che tendono a coprire le mele marce della gerarchia ecclesiastica. Papa Francesco nella sua lettera alla Commissione per la tutela dei minori scriveva testuali parole, “Occorre continuare a fare tutto il possibile per sradicare dalla Chiesa la piaga degli abusi sessuali sui minori e aprire una via di riconciliazione e di guarigione in favore di coloro che sono stati abusati”, ed inoltre, “Se c’è un prete pedofilo è perché porta in sé la perversione prima di essere ordinato. E sopprimere il celibato non curerebbe tale perversione. O la si ha o non la si ha”.

Ma anche il suo predecessore Joseph Ratzinger ammonì con parole dure chi avesse abusato sessualmente dei minori, “Avete tradito la fiducia riposta in voi da giovani innocenti e dai loro genitori. Dovete rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti”.

Il 19 gennaio esce un libro che sicuramente farà discutere tantissimo, la nuova fatica del giornalista Emiliano Fittipaldi dal titolo “Lussuria”. Nel libro, che appunto parla di una Chiesa omertosa la quale copre gli abusi sessuali, trovano spazio alcuni eventi i quali ci riguardano da vicino, ovvero il caso di don Antonello Tropea, il parroco di Messignadi, il quale spacciandosi con identità diverse faceva sesso a pagamento con dei minorenni. Fittipaldi scrive, «Mettendo sotto la lente d’ingrandimento cronache di provincia degli ultimi mesi, carte giudiziarie fresche di cancelleria e documenti parrocchiali si scoprono tanti tasselli. Guardando il mosaico da una certa distanza, il disegno diventa più chiaro. Partiamo prendendo un treno verso la punta del tacco d’Italia. In Calabria, vicino a Reggio, c’è don Antonello Tropea, già padre spirituale del seminario di Oppido Mamertina, che nel marzo 2015 viene trovato dalla polizia in un’auto con un diciassettenne conosciuto grazie alla app Grindr usata per incontri gay. Venti euro il costo della prestazione. Indagato per prostituzione minorile, il don continua a fare il prete, confidandosi di tanto in tanto con il suo vescovo, monsignor Francesco Milito. “Evita di parlare con i carabinieri di queste cose” gli suggerisce il superiore senza sapere di essere ascoltato».

Questa rubrica ha sempre posto in essere e sensibilizzato per non far dimenticare le anomalie di un vescovo, Francesco Milito, il quale, come scrive anche lo stesso Fittipaldi, ha coperto un suo prete pur sapendo del “vizio malato” di praticare sesso con minorenni. Fare sesso con minorenni è un crimine! Questa sua tenace permanenza  nella diocesi di Oppido-Palmi, a nostro avviso, è un’anomalia a cui occorre in qualche modo porre rimedio, anche se tardiva rispetto ai fatti accertati e alla conseguente condanna a quattro anni del prete che adescava i minori, non può avere più ragione morale di esserci.

“Il compito di protezione e di cura spetta alla Chiesa tutta, ma è specialmente attraverso i suoi Pastori che esso deve essere esercitato”. E’ quanto scrive Papa Francesco nel Motu Proprio.

Francesco Milito, in qualità di pastore che regge una diocesi aveva il diritto sacrosanto di proteggere quei minori, denunciando subito gli abusi fatti dal Tropea e non consigliare quest’ultimo di non parlare con i Carabinieri. Nonostante ciò, in qualità di vescovo ed incurante dello scandalo Tropea, Milito gira la diocesi a professare la morale cristiana, a divulgare la parola di quel Cristo che condannava i crimini contro gli indifesi e che questo Stato dovrebbe tutelare e proteggere.

Attendiamo l’uscita del libro di Fittipaldi, con la speranza di una sollecitazione mediatica nazionale e chissà, svegliare le coscienze dello Stato Vaticano, visto che in Calabria nulla si muove e rimuovere definitivamente l’anomalia negligente.