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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

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Cinquefrondi, sindaco Conia: “Quei manifesti sono anonimi” Il primo cittadino prende posizione contro una iniziativa che bolla come pratica intimidatoria. Risposte nel merito e sul caso Longo. Poi aggiunge: "Qualcuno soffre per la nostra visibilità

Cinquefrondi, sindaco Conia: “Quei manifesti sono anonimi” Il primo cittadino prende posizione contro una iniziativa che bolla come pratica intimidatoria. Risposte nel merito e sul caso Longo. Poi aggiunge: "Qualcuno soffre per la nostra visibilità
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di Giuseppe Campisi

Cinquefrondi – Della storia dei manifesti affissi suo comune per la ricostruzione del redivivo Pci il sindaco Conia racconta di un fatto abbastanza inquietante, non riconducibile a nessun cittadino residente votato alla causa, od almeno fino al punto di muovere contestazioni così grossolane ed infondate quanto più ad un tentativo poco chiaro di strumentalizzazione. Chiamate e contatti con chi in quell’area gravita non hanno sortito l’effetto di rivelare i nomi del presunto comitato che ad oggi, salvo una sola posizione spuria, non ha padri “ma che ha contribuito ad aumentare i consensi attorno a me ed alla mia amministrazione. E forse dovrei pure ringraziarli” racconta con nota ironica. “Si tratta di manifesti sostanzialmente anonimi, di cui non si comprendono finalità e fonti.

È però inquietante per le modalità, specie per chi si professi comunista, perché a me, che comunista lo sono più per le pratiche che per i simboli – ammonisce – hanno insegnato che bisogna metterci la faccia in ogni cosa che fa”. E se anche il simbolo campeggia chiaramente nei manifesti Conia non perde tempo a stroncarne ogni velleità parlando di un partito semisconosciuto ai più, dotato di qualche esponente locale collocato nella vicina Polistena, ma “senza alcun valore o peso livello nazionale”. Ventidue anni di tessera di Rifondazione in tasca ed oggi una adesione a Sinistra Italiana sono il pedigree politico che Conia rivendica chiarendo di non comprendere queste oscure manovre che, a suo, avviso, malcelano dell’altro e che sanno di pratiche intimidatorie.

Altro discorso sarebbe stato se si fosse inteso rilanciare la campagna adesioni al Pci su scala comprensoriale o provinciale, ragiona Conia, dichiarando di benedire “ogni formazione che nasce a sinistra” piuttosto che una entrata a gamba tesa proveniente dall’esterno riconducibile a “qualcuno che invidia la riacquistata visibilità di questo Comune, per gli spazi occupati a sinistra come amministrazione comunale e che per tale motivo stia soffrendo” riflette, ammettendo di non avere chiaro l’identikit di chi ha voluto creare tanto clamore, anzi invitando gli autori a farsi riconoscere anche per affrontare un confronto pubblico sui temi contestati. Incalzato sulle continue polemiche con la vicina amministrazione polistenese sottolinea di essersi sempre dovuto difendere da attacchi gratuiti giunti negli ultimi tempi da quell’amministrazione, ricordando il galateo istituzionale che impone ad un sindaco il non dover fare opposizione ad un altro sindaco, e comunque glissando sulle vicende politiche interne al comune viciniore a motivo di un opportuno disinteresse “diverso dalla prurigine che altri hanno per il mio”. Nel merito delle accuse mosse invece risponde, eccome.

“Sfido questo sedicente comitato a portarmi un solo sindaco con tessera del loro partito che prende meno di me. Se ci riescono, mi dimetto – attacca riprendendo la sfida sul tema delle indennità – altrimenti quegli stessi sindaci dovrebbero ridursi lo stipendio per arrivare al mio”. Sull’accusa di aver tenuto una gestione amministrativa del comune disastrosa Conia conferma che “saranno i cittadini a giudicare” quando saranno chiamati alle urne mentre sul caro bollette parla apertamente “di un falso oggettivo e grave” su cui si riserva tutela in altre sedi, e sulla modifica dello statuto risponde con una battuta: “Cinquefrondi è un paese che ama la democrazia” spiegando di aver agito comunque secondo legge.

E sulla questione spinosa della transizione di Longo ai democratici Conia – già in orbita Sinistra Italiana, continuando a dichiararsi comunque fermo oppositore del Pd nazionale – ha risposto, schivo, che spetterà al vicesindaco, col quale i rapporti rimangono ferrei, spiegare e motivare non volendo entrare nel merito di scelte personali che non trovano cause o motivi di incompatibilità o di impedimento nella prosecuzione della consiliatura fino a quando giunta e maggioranza riconosceranno come vangelo il programma di Rinascita, escludendo categoricamente problemi di natura politica all’interno del perimetro della stessa ma, anzi, quasi tracciando le linee guida di un parallelo quanto distinto binario politico: uno a livello locale, ancorato saldamente al programma amministrativo del 2015 ed un altro, più libero a livello personale, agganciato a dinamiche politiche sovracomunali.

“In ogni caso – aggiunge – sono molto rispettoso verso ogni scelta personale di qualunque mio consigliere che non ha sottoscritto un programma di vita ma, come me, il programma di Rinascita impegnandosi verso i cittadini. Io, al contrario di altri, non desidero pilotare le scelte politiche di nessuno. Ho invece chiaro il mio compito di sindaco che è quello di tenere salda la maggioranza ed amministrare bene nell’interesse dei miei cittadini fino alla fine del mandato”.