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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 04 DICEMBRE 2024

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Amnistia, Rita Bernardini in sciopero della fame Continua senza sosta la battaglia dei radicali per un anno giustizia giusta

Amnistia, Rita Bernardini in sciopero della fame Continua senza sosta la battaglia dei radicali per un anno giustizia giusta
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Basta “amnistie striscianti” ovvero basta con le decine di migliaia di prescrizioni che ogni anno vanificano il concetto di Giustizia. È urgente un provvedimento di amnistia – previsto dalla nostra Costituzione (art. 79) – per far uscire la Repubblica Italiana dalla “flagranza di reato” in cui si ritrova in maniera ininterrotta da decenni: la violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (art. 6) che prevede tempi processuali ragionevoli.

L’On. Rita Bernardini (presidente d’onore di Nessuno tocchi Caino) è già al suo 14° giorno di sciopero della fame per chiedere al Parlamento, oltre al citato provvedimento di amnistia, lo stralcio del Disegno di legge “Modifiche […] all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena” dalla riforma complessiva della Giustizia che nell’aula del Senato corre il serio rischio di non vedere mai la luce in questa XVII Legislatura.

In Calabria, dove il Disegno di legge – a prima firma Pres. Nicola Irto – per istituire la figura del Garante dei Detenuti non viene discusso a Palazzo Tommaso Campanella (che si starà rivoltando nella tomba pensando a quanto penosa sia la situazione calabrese), dove l’effettività rieducativa della pena è una chimera ci sono persone come Giuseppe Candido e il sottoscritto che in qualità di militanti del Partito Radicale Nonviolentohanno eseguito visite ispettive, dopo essere stati autorizzati dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in tutte le 12 carceri calabresi.

Per questi motivi, ai due giorni di sciopero della fame della scorsa settimana, convintamente, do un seguito digiunando per altri tre giorni: dalla mezzanotte del 17 febbraio a quella del 20.
Serva questo mio piccolo sforzo da incoraggiamento a Rita Bernardini nella sua nuova battaglia. Serva anche di incoraggiamento a tutti i membri del Consiglio Regionale calabrese e – perché no? – a quei consigli comunali calabresi che non si sono ancora dotati della figura del Garante.