Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 NOVEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Gratteri: “Anche i magistrati nelle logge massoniche” Il procuratore capo di Catanzaro in Commissione antimafia ribadisce il quadro allarmante già tracciato a gennaio. "Il rapporto tra massoneria deviata e 'ndrangheta oggi è ancora più stringente"

Gratteri: “Anche i magistrati nelle logge massoniche” Il procuratore capo di Catanzaro in Commissione antimafia ribadisce il quadro allarmante già tracciato a gennaio. "Il rapporto tra massoneria deviata e 'ndrangheta oggi è ancora più stringente"
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

ROMA – “C’è un rapporto tra massoneria deviata e ‘ndrangheta ancora oggi, anzi forse è ancora più stringente, in termini numerici, di prima”. Queste le parole del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri a margine dell’audizione svoltasi oggi pomeriggio in Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi. Con la nascita dell’organizzazione segreta “Santa”, dal 1970 “c’erano anche magistrati che partecipavano alle riunioni delle logge massoniche con gli ‘ndranghetisti, per questo la ‘ndrangheta ha sempre cercato punti di contatto e ucciso solo quando necessario. Attraverso la “Santa” – spiega il magistrato – è stata regolamentata la doppia affiliazione, fra ‘ndrangheta e massoneria deviata: ce lo hanno raccontato diversi collaboratori”. Dichiarazioni indubbiamente forti quelle del procuratore capo di Catanzaro, anche se il concetto era già stato ampiamente illustrato nel corso di un’intervista rilasciata nel mese di gennaio al giornalista Riccardo Iacona e andata in onda su Rai3 nello spazio “Iacona incontra”, novità della trasmissione “Presadiretta”. La ‘ndrangheta “è classe dirigente” – aveva evidenziato – e se si guarda alle indagini che si stanno facendo nel Centro e nel Nord Italia “emerge sempre di più che ci sono dei soggetti vicini alla ‘ndrangheta che gestiscono la cosa pubblica”. Mentre sul livello di pericolosità della ‘ndrangheta, il magistrato sottolineava: “il nostro lavoro è quello di fare indagini a tutto tondo. Il senso della paura e del limite l’ho vinto da tanti anni. Con la morte ci ho discusso trent’anni fa. Bisogna ragionare con la paura, bisogna controllare la paura, non farsi prendere dal panico. Penso di poter fare tante cose importanti, tante cose belle, con l’aiuto dei miei ragazzi, dei miei colleghi che sono meravigliosi”. Gratteri aveva toccato anche l’argomento delle cosiddette “camere non istituzionali” per nulla trasparenti in cui si decidono le cose importanti, parlando in poche parole dei meccanismi veri del potere e dell’ingresso massiccio della ‘ndrangheta dentro la massoneria. “La ‘ndrangheta – così in uno dei passaggi salienti – ha potuto fare il grande salto di qualità perché è in contatto con medici, ingegneri, avvocati, professionisti. In alcune logge massoniche deviate c’erano tre incappucciati e tra questi, ci dice un collaboratore di giustizia, anche dei magistrati. Questo grande salto di qualità ha consentito alla ‘ndrangheta di entrare nella stanza dei bottoni, l’obiettivo non è più solo vincere l’appalto ma indicare se l’opera deve essere costruita e dove deve essere costruita. La politica è debole e così la ‘ndrangheta è diventata classe dirigente”. Da ultimo, qualche giorno addietro, il magistrato, durante la registrazione della prima puntata della nuova stagione di “Roma Incontra”, aveva addirittura parlato di ‘ndrangheta come il primo partito della regione: “il dominio della ‘ndrangheta in Calabria – ha detto Gratteri – è dato principalmente dall’elevato livello di organizzazione e oggi sposta il 20% dei voti che sono decisivi. La ‘ndrangheta e’ il primo partito in Calabria perchè dà risposte che la politica non dà. Vent’anni fa, il mafioso andava dal politico a fare richieste, oggi il rapporto è capovolto. Sono i candidati politici che vanno a casa del capomafia a chiedere pacchetti di voti in cambio degli appalti”.