“S.S. 106: Calabria tradita da Renzi, Delrio e Gentiloni” Un lavoro da più di un milione di euro bloccato ormai per anni
Il tratto dall’innesto con la SS 534 (km 365+150) a Roseto Capo Spulico (km 400+000), meglio noto come Megalotto 3° della S.S.106 in Calabria, fu un ’intervento inserito nel 1° Programma delle Infrastrutture strategiche (Delibera CIPE n. 121/2001) e ricade nell’ambito di applicazione della Legge n. 443/2201 recante delega al Governo in materia di infrastrutture e insediamenti produttivi di interesse nazionale; fu inoltre previsto nella “Intesa Generale Quadro – Accordo di programma per il sistema delle infrastrutture di trasporto nella Regione Calabria” stipulato dalla Presidenza del Consiglio di Ministri, dal Ministero delle Infrastrutture, dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e dalla Regione Calabria in data 16 maggio 2002, laddove indica al punto “Corridoi autostradali e stradali” il completamento della autostrada Jonica E90 Lecce – Taranto – Sibari – Reggio Calabria. L’intervento fu quindi inserito nel piano Decennale Anas 2003-2012, è previsto nel Piano degli Investimenti ANAS 2007-2011 – Legge Obiettivo.
Dopo circa 16 anni di passaggi burocratici , procedure e propaganda politica che ha, di fatto provocato, un grande allontanamento dei cittadini di Calabria dallo Stato e dalle Istituzioni, solo ad agosto del 2016 una prima parte del progetto è stata inviata dall’Arch. O. Segnalini al CIPE che ha disposto una delibera, la numero 41, fino ad una decina di giorni fa alla fase di verifica della Corte dei Conti che ha sottoposto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dei rilievi chiedendo le dovute delucidazioni entro i venti giorni.
Proprio l’Arch. Segnalini ha ritenuto opportuno ritirare la Delibera dal CIPE ancor prima della scadenza dei termini entro cui avrebbe potuto rispondere ai rilievi avanzati dalla Corte dei Conti facendo tornare le lancette dell’orologio al punto di partenza.
L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ritiene doveroso evidenziare le responsabilità politiche dell’accaduto che devono necessariamente essere attribuite al Governo Gentiloni ma, prima ancora, a Matteo Renzi ed a Graziano Delrio. È, infatti, chiaro ormai a tutti, che la presentazione della delibera CIPE ad agosto 2016 è stata semplicemente una manovra politica di bassa lega che costoro hanno intentato ai danni della popolazione calabrese in vista del Referendum costituzionale di dicembre.
Pesa solo sul Partito Democratico quanto accaduto insieme alle responsabilità che da ciò deriveranno. Inutili, infine, le dichiarazioni del Presidente della Regione Mario Oliverio a fatti ormai accaduti. Egli rappresenta il primo cittadino di questa Calabria è, quindi, la figura senza ombra di dubbio più indebolita dai fatti. Fuori dalle parole e dalle frasi fatte resta la realtà che è sotto gli occhi di tutti e che ci permette di inquadrare questa presidenza debole ed incapace di incidere in quel “governo dei processi” necessario alla nostra Regione in termini di infrastrutture.
Concluderà il mandato senza poter dare il via ad una opera la cui realizzazione ormai non è più scontata ma, soprattutto, con il rammarico di aver avuto più di altri la grande occasione di poter ottenere un risultato per la sua Calabria che, invece, è svanito sotto i suoi occhi senza che se ne sia accorto così come le sue dichiarazioni circa la richiesta di un “tavolo urgente” con il Ministro Delrio (di cui ancora continua a fidarsi), lasciano palesemente intendere.
Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”