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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 23 SETTEMBRE 2024

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“Regolamentare gioco d’azzardo a Rende” Lo dichiara Domenico Miceli (M5s)

“Regolamentare gioco d’azzardo a Rende” Lo dichiara Domenico Miceli (M5s)
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Rende (Cs) – Un paio di mesi fa, ad Ostia, un calabrese ha lasciato il figlio di tre anni da solo chiuso in auto, al gelo della notte, per andare a giocare alle slot machine. L’uomo è stato arrestato intorno alle 4 in una sala giochi, attaccato alle macchinette. Da ore si era completamente dimenticato del piccolo. Gli italiani nel 2016 hanno buttato nel gioco d’azzardo 95 miliardi di euro: 260 milioni al giorno, 181mila euro al minuto, il 4,7% del nostro PIL.

La provincia di Cosenza è la nona in Italia per numero di macchinette slot e videolottery, preceduta solo da grandi città metropolitane come Napoli, Roma, Milano. Più della metà dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni gioca d’azzardo. Ormai li si vede sempre più spesso attaccati alle macchinette prima di andare a scuola. Il gioco d’azzardo sta distruggendo le persone, le famiglie, le comunità. Paradossalmente, più si è in difficoltà economiche, più si gioca, peggiorando la propria situazione.

Chi è preda della ludopatia trascura lo studio o il lavoro, mente continuamente alla famiglia per nascondere una situazione disperata, può arrivare a compiere dei furti o delle frodi pur di continuare a dedicarsi al gioco d’azzardo o alle scommesse, ne più ne meno di chi si droga. Il problema è la compulsività: chi entra nella patologia da gioco sta sempre più ore al giorno davanti alle macchinette mangiasoldi ed è incapace di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse.

La dipendenza dal gioco d’azzardo patologico può portare a rovesci finanziari, alla compromissione dei rapporti affettivi, alla perdita del lavoro, allo sviluppo di altre dipendenze come alcol e droga, fino al suicidio quando non si vede più una via d’uscita ai debiti di gioco, contratti da usurai o altre fonti illecite. Sono 790mila gli italiani malati di gioco, un milione e 750mila sono a rischio patologia. È altissimo il prezzo sociale e sanitario di questa epidemia: per curare i giocatori patologici si spendono 7 miliardi l’anno. Gioca d’azzardo il 47% degli italiani indigenti, il 56% delle persone appartenenti al ceto medio basso e il 47,1% degli studenti tra i 15 e i 19 anni: oltre un milione e 200mila ragazzi. Gli adolescenti sono i più esposti alla dipendenza e il 44% degli studenti giocatori abita o frequenta una scuola situata a meno di 5 minuti da un luogo dove è possibile giocare d’azzardo.

Per questo motivo regioni come la Lombardia hanno già vietato l’installazione di slot-machine a meno di 500 metri da elementari, medie e superiori. Ma nonostante la legge lo vieti, il 38% dei minorenni ha giocato d’azzardo durante l’ultimo anno. Sono 397mila le macchinette mangiasoldi sparse nella nostra nazione con una densità media nazionale di un apparecchio ogni 151 abitanti, contro, ad esempio, i medici, che sono uno ogni 250 abitanti.

Da tutto questo nasce la proposta del Movimento 5 Stelle di Rende per disciplinare il gioco d’azzardo sul territorio comunale, in termini di controllo per il rispetto delle leggi vigenti, di limitazioni orarie di apertura, di distanza dai luoghi “sensibili”, di coinvolgimento di associazioni, volontari, scuole, parrocchie, forze dell’ordine e istituzioni ad iniziative di promozione sociale e di adesione al nuovo Protocollo predisposto dalla Prefettura di Cosenza finalizzato alla prevenzione ed al contrasto alle dipendenze patologiche.

In attesa di una legge nazionale come quella presentata dal M5S alla Camera dei Deputati, solo i provvedimenti adottati dai Comuni possono contrastare concretamente il diffondersi del gioco d’azzardo, anche grazie a due sentenze della Corte costituzionale (n. 300 del 2011 e n. 220 del 2014) che ha giudicato questi tentativi di regolamentazione legittimi e compatibili sia con il dettato costituzionale che con i principi comunitari.

Auspichiamo che tutte le forze politiche presenti nel Consiglio Comunale di Rende possano unirsi contro il dilagare senza controllo del fenomeno dell’azzardo nei nostri territori perché questo business genera povertà (economiche, sociali e relazionali), dipendenza e distruzione del tessuto sociale e la politica ha il dovere di dare una risposta immediata rispetto alla pericolosità dell’azzardo e ai suoi impatti negativi per la società tutta, non solo per chi cade nella trappola della dipendenza.