L’eco-agricoltura di Quaranta: “Pensiero politico molto forte…” Ospite di "Città futura", il "cantautore contadino" ha raccontato l'esperienza dell'iniziativa "Mani e terra", nata dopo i fatti di Rosarno del 2010
GIOIA TAURO – Bel dibattito sull’eco-agricoltura etica, venerdì sera, organizzato dal collettivo politico “La Città futura”. L’incontro, svoltosi nella sede della galleria del centro, ha visto la partecipazione del “cantautore-contadino”, Nino Quaranta, tra i fondatori della cooperativa “Mani e Terra Onlus”, che ha raccontato l’esperienza di un’iniziativa agroalimentare rivolta alle reti di commercio equo, come i gruppi di acquisto solidali. “Mani e Terra” gestisce un terreno di 5h in affitto tra Rosarno e Nicotera marina trasformando anche le proprie produzioni. Presenti, tra gli altri, l’ex sindaco Aldo Alessio; la coordinatrice, Francesca Guerrisi, il giornalista Lucio Rodinò come moderatore.
Tra gli argomenti affrontanti dal capitano di lungo corso, durante i saluti iniziali, anche il problema di un’alta incidenza di patologie tumorali avvertita nel territorio: “sappiamo che la catena alimentare incide molto – esordisce – è dunque importante cambiare il rapporto etico verso una madre terra che non ha risorse infinite rispetto ai continui guasti ambientali. Un modello di agricoltura sostenibile dipende solo dalla nostra consapevolezza”. Dalla rivolta di Rosarno del 2010, un gruppo di persone intuisce che ci si può rimettere in gioco dando una chiave di lettura diversa. E lo fa con “SOS Rosarno”, coordinamento di piccoli produttori, artigiani e attivisti locali, e “Mani e Terra”: Nino Quaranta fa parte di tutte e due le realtà.
“Prima viaggiavamo in ordine sparso, aiutandoci in modo caritatevole. Ad esempio, portavamo coperte ai migranti, nei casolari abbandonati – racconta. Sto comunque ancora molto male perché sento la mia impotenza di fronte a una situazione indecente come la tendopoli che, da allora, non è cambiata di molto”. Il prof. contadino (è laureato in Lettere) parla poi dei suoi recenti viaggi in Inghilterra e Romania per parlare di agro ecologia che “è un pensiero politico molto forte – spiega. In tutto il mondo ci sono tante belle persone che si muovono in questa direzione futura, anche se il cambiamento è molto lento.
Il 70% dei prodotti arriva dai piccoli coltivatori ma il rapporto diretto con i consumatori viene scientificamente bay passato per non far cadere un sistema economico fondato sul business. Il 25 marzo saremo a Roma, assieme a numerose altre associazioni, per dire che la politica agricola europea (PAC) ha letteralmente tradito quelli che erano i suoi princìpi e cioè la tutela delle piccole aziende familiari. Circa l’80% degli aiuti vanno a 4 regioni del Nord Italia (Lombardia, Veneto, Emilia e Piemonte) dove è concentrata l’agroindustria. Noi non siamo contro il sistema ma vogliamo essere alternativi ad esso partendo dal basso. Nelle nostre terre abbiamo impiantato i cosiddetti “orti collettivi” e, su mandato dell’assemblea, ho avuto il piacere di coordinare e lavorare questi orti con i miei compagni africani. Non vogliamo fare niente di trascendentale – aggiunge – solo essere un esempio: unire i deboli con i deboli, i migranti con i piccoli proprietari che devono buttare le arance perché la grande distribuzione impone dei prezzi assurdi (8 cent. Al kg). Creare un sistema alternativo si può”. A fine serata, via alla degustazione di diversi prelibati prodotti.