Protezione civile, convegno del Rotary Reggio Calabria Con la partecipazione del direttore dell’Ingv
Il convegno organizzato dai club “Rotary Reggio Calabria” e “Rotary Reggio Calabria Sud Parallelo 38”, dal titolo: “Rischio sismico e idrogeologico: quale prevenzione?” ha riunito nella sede di Confindustria Reggio Calabria qualificate personalità del mondo scientifico e istituzionale.
“Si tratta di una tematica di stretta attualità – ha spiegato il giornalista Giampaolo Latella, moderatore dell’incontro – per una regione nella quale il dissesto idrogeologico costituisce una delle ferite più gravi del territorio”.
Dopo i saluti del presidente Confindustria Reggio, Andrea Cuzzocrea e dell’Ing.FrancisCirianni, presidente provinciale dell’ordine Ingegneri, è stata la volta dell’ing. Francesco Fotiche ha ricordato: “sono stati stimati in 143 miliardi di euro i danni provocati dai terremoti negli ultimi 50 anni. Se si intervenisse con sistematicità e priorità su alcuni elementi chiave salveremmo tantissime vite e risparmieremmo danni ben maggiori al patrimonio pubblico e privato”. Bisogna intervenire dal punto di vista culturale perché “non c’è richiesta di prevenzione sismica. La percezione del rischio è molto bassa soprattutto fra i privati”.
Lo stessovale per il rischio idrogeologico affrontato dall’ingegnere Angelo Viglianisiche ha mostrato quanto sia poco stimato questo pericolo con la casa dello Studente realizzata sull’alveo del torrente Annunziata a sua volta “incamiciata” e ristretta nel suo corso naturale.
Estremamente puntuale e approfondita la relazione di Domenico Crupi, comandante del corpo di Polizia metropolitana per il quale “se si conoscessero quali responsabilità incombono sul capo del primo cittadino in materia di protezione civile si assisterebbe a una crisi vocazionale al’atto delle candidature”. Il prof. Giancarlo Spezie, docente emerito di oceanografia fisica dell’Università di Napoli ha rilevato le anomalie climatiche del Mediterraneo e le sue ripercussioni sui rischi idrogeologici. “Il nostro bacino è un accumulatore di calore. Le perturbazioni che partono dall’Atlantico e arrivano sul Mediterraneo si possono trasformare in precipitazioni violente con ricadute sul sistema idrogeologico”.
Secondo il prof. Nicola Moraci “L’Italia è un paese multi rischio”. Frane, alluvioni e sismicità devono costituire gli elementi concorrenti e complementari di un’azione virtuosa di messa in sicurezza. Accurata poi la relazione del prof. Alfonso Vulcano che si è soffermato sul tema della protezione antisismica evidenziando come l’Italia sia dotata di norme tecniche molto complesse ma al passo con i tempi. “Il problema sta nell’applicazione delle norme e nel loro controllo”.
L’intervento più atteso è stato quello di Maria Siclari, direttore generale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che ha voluto evidenziare l’importanza della comunicazione fra istituzioni e cittadini come elemento centrale nella gestione delle emergenze. “Dopo il terremoto dell’Aquila – ha detto – si dovrebbe pensare che la consapevolezza del rischio sia elevata. Invece non è così. Solo il 6% della popolazione ha un’elevata percezione del pericolo”.
L’assessore regionale Francesco Russo ha cercato di dare evidenza di quanto l’ente territoriale stia cercando di fare per la riduzione del rischio in Calabria partendo da un assunto: “i soldi ci sono ma gli enti non li spendono”. Milioni di euro sul piatto di Comuni ed altri enti locali per la messa in sicurezza di edifici pubblici e sistemi viari che restano in cassaforte o ritornano a Bruxelles per la mancanza di un’adeguata capacità progettuale e di spesa.
Le conclusioni dell’incontro sono state tratte dal presidente del Rotary Club Reggio Calabria, Antonello Scopelliti il quale ha ribadito l’impegno del sodalizio nel promuovere i temi della cultura e della prevenzione, fare da stimolo alle istituzioni e ai cittadini perché alla tematica del rischio venga data la giusta priorità e diventi un elemento stabile della società calabrese.