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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 02 DICEMBRE 2024

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“Su agroalimentare partita importante per la Calabria” Coldiretti tiene alta l’attenzione sul cibo e il valore delle produzioni

“Su agroalimentare partita importante per la Calabria” Coldiretti tiene alta l’attenzione sul cibo e il valore delle produzioni
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“Sul cibo e agroalimentare si gioca una partita importante per la nostra economia. Coldiretti tiene sempre alta l’attenzione sul cibo e il valore delle produzioni e lo ha fatto, nella sede del Parlamento Europeo a Strasburgo, con un focus speciale dedicato quello che rappresenta un vero e proprio scandalo delle etichette a semaforo degli alimenti che si vogliono imporre in Europa Anche dalla Calabria – commenta Pietro Molinaro si alza il coro del no per una scelta che potrebbe penalizzare un modello alimentare che fa dell’Italia il paese più sano del mondo con la dieta mediterranea Made in Italy da tutti apprezzata. Il rischio è che l’etichetta a semafori, già adottata nel Regno Unito, si estenda anche ad altri paesi colpendo i prodotti Made in Italy con indicazioni sbagliate e fuorvianti. A forte rischio molti prodotti agroalimentari calabresi come vino, olio, formaggi, pasta, ed altri consumati in tutta Europa nonché la nostra identità che ha nei prodotti della Dieta Mediterranea il suo punto di forza. La Calabria, proprio in questi ultimi tempi, proprio per la straordinaria varietà dei suoi prodotti sta riscuotendo una forte spinta grazie anche all’impegno di qualificati chef. “Si tratta – spiega Molinaro – di una informazione visiva sul contenuto di nutrienti abbinata a un colore e alla percentuale giornaliera di assunzione. Temiamo gli effetti di questa assurda catalogazione che non si basa sulle quantità effettivamente consumate, ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze come grassi, sali e zuccheri”. “Il sistema – denuncia – finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e promuovere, al contrario, ad esempio, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale. Un danno quindi per la salute dei cittadini e con un impatto forte sul tessuto produttivo nazionale e regionale in termini non solo economici ma anche occupazionali”.