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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

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Continua il progetto politico de “L’Italia del Meridione” Lettera aperta di Orlandino Greco: "Nuovo passo in avanti per il partito"

Continua il progetto politico de “L’Italia del Meridione” Lettera aperta di Orlandino Greco: "Nuovo passo in avanti per il partito"
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L’Italia del Meridione, il movimento politico fondato da me e dal prof Giuseppe Ferraro, si prepara a due anni dal congresso fondativo ad un nuovo passo in avanti. Quando siamo partiti avevamo l’ambizione di colmare il vuoto di rappresentanza generato dai partiti tradizionali e la convinzione di poter essere una valida alternativa ma mai ci saremmo aspettati di riscontrare una passione politica così forte nell’intera regione. Una visione che passo dopo passo, giorno dopo giorno, si è trasformata in una prospettiva auspicabile e in un continuum si è concretizzata in un progetto politico vero e reale.

L’Italia del Meridione oggi conta tra le sue file centinaia di amministratori locali, giovani cittadini, donne e uomini che lottano quotidianamente sui loro territori per invertire la rotta centralista verso cui è indirizzata l’Italia. Il nostro è stato un cammino difficile, che ci ha posto spesso in una posizione di minoranza perché alternativa alle logiche partitiche dominanti. Potevamo scegliere strade più comode ma per nessuna ragione al mondo avremmo rinunciato alla nostra autonomia.Oggi L’Italia del Meridione è una realtà politica che si pone e si propone come valida alternativa al potere di una classe politica che nel suo di percorso ha perso il senso del dialogo, della res pubblica e del Bene Comune.

E dopo tanto lavoro, siamo pronti al nostro secondo congresso,l’appuntamento è per il 16-17 giugno a.c.,un’assemblea partecipata che trae le sue basi e fondamenta nella riscoperta del dialogo, della cittadinanza attiva, del comune sentire.Un impegno corale per una cultura dell’Unione senza unità precostituite; una riflessione seria e accorata sul fallimento di una politica distante, che muove le file da stanze di bottoni, palazzi aurei, che è gestita da figure e figuranti, da capi, che con arroganza e presunzione speravano e forse ancora sperano di spegnere il senso critico, il pensiero vivo che diventeranno invece il nucleo della due giorni, senza esclusione di colpi e di alcuno. Idee in movimento che daranno vita a progetti e saranno presentati con azioni mirate ad una progettualità di ampio raggio e respiro.

Il nostro congresso sarà un’assemblea d’arrivo come una stazione centrale per un treno composto di carrozze fatte di assemblee locali: territorio per territorio, rione per rione, frazione per frazione, quartiere per quartiere, associazioni, scuole, imprese, laboratori, strade. Un cammino che inizia quando questa lettera d’invito sarà letta, comincerà da ognuno che la leggerà. Vogliamo arrivare all’Assemblea pieni delle voci, delle discussioni, delle risoluzioni, dei progetti che riusciremo a programmare insieme, da e con le realtà territoriali e sociali, motore di ogni azione.

In un viaggio reale e ideale ci ritroveremo con gruppi di lavoro composti dai molteplici attori, su temi specifici a raccogliere le esigenze dell’interezza dei luoghi. Dall’economia alla cultura, dalle forme di amministrazione degli enti locali alla riorganizzazione del lavoro, dalla scuola alle professioni, dall’agricoltura alla rigenerazione urbana, dal turismo alla riqualificazione di lavori perduti o condannati all’emarginazione e alla desertizzazione, per raggiungere una legalità e una unione fatta di legami sociali. Nell’occasione eleggeremo democraticamente le cariche sociali all’interno del Movimento, per trasformare la passione politica che sin dall’inizio l’ha contraddistinto in forza, per dare forma concreta ad un impegno che è divento missione e per disegnare una dimensione di cittadinanza del tutto nuova, senza preclusioni e reclusioni.

L’Italia del Meridione è un traguardo e allo stesso tempo un punto di partenza, con l’ambizione di crescere ancora, di guardare oltre unendo nelle diversità i tanti movimenti territoriali presenti in Italia, candidandosi a costruire l’Unione delle Autonomie, un grande movimento federato in grado riportare al centro delle scelte politiche nazionali le autonomie locali e di rigettare ogni tentativo di commissariamento imposto da Roma alle comunità. È la nostra terra che ce lo chiede, sono i tanti giovani che ora vogliono essere parte integrante del tutto che ce lo chiedono, sono i nostri figli che lo pretendono, perché non vogliono più fuggire ma investire e costruire nei propri territori. “Quello che conta non è la volontà di vincere: quella ce l’hanno tutti. Ciò che conta è la volontà di prepararsi a vincere”. Sarà il Congresso dell’unione per un partito confederato, per l’Unione del Meridione fuori questione, per l’Unione dell’Italia, capace di spingere verso una nuova espressione l’Unione Europea.