Pedemontana, tecnici tendono mano a Foci e Polisena I due promotori hanno relazionato sull'incontro dello scorso 26 aprile. Mentre Conia sposa la battaglia delle associazioni e dei proprietari terrieri si registrano le aperture dei tecnici sulle modifiche proposte ed un cauto ottimismo sulle posizioni degli espropriati
Cinquefrondi – Sulla questione pedemontana qualcosa inizia a smuoversi. Nell’incontro reggino tenuto lo scorso mercoledì dalle associazioni guidate da Armando Foci ed Aldo Polisena ed alcuni espropriati con i tecnici della Città Metropolitana, Suraci e Foti, ci sarebbero delle comunioni di intenti rispetto alle richieste di modifica e miglioria dell’opera che potrebbero presto, ma il condizionale è d’obbligo, trasformarsi in soluzioni alternative rispetto alla progettualità attuale fortemente avversata non solo dalle battagliere associazioni ma anche dalla politica locale, con particolare riferimento alle posizioni nette dell’amministrazione comunale di Cinquefrondi che – sindaco e vice, in testa – è pronta ad sposare la causa delle correzioni funzionali di un tracciato che, così com’è, davvero non raccoglie consensi con la disponibilità «a sostenere qualunque iniziativa di qualunque natura in favore di una battaglia ancora possibile» è stato il commento secco di Conia.
Alla soddisfazione del 2014 (quando fu ripresentato l’iter per mandare finalmente l’opera in appalto) si è man mano contrapposta una crescente delusione dei tanti proprietari terrieri rimasti nel limbo degli espropri del 1992, di cittadini, politici locali ed associazioni che hanno scorto nel progetto l’alba di una nuova opera monca e per di più soggetta a contentini davvero poco funzionali all’obiettivo originario che era quello di migliorare la viabilità delle aree interne e pedemontane. «Delle molte lacune rilevate anche gli stessi tecnici hanno preso atto» ha riferito Foci che ha voluto, ancora una volta, sottolineare gli handicap dell’opera rispetto alla progettazione attuale carente, nel suo insieme, dell’innesto diretto alla SGC Jonio Tirreno, di almeno 2 svincoli inutili nonché bisognevole di diversi altri accorgimenti tecnico-pratici – non ultimo la creazione di un collegamento verso l’autostrada – che certamente potrebbero qualificarne l’utilizzo.
Promesse non mantenute ed altre neanche prese in considerazione da una politica “sorda” ai tanti dubbi e richiami che nel corso del tempo sono stati sollevati, è stata la sintesi dei due portavoce, che hanno voluto dare atto della disponibilità all’ascolto dimostrata, invece, in sede di incontro ufficiale dai professionisti della Città Metropolitana. Il mancato coinvolgimento della società civile nelle decisioni finali per la concretizzazione del progetto è da ritenersi, dunque, alla base delle contestazioni mosse in favore di «una battaglia disinteressata, a favore del territorio, dei cittadini e degli espropriati» ha tenuto a chiarire Polisena che ha anche informato su un incontro, da tenersi a breve, con il consigliere metropolitano delegato Fabio Scionti.
«Non abbiamo nessun interesse a bloccare l’opera, mentre ci sono ancora le condizioni per fare tutto» hanno esplicitato i promotori – indirettamente rispondendo ad un post social al vetriolo del sindaco di San Giorgio Morgeto – ed in comunione di intenti col sindaco Michele Conia che ha appoggiato appieno la battaglia per la miglioria dell’infrastruttura (attraverso la realizzazione di una rotatoria su Contrada Grecà, abolendo il megasvincolo, nda) e per una sua celere realizzazione con l’auspicio di una pronta soluzione delle vicende legate agli espropri che i promotori hanno validato con un cauto ottimismo riferendo, a tal proposito, che «tutte le posizioni saranno sanate».
Un progetto, ancora “malleabile” per via del mancato inizio dei lavori previsti, nella migliore delle ipotesi non prima di ottobre 2017, su cui pende l’esito di un ricorso al Consiglio di Stato di una ditta interessata all’appalto e le cui lungaggini ormai sono pluridecennali ma su cui Foci e Polisena hanno chiaramente illustrato ai tecnici metropolitani le opportunità per renderlo celere e funzionale partendo dai ribassi a base d’asta e da modifiche sostanziali che potrebbero consentire di recuperare economie per realizzare non solo il collegamento con la SGC Jonio-Tirreno ma anche la trasformazione dello svincolo di Grecà (come anticipato dal vice sindaco Giuseppe Longo, nda), il completamento della galleria “Perciana”, la pista ciclabile e, potenzialmente, l’innesto con la rete autostradale. Passaggi tutti che la valorizzerebbero strategicamente. E se ciò non bastasse si potrebbe sempre attingere al “tesoretto” da 60 milioni di euro che il Presidente Raffa ha dichiarato di aver lasciato alla Città Metropolitana «una cosa di cui non dovrebbe andare fiero – ha ammonito Foci – perché in una realtà come la nostra questo è uno schiaffo morale a tutta la gente che ha bisogno» perché, ha chiosato, «per fare le cose c’è solo bisogno di una volontà politica».