Taurianova, Cipri testimone di calabresità seducente Presentato nell'ambito della rassegna Taurianova legge il bellissimo volume della scrittrice romana di origini calabresi
di Giuseppe Campisi
Taurianova – Le inquietudini di Salvatore, le sue vicissitudini, la sua storia e le sue speranze sono state il filone narrativo di “Guerra d’amore” il romanzo della scrittrice Maria Teresa Cipri presentato a Taurianova nell’ambito della rassegna “Taurianova legge” tenuta presso il Centro agroalimentare e del legno dal 26 al 28 maggio quale propagazione dell’iniziativa nazionale Il Maggio dei libri 2017. Ad accompagnare nella scoperta di questo volume la brillante giornalista Bruna Larosa che in un dialogo aperto con l’autrice ha offerto gli squarci di un mondo solo apparentemente lontano che intreccia, invece e a doppio filo, la sua trama con quella autobiografica-romanzata della spiccata calabresità ereditata della stessa Cipri, garbatamente rimarcata e mai ostentata. E’ la voglia di riconoscersi in qualcosa di positivo, il racconto della relazione uomo-donna, il rapporto con l’arte, la cultura, la bellezza ma allo stesso tempo con la durezza della vita, con i sacrifici quotidiani di un tempo avaro che fa si che un po’ tutti possano essere – grazie all’ausilio robusto della memoria – figli di questa storia ambientata nella punta della “Calabria Ultra” dei primi del ‘900.
Nel suo libro si scorge la potenza evocativa di un passato molto vivo?
«Si – risponde l’autrice – perché mi ha formato, perché siamo figli di quei tempi, di quei valori, di quella bellezza e di quella storia che a me circola nelle vene. E’ innegabile che io sia figlia di questa storia».
L’amore per l’arte e la bellezza sono prevalenti in questo romanzo. Oggi è ancora così?
«Io credo di si – conferma – non possiamo farci deprimere a priori. Né tantomeno avere l’atteggiamento di piangerci addosso e vedere tutto negativo. Sicuramente la società è cambiata ma “noi non possiamo cambiare il tempo”, come diceva Salvatore nel libro. Lui ha dedicato la sua vita all’arte e alla bellezza ed io credo che questa scintilla persista in ogni uomo».
Perché “Guerra d’amore”?
«E’ venuto prima il titolo e poi il libro. E’ un ossimoro che mi piace tanto e che fa parte della natura dell’uomo. Tutti noi, alla fine, abbiamo dento un positivo ed un negativo».
Quella di Salvatore può dirsi, in fondo, il trionfo della volontà?
«Assolutamente si. C’era veramente qualcosa di eroico in questa figura per la società ed il modo di vivere del 1913 nella Calabria arcaica. Per lui poi, figlio di persone che non avevano studiato, pensare di studiare ed insegnare è stato certamente un trionfo di volontà».
Quale potrebbe essere il messaggio del protagonista ai giovani di oggi?
«Non sottovalutare l’importanza della scrittura, dell’istruzione e della conoscenza. L’odore, il profumo e la potenza di un libro è superiore a qualsiasi tecnologia e fibra ottica».
“Guerra d’amore” racchiude in sé tutta la piacevolezza di un romanzo bello e scorrevole che veicola un contenuto importante, quello dell’amore per la cultura e la bellezza in parallelo con le tante asperità della vita, che da solo fa valerne la lettura. Un concentrato sapiente di storie e passioni vere che scivolano sull’asse della saga familiare del protagonista a cui l’autrice affida il compito di esplorare anche un po’ delle nostre coscienze e dei nostri perché. Ed il continuo intercalare tra la sua vita e quella di grandi personaggi è un appello chiaro ad attingere senza limiti al sapere che riporta al gusto di una Italia, mistica ed affascinante, in bianco e nero, a cui il lettore moderno non può fare a meno di ancorare saldamente le sua radici.