Gioia Tauro, Italia Unita: “Non seguiamo sirene Nomenklatura” Il Direttivo Politico: "Alcune improvvise levate di scudi e interessati lamenti non ci convincono per niente". Dare tempo ai Commissari
Riceviamo e, integralmente, pubblichiamo.
Siamo ben consapevoli dei problemi che affliggono la città e non intendiamo affatto minimizzare la gravità della situazione, però alcune improvvise levate di scudi e alcuni interessati lamenti non ci convincono per niente. Non ci voleva una grande fantasia per immaginare che, in virtù della fine anticipata della consiliatura, i problemi di Gioia Tauro- già importanti- si sarebbero decisamente aggravati. Contro chi si protesta quindi oggi? Contro la terna prefettizia appena insediatasi? Bisogna dare il tempo ai commissari di individuare un piano di intervento, per poi eventualmente esprimere riserve nel merito dell’operato svolto. Per queste ragioni Italia Unita non seguirà le sirene azionate trasversalmente da alcuni vecchi pezzi di nomenklatura riscopertisi “sandinisti” per l’occasione. Non siamo infatti tra quelli che credono che Gioia Tauro sia vittima di un complotto dei “poteri forti”, sempre presuntivamente pronti a penalizzare la nostra immacolata città dopo avere magari raggiunto oscuri accordi di sistema (sempre evocati a sproposito dalle menti fantasiose) nelle stanze più inaccessibili e segrete. E non crediamo nemmeno che l’intervenuto scioglimento, per quanto effettivamente arrivato quando già da mesi non c’era più nessuno (a parte il viceprefetto Fichera), sia il risultato di una “manovra di Palazzo in vista delle imminenti elezioni politiche”. Gioia Tauro, purtroppo, è vittima in primo luogo di sé stessa. La società civile gioiese perciò, anziché abbracciare analisi auto-consolatorie, provi a studiare in profondità le cause che condannano la nostra città a vivere una condizione di endemica emergenza. Una città che esprime da troppo tempo un ceto politico raffazzonato, composto sovente da personaggi sprovvisti di cultura e di senso delle istituzioni che eccellono soltanto in ipocrisia ed equilibrismo. Si usino quindi i prossimi 24 mesi per tentare di costruire una nuova classe dirigente, forte abbastanza per recidere completamente i ponti con il passato polveroso di una società camaleontica dove è oggettivamente arduo riuscire a distinguere il “grano dal loglio”. Questo è il nostro auspicio e in questa direzione si concentrerà il nostro futuro impegno. La nostra speranza, infine, è che le articolazioni periferiche dello Stato democratico sappiano accompagnare un processo di cambiamento autentico e non gattopardesco, rifuggendo cioè dalla tentazione della “sommarietà”, da sempre nemica mortale della giustizia e della verità.
Il Direttivo Politico di Italia Unita