“Alluvione Corigliano-Rossano: due anni di silenzi” Bruno (Fratelli d’Italia) punta il dito sull’assenza di risarcimento danni a famiglie e imprese e sul pericoloso stato dell’alveo dei torrenti
“Dunque, dove eravamo rimasti?”. Parafrasando l’ormai divenuto celebre quanto amaro interrogativo del compianto Enzo Tortora, ci chiediamo, a distanza di circa due anni da tale nefasto accadimento, che fine abbiano fatto le mirabolanti promesse politico-istituzionali rivolte a famiglie e imprese della Sibaritide, vittime della furia del maltempo e dell’incuria dei luoghi”. È quanto afferma Franco Bruno, consigliere comunale di Corigliano ed esponente di punta del partito di Fratelli d’Italia, che sulla vicenda dell’alluvione verificatosi il 12 agosto del 2015 nel territorio di Corigliano e Rossano si è ampiamente occupato in questi anni, anche nel ruolo di consigliere e assessore provinciale ricoperto fino a qualche mese fa.
“Erano ancora con gli stivali immersi nel fango e non esitavano ad affermare, con dichiarazioni di stampa e interviste ad emittenti televisive, che tutti i cittadini e le aziende della Sibaritide – dichiara Bruno – sarebbero state risarcite per i danni subiti fino all’ultimo euro. A distanza di circa due anni, sappiamo bene com’è andata purtroppo a finire: quelle parole erano solo promesse al vento, strumentalizzazioni di storie umane e sacrifici di una vita. Numerose attività commerciali, frutto dell’impegno profuso in anni e anni d’intenso lavoro e di non comune abnegazione, spesso da intere generazioni, sono state lasciate in balia del loro destino. La Regione Calabria aveva immediatamente promesso interventi efficaci con risarcimenti che sarebbero stati equi e tempestivi per le aziende messe in ginocchio da simile evento.
Ricordo perfettamente quando, a distanza di neppure poche ore dall’alluvione abbattutosi sui comuni di Corigliano e Rossano, nel corso di alcuni incontri interistituzionali ai quali presi parte, chiesi risposte certe in tal senso ad amministratori e dirigenti regionali, ricevendo risposte più che affermative. Oggi, a distanza di due anni da quell’accadimento, resta l’amaro in bocca e una cocente delusione per l’indifferenza mostrata nei confronti di quei cittadini, quegli imprenditori, quelle famiglie da parte di chi oggi ricopre responsabilità istituzionali a livello regionale. La giunta Oliverio ha dimenticato in fretta questo territorio allorquando l’attenzione dei mass-media è venuta meno e i riflettori si sono spenti sui tanti danni di grave entità registratisi nel comprensorio jonico. E lo stesso immobilismo dicasi anche per i fatti calamitosi avvenuti nel 2012, a seguito dei quali altre numerose vittime attendono risposte”.
“Nell’esprimere la massima solidarietà nei confronti di quanti ancora aspettano, a giusta ragione, interventi adeguati per continuare ad operare dignitosamente in un contesto difficile come il nostro, assicurando, nonostante tutto, prospettive economiche e occupazionali, – prosegue Bruno – non possiamo che denunciare il fatto che di risarcimenti per le spese sostenute per far fronte agli ingenti danni causati in abitazioni e attività, d’interventi infrastrutturali, di progetti di risanamento idrogeologico non se ne vista neppure l’ombra.
Corigliano, come la vicina Rossano, sta ancora aspettando che le roboanti parole pronunciate in quei momenti si trasformino in fatti e atti concreti. Si era parlato di 14 milioni di danni quantificati, rispettivamente suddivisi tra 10 a Corigliano e 4 a Rossano, per poi concludere, oggi, con un bilancio risarcitorio di poco più di 400mila euro in totale! Inoltre, fatto non secondario, dopo la nomina del commissario delegato per la gestione dei fondi allora stanziati è stato impossibile avere delucidazioni in merito nonché conoscere gli effetti dell’Accordo Quadro tra Ministero dell’Ambiente e Regione Calabria del 2010, avente ad oggetto la programmazione e il finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico. Interventi auspicati e attesi dalla popolazione di Corigliano che riguardavano la sistemazione idraulica dei torrenti Malfrancato e San Mauro per un importo totale di 1 milione e 700mila euro, mentre per il torrente Leccalardo era previsto un intervento ammontante a 3 milioni di euro a valere su fondi nazionali. Ebbene, rivolgendoci anzitutto alla Regione Calabria, chiediamo: che fine hanno fatto tutte queste promesse?”.
“Insipienza, indifferenza, pressapochismo. Non riusciamo a definire diversamente – chiosa il consigliere comunale Bruno – il comportamento degli enti preposti, Regione Calabria in primis, per l’assenza totale di interventi post-alluvionali e la presenza, questa sì celere e insuperabile, di autentici proclami propagandistici tra cui quello relativo alla pulizia degli alvei dei torrenti di Corigliano e Rossano, promessa entro la fine del mese di dicembre dello stesso anno. Ancora oggi, a luglio 2017, le popolazioni interessate attendono la concreta attuazione di simili interventi, a dir poco necessari e importanti per lo stato di salute dell’ambiente, la sicurezza degli stessi cittadini, la salvaguardia della pubblica incolumità. Il perdurare di questa situazione assume connotati ancor più gravi se si pensa ai danni arrecati al sistema agricolo regionale e al fatto che lo stesso presidente Oliverio detiene la delega all’Agricoltura. Lo scrivente continuerà con determinazione e senza alcun tentennamento ad insistere, attraverso gli organi di stampa e nelle sedi istituzionali preposte, affinché chi di competenza svolga il proprio dovere, realizzando i suddetti interventi ed evitando, in tal modo, che in futuro possano verificarsi altre tragedie”.