“Terzo Megalotto S.S.106 penalizza asset sviluppo” Lo dichiara Coldiretti Calabria
Il 3° Megalotto della S.S.106 Jonica che prevede l’ammodernamento del tratto da Roseto Capo Spulico a Sibari per circa 37 km è certamente un’opera pubblica strategica ed importante non solo per rendere più sicura la viabilità in Calabria ma perché rafforza la connessione a Sud lungo il corridoio adriatico – jonico -tirrenico. Le Risorse pubbliche impegnate, un miliardo e duecentotrentaquattro milioni di euro, ci danno la ragionevole certezza che l’opera finalmente si potrà realizzare è pertanto sarebbe un’occasione persa per tutta l’area dell’Alto Jonio ed imperdonabile per tutti non inserire anche l’ammodernamento della viabilità interna, per bloccare lo spopolamento e l’abbandono di una vasta ed importante area rurale e di immenso valore paesaggistico ed ambientale.
Pur manifestando quindi apprezzamento per la validità dell’opera la Coldiretti Calabria, pone una serie di interrogativi e rilievi, “La superficie vincolata, è di circa 250 ettari occupati dall’opera e 300 ettari di fascia di rispetto è prevalentemente suolo agricolo e si caratterizza per il Paesaggio Agrario unico ed irripetibile, Zona di Protezione Speciale e Sito Natura 2000; una serie di condizioni – prosegue il presidente dell’organizzazione Molinaro – evidenziate anche nelle prescrizioni imposte dai Ministeri della Tutela Ambientale e dei Beni Culturali come condizione per l’approvazione del Progetto.
La progettazione definitiva – rileva – non è stata concordata con tutti gli Enti Locali interessati e non condivisa con tutti i soggetti portatori di interessi socio-economico; un aspetto rilevante, – spiega- considerato che quest’opera deve contribuire a far crescere l’area interessata senza compromettere gli asset naturali (agricoltura di qualità e turismo diffuso) e quindi garantendo uno sviluppo sostenibile e durevole. Riteniamo indispensabile che tutti i soggetti Istituzionali colmino questo deficit di democrazia partecipata, e porre al centro l’interesse generale di un territorio che deve essere facilitato e non deturpato e sfregiato.
Infatti, per almeno due terzi dei complessivi 39 km previsti dal progetto – – illustra Molinaro – può essere utilizzato l’esistente tracciato per questo chiediamo a tutti i soggetti istituzionali, Ministero alle Infrastrutture, Anas e Regione Calabria, di intervenire per evitare contenziosi legali, peraltro già avviati. Sprecare risorse pubbliche e non destinare una parte delle stesse, alla viabilità delle aree interne per non condannarle all’abbandono e alla fuga dei giovani, con un crescendo pericolo anche idrogeologico a danno dei cittadini del litorale è una soluzione ottimale.
In ultimo chiediamo – va avanti – a tutte le Autorità la verifica delle prescrizioni imposte, dai Ministeri competenti, nell’approvazione del Progetto sotto l’aspetto dell’Impatto Ambientale e Paesaggistico ed alla Regione Calabria di verificare il rischio di spreco di risorse pubbliche e di ricordare e far rispettatre la norma regionale n. 28/2016 (art. 13 comma 1) di modifica e integrazione della L.R. 19/2002 (Legge Urbanistica) con la quale, si intende promuovere e tutelare il paesaggio, l’ambiente e l’attività agricola ritenendo il suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi e prevede appunto “consumo di suolo zero”.