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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

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Scarsa qualità vita, Calabria fanalino di coda in Italia Indicatori negativi sul piano della capacità economica e dei servizi. Il commento della politica

Scarsa qualità vita, Calabria fanalino di coda in Italia Indicatori negativi sul piano della capacità economica e dei servizi. Il commento della politica
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Occupano tutte la parte bassa della graduatoria, ma con un trend in crescita, in alcuni casi notevole, le province calabresi nell’annuale classifica della Qualità della vita del Sole 24 Ore, pubblicata oggi. La peggiore è Reggio Calabria, al terzultimo posto nazionale (108 su 100) ed in crescita, rispetto allo scorso anno, di un solo posto. La città dello Stretto è preceduta da Vibo Valentia, 98ma ma in recupero di 12 posizioni. In crescita anche Catanzaro e Cosenza, rispettivamente 90ma e 91ma con un +5 e 10 sul 2016. La migliore, a livello regionale pur essendo 85ma a livello nazionale, è Crotone, che però fa un balzo avanti di 21 posizioni. Per individuare la provincia dove si vive meglio, quest’anno sono stati inseriti sei nuovi indicatori (acquisti online, gap retributivo, spesa in farmaci, consumo di suolo, anni di studio, indice di litigiosità) e sono state realizzate sei grandi “fotografie”, con 42 scatti e più di 4.600 “dettagli” sotto osservazione.

ALESSANDRO NICOLO’ (FORZA ITALIA)

“Nessuna sorpresa suscitano i risultati delle indagini curate da ‘Il Sole 24 Ore’ e dall’Università ‘La Sapienza’ di Roma per ‘Italia Oggi’ che certificano quanto si riscontra da tempo: la Calabria è in coda alla classifica delle regioni italiane con un livello scarso di qualità della vita e con indicatori negativi sul piano della capacità economica e dei servizi”. E’ quanto dichiara il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò.
“In Calabria cresce il numero dei cittadini in condizione di assoluta indigenza e il Pil pro capite è fra i più bassi, ma alla Cittadella sembrano girarsi dall’altra parte, fingendo di non vedere una realtà che, anno dopo anno – come peraltro evidenziato in più circostanze dalle parti sociali, dalle associazioni di categoria e dalle sigle sindacali – scivola vertiginosamente verso il basso in tutte le graduatorie”.

“Non si possono tacere responsabilità ed omissioni. Serve adottare con solerzia – afferma Alessandro Nicolò – adeguate contromisure per evitare che la Calabria giunga sull’orlo del baratro”.

“Traducendo numeri e cifre in contenuti – prosegue il Capogruppo di Fi – il tenore di vita dei calabresi risulta scadente sia per quanto riguarda il reddito che per quanto concerne il livello di spesa per i consumi. In una regione che, sul versante del lavoro e dell’innovazione ha la maglia nera, dove scarseggiano le possibilità d’impiego e dove il tasso di disoccupazione giovanile è alle stelle, succede che si perdano finanziamenti comunitari (vedi agricoltura) e manca una progettualità per una netta inversione di rotta che dia respiro ad un’economia in stato di asfissia. E che dire poi dei servizi sanitari su cui pesano chiusure e ridimensionamenti che pregiudicano il diritto di curarsi, innescando un elevato tasso di emigrazione ospedaliera che pesa come un macigno sulle casse regionali? Senza contare la perdita di fondi per il welfare dinanzi ad un sistema sociale pubblico che, stante l’esiguità di risorse a disposizione, non è in grado di assicurare le necessarie risposte a poveri, anziani e minori. L’indagine si sofferma anche su ambiente e cultura. Quali azioni, dunque – come più volte abbiamo richiesto in Aula e in occasione di interventi a mezzo stampa – sono stati realizzati in termini di sostegno alla cultura, per la diffusione di librerie, la creazione di luoghi di aggregazione e di infrastrutture dedicate allo sport? Per non soffermarsi poi sui dati in materia ambientale relativamente al verde pubblico, alla raccolta differenziata e alla capacità di depurazione delle acque reflue, tutti argomenti sulle cui criticità siamo intervenuti più volte con specifiche interrogazioni”.

“La classifica 2017 – sottolinea Alessandro Nicolò – è dominata dalle province del Nordest con una linea di demarcazione sempre più netta dalle realtà del Mezzogiorno che continuano a perdere posizioni, segno incontrovertibile di una considerevole crescita delle disparità territoriali e di una distanza che aumenta sensibilmente sul piano economico e dei servizi. Ma a destare maggiore apprensione è che nel dossier curato da ‘Il Sole 24 Ore’, il dato complessivo, scorporato a livello territoriale, attesta che non c’è una sola provincia calabrese che si collochi al di sopra dell’ottancinquesimo posto. Dunque – al di là dell’Italia a due velocità che emerge dalla ricerca – la nostra regione guadagna un primato negativo dentro il primato negativo, visto che la provincia di Reggio Calabria è in posizione 108, al terzultimo posto nella graduatoria”.

“La fotografia del Paese offre un giudizio sulla Calabria senza appello. Rispetto a valori che registrano il segno meno in merito agli aspetti più qualificanti e determinanti sul livello di benessere e progresso di una realtà territoriale, serve – conclude Alessandro Nicolò – un cambio di passo del Governo regionale per una netta inversione di rotta e per un recupero che ormai non è più rinviabile”.