Scioglimento mafia, sindaci scrivono al ministro Minniti Cinquantuno amministratori reggini si sentono lasciati soli: "La tentazione di mollare è forte"
Cinquantuno sindaci del Reggino, su 85 in carica, hanno indirizzato una lettera al ministro degli Interni, Marco Minniti, sulle conseguenze dei ripetuti scioglimenti dei consigli comunali in Calabria. Nella missiva chiedono a Minniti «un incontro come segnale teso a ricreare un clima di serenità e fiducia necessario per indurli a continuare a svolgere il loro mandato nell’interesse delle comunità e della democrazia».
La lettera è firmata in calce dai sindaci di Roghudi, Caraffa del Bianco, Sant’Agato del Bianco, Casignana, Sant’Ilario dello Jonio, Camini, Martone, Grotteria, Agnana Calabra, Monasterace, Ardore, Locri, Ciminà, Africo, Palizzi, Ferruzzano, Staiti, Bruzzano Zeffirio, Feroleto della Chiesa (vicesindaco), Serrata, Melicucco, Melicuccà, Molochio, Giffone, Galatro, Montebello Jonico, Scido, Rosarno, Palmi, Cosoleto, Calanna, Cardeto, San Roberto, Oppido Mamertina, Terranova Sappo Minulio, Santo Stefano, Candidoni, Laganadi, Maropati, San Giovanni di Gerace, Roccella Jonica, Cinquefrondi, Bova, San Procopio, Varapodio, Antonimina, Scilla, Melito Porto Salvo, Roccaforte del Greco, Stignano.
Il rischio è che molti di loro decidano di gettare la spugna e non svolgere più il difficilissimo ruolo di amministrare le loro comunità. «Non parliamo qui della condizione economica, sociale e civile dei nostri Comuni e dell’intera Calabria, che Lei conosce bene essendo anche la Sua Regione: ci preme – scrivono – di più richiamare la Sua attenzione sulle condizioni ed i contesti in cui si trovano ad operare le nostre amministrazioni locali e noi Sindaci, primo presidio di democrazia, si dice, rimasto a contatto diretto con i cittadini ed il territorio. Un pezzo di Stato, sia pure periferico che non sempre si sente Tale anche perché misconosciuto dagli altri Organi dello Stato presenti sul territorio».