“Lsu e Lpu: urgente nota esplicativa Regione ai Comuni” Lo chiede il consigliere regionale Gallo per sbloccare le assunzioni dei precari
Vanno accelerate le procedure di assunzione a tempo determinato di lsu e lpu calabresi. Per farlo, serve che la Regione rimuova ogni incertezza di ordine tecnico e burocratico, senza scaricare sui Comuni il peso di incongruenze ed interpretazioni normative fumose. Lo afferma il consigliere regionale Gianluca Gallo, chiedendo espressamente alla Regione di «farsi carico fino in fondo delle proprie responsabilità, fornendo risposta ai quesiti già formulati da decine di Comuni calabresi». Innegabile, secondo l’esponente della CdL, il fatto «che l’opportunità di procedere all’assunzione sia pur a tempo determinato di migliaia di lavoratori vada colta, bene e subito: lo auspichiamo da anni e crediamo si debba procedere in questa direzione». Ma proprio per evitare intoppi, e soprattutto per scongiurare l’insorgere di ogni possibile contenzioso, presente e futuro, «è indispensabile muoversi nella chiarezza». Da qui la richiesta di «una nota esplicativa, che indichi ai Comuni come muoversi con certezza, preservando gli enti da ripercussioni negative sotto il profilo erariale ed al tempo stesso difendendo i lavoratori da sorprese negative».
Tra i punti ai quali dare risposta, osserva Gallo, anzitutto quello relativo alla possibile, definitiva stabilizzazione. «La Regione lascia intendere che i contratti a tempo determinato siano l’anticamera alla definitiva stabilizzazione. Ma alla luce del decreto Madia e delle correlate circolari ministeriali, cosa succederà se gli enti porranno sotto contratto oggi e fino alla fine del 2018 lavoratori ai quali non potranno poi garantire la stabilizzazione? E se questo rapporto di lavoro a tempo determinato dovesse sforare il limite massimo dei 36 mesi, le pubbliche amministrazioni rischierebbero d’essere citate per danni dai lavoratori lasciati inevitabilmente per strada? Soprattutto, a tutela proprio dei lavoratori, se questi ultimi non dovessero essere stabilizzati dai Comuni, che fine farebbero? Chi se ne prenderebbe carico una volta spirati i termini di contratti che non potessero essere oggetto di ulteriori proroghe?»
Domande tutte in attesa di risposta, come pure quelle sulle modalità di trasferimento delle risorse finanziarie agli enti utilizzatori e sul destino dei precari che comunque non potranno essere contrattualizzati, nemmeno a tempo determinato, già adesso. «Sono questioni affatto campate in aria», osserva Gallo: «Poiché l’obiettivo è dare risposte a migliaia di lavoratori calabresi che negli anni hanno acquisito capacità e competenze grazie alle quali gli enti locali riescono ad assicurare servizi essenziali, e che per rispetto e dignità non meritano inganni o false promesse, auspichiamo che messa da parte la retorica delle grandi occasioni la giunta regionale e gli uffici competenti si attivino immediatamente per chiarire la situazione, per come del resto avrebbero già dovuto fare, consentendo così ai Comuni di procedere speditamente alla stipula dei contratti, che è poi l’obiettivo da concretizzare con la massima celerità».