Confindustria riparte dalla città di Gioia Tauro Legalità e rilancio infrastrutturale le priorità del territorio
La sala consiliare del Comune di Gioia Tauro ha ospitato le pre assise per il Sud di Confindustria alla presenza del presidente nazionale degli Industriali, Vincenzo Boccia. L’evento, che ha visto la partecipazione di numerosi imprenditori calabresi e provenienti da altre regioni del Mezzogiorno, ha rappresentato una tappa di avvicinamento in vista delle assise generali che la stessa Confindustria celebrerà il prossimo 16 febbraio a Verona.
“Abbiamo voluto fortemente questa iniziativa qui a Gioia Tauro – ha spiegato in aperture dei lavori, il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Giuseppe Nucera – e ringrazio Unindustria Calabria e, soprattutto, il presidente Boccia per la grande attenzione e il sostegno dimostrati nei confronti di questo territorio. Ringrazio, inoltre, i tanti imprenditori presenti a questi lavori, segno evidente della voglia di protagonismo e della consapevolezza che caratterizzano il tessuto produttivo locale sui temi dello sviluppo e della crescita. Sono stato eletto presidente di Confindustria Reggio Calabria sulla base di un programma basato su due fattori chiave: legalità e sviluppo.
Segno tangibile di tale indirizzo è stata la prima assemblea che abbiamo voluto organizzare all’interno di un’impresa, quella dell’imprenditore Angelo Sorrenti che vive protetto a causa delle continue minacce della ‘ndrangheta. Confindustria Reggio ha avviato un nuovo rapporto con le istituzioni nel quadro di un nuovo corso che sta producendo dei risultati. Ad oggi, infatti, 25 nuove aziende sono entrate in Confindustria Reggio. Stiamo, inoltre, portando avanti un vasto programma di incontri sul territorio nell’ambito del quale stiamo toccando con mano le realtà produttive locali, le innovazioni di cui sono protagoniste, le maestranze. Parliamo in molti casi di eccellenze assolute in grado di competere a pieno titolo con i mercati nazionali ed esteri. Accanto alla legalità, naturalmente, ci deve essere lo sviluppo. In questo contesto la Calabria ha bisogno di una forte azione di marketing territoriale.
Disponiamo di 5 miliardi di euro legati ai fondi Por, oltre 1 miliardo di opere pubbliche ferme, dunque le risorse ci sono. E’ necessario riaprire i cantieri, avviare un’azione di confronto con il governo regionale. In tal senso annunciamo sin da ora che a partire dal 5 marzo, in sinergia con Unindustria Calabria, apriremo un dialogo forte. Le imprese hanno bisogno di risposte chiare, impegni e scadenze precise. Chiediamo, inoltre, interventi anche sul fronte del contrasto allo spopolamento e, parallelamente, al recupero delle risorse giovanili. In questa direzione avvieremo a breve un tour in tutta Italia e, in particolare, nelle università per illustrare le opportunità e le potenzialità che il nostro territorio è in grado di esprimere”.
“Il messaggio che lanciamo oggi da Gioia Tauro – ha evidenziato il presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca – è estremamente importante perché si riporta l’attenzione su uno dei luoghi strategici per lo sviluppo dell’intero territorio calabrese e del Mezzogiorno. Gioia Tauro può dare una risposta ai tanti problemi che ci sono in questa regione a cominciare dai vantaggi derivanti dall’istituzione della Zes che rappresenta un grande driver per stimolare tutte quelle imprese che credono nella Calabria e desiderano rimanere a investire qui. E’ necessario che la classe politica compia un ulteriore sforzo per far recuperare al porto e all’intera area industriale di Gioia Tauro la propria naturale centralità all’interno del Mediterraneo. Il Mezzogiorno ha bisogno di interventi più efficaci, la madre di tutte le riforme è senza dubbio la sburocratizzazione e una maggiore semplicità nel rapporto tra pubblica amministrazione e tessuto sociale e produttivo. Vogliamo, in altre parole, un paese normale”.
“Oggi ho ascoltato molte proposte utili e interessanti – ha detto il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia – di una parte importante di un Sud che vuole reagire attraverso una dimensione altamente simbolica come quella di Gioia Tauro. Ripartire da quest’area significa porre al centro due questioni importantissime, quella della legalità e quella del rilancio infrastrutturale. Questo paese non deve lasciare nessuno indietro e questo territorio ha tutte le carte in regola per diventare un laboratorio sperimentale per l’attrazione di nuovi investimenti e in cui la questione industriale diventa centrale.
La nostra linea è chiara, crediamo che non si debbano toccare le misure per il lavoro come il jobs act o gli strumenti del pacchetto Industria 4.0, i cui effetti sull’economia reale sono evidenti, più 30% di investimenti privati, più 7% di export. La politica deve essere misurata dai risultati sull’economia reale e alcuni provvedimenti stanno producendo effetti concreti. Non abbiamo tempo per fare i conti con una società ideologica, occorre essere pragmatici e far prevalere buon senso. Gioia Tauro è un sito strategico e dalle grandi potenzialità, dopo l’allargamento del canale di Suez e la pianificazione da parte della Cina delle rotte della seta, quest’area può diventare un motore di sviluppo per l’intero Paese. Un Paese che deve rifiutare l’idea di essere periferia dell’Europa ma essere centrale tra il continente e il Mediterraneo. Il 16 febbraio nel corso delle assise di Verona affronteremo chiaramente i contenuti dei programmi politici. Riteniamo che ci siano sul tavolo molte proposte ma occorre fare i conti con il nodo risorse, definendo le priorità che il Paese vuole affrontare. L’idea che porteremo a Verona sarà proprio l’idea di visione del Paese in cui si cambia il paradigma di pensiero, cioè prima si decide quali effetti sull’economia si vogliono realizzare e poi si individuano provvedimenti e risorse”.