Cittanova, il liceo “Guerrisi” si esporta in Germania Punta alla locomotiva d'Europa il progetto di alternanza scuola-lavoro del prestigioso istituto guidato dalla dirigente Angela Maria Colella. Una straordinaria opportunità di 3 settimane per 15 studenti di fare formazione-studio presso la Bayer di Düsseldorf
di Giuseppe Campisi
Cittanova – Una scuola d’eccellenza. E’ questo l’obiettivo di cui parla la dirigente Angela Maria Colella snocciolando con evidente soddisfazione i progetti che il Liceo Scientifico “Guerrisi” ha promosso e realizzato sotto la sua guida per la crescita non solo culturale ma anche umana dei suoi studenti. Un rapporto – quello appunto con gli studenti, personale amministrativo e corpo docente – calibrato sulle linee guida della sintonia, corresponsabilità e condivisione che ha favorito un clima grandemente produttivo sotto il profilo pedagogico con l’attenzione – quasi una vera e proprio materna preoccupazione – sempre rivolta alle competenze che i ragazzi dovranno acquisire per la loro formazione nel prosieguo della loro carriera.
Educazione, studio, rispetto delle regole, valori che nel mondo della scuola non sono poi così ovvi o scontatati ma che incardinano il giusto cammino verso la costruzione della società del domani che passa imprescindibilmente per ciascuno sui volti degli insegnanti e matura sui banchi e nelle aule. «Sinceramente mi trovo in un’isola qui allo scientifico perché l’utenza è caratterizzata da un target di qualità» racconta col volto sorridente la dirigente mentre spiega le dotazioni dell’istituto pluri-indirizzo (dal bellissimo planetario ai diversi laboratori) passando per la logistica delle attrezzature (palazzetto dello sport) e le alte potenzialità di sviluppo per i giovani non solo del territorio, atteso che riesce a calamitare, col suo valore aggiunto, studenti anche di comuni non proprio viciniori come Gioia Tauro o San Ferdinando.
Dunque, lo scopo dichiarato è quello di «puntare a realizzare un modello di scuola come poche ce ne sono con la gratificazione di vederla crescere, come una famiglia» afferma corrucciandosi però al pensiero dell’atavica carenza del sistema-trasporti che la Piana, e più in generale la Regione, vivono come handicap strutturale che pare insuperabile e che costringe le famiglie degli studenti a noleggiare pullmini per garantire l’arrivo a scuola. Parola d’ordine: nessuna occasione da perdere, dai finanziamenti pubblici a quelli europei, come il FSE-PON 2014-2020 che ha prodotto, grazie all’intuizione della preside, l’opportunità per 15 studenti di trascorrere 21 giorni a Düsseldorf in Germania, accompagnati in questo percorso da 2 docenti tutor, mutuando l’esperienza del “Duale Ausbildung” termine che tradotto dal tedesco significa “formazione duale” e indica in pratica l’alternanza scuola-lavoro, rappresentando un utile strumento per formare professionalmente i più giovani.
Un progetto partorito in ambito Miur e frutto della “Buona Scuola” a cui la preside si dice particolarmente favorevole, che impegnerà complessivamente poco più di 37mila euro di risorse assegnate al “Guerrisi” ma che consentirà, tenuto conto della personale certificazione Isee, ai giovani coinvolti (preferibilmente maggiorenni, con un livello linguistico non inferiore a B1 ed una condotta scolastica lodevole) di cimentarsi in questa entusiasmante avventura rapportandosi con il mondo scientifico della Bayer (od aziende collegate) nel cuore produttivo d’Europa potendo prendere anche dimestichezza con l’apparentemente ostico idioma tedesco. Una manovra di orientamento nel mercato globale del lavoro che potrebbe essere il preludio di potenziali future opportunità ma anche per accorciare le distanze tra la scuola ed il variegato mondo dell’impiego con un taglio d’internazionalità come bagaglio di esperienza: «Significa – ha rimarcato la dirigente Colella – preparare i nostri giovani a quello che sarà il loro futuro facendogli sperimentare dal vivo il mondo del lavoro».
La pratica traduzione di un complesso esercizio di ascolto dei bisogni “dal basso” consistente nella raccolta delle aspettative e delle necessità degli studenti poi catalizzate in convenzioni, ad esempio, con piccole realtà industriali e commerciali, studi medici e paramedici, professionali, specialistici o laboratori per magari, chissà, provare ad accarezzare, un po’ in anticipo e con tanto disincanto, quella che potrebbe rivelarsi la professione od il lavoro dei sogni provando a prendere le contromisure a quelle che potrebbero diventare le future responsabilità. Al netto delle mire del fisco – aggiungiamo noi – con una battuta. Perché, sia chiaro, i sogni si incentivano, non si tassano. In Italia, almeno per ora.