Cyberbullismo e deviazione giovanile al “Pizi” di Palmi Incontro di formazione e sensibilizzazione sulla tematica
Qualche giorno fa si svolto presso l’Istituto Superiore “N. Pizi” di Palmi l’incontro di formazione e sensibilizzazione “Cyberbullismo e deviazione giovanile”. All’incontro, organizzato dal Lions Club di Palmi, hanno partecipato il dott. re Giovanni Barone presidente del Lions e la criminologa nonché Giudice Onorario presso il Tribunale di Reggio Calabria, dott.ssa Titti Grillo. Sono state coinvolte, per l’occasione, tutte le prime classi del liceo Classico e Scientifico, accompagnati dai rispettivi docenti. Il dott.re Barone, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza del cyberbullismo come fenomeno che investe tutta la società ed il particolare il ruolo primario della scuola come agenzia educativa. E’ quindi intervenuta la dott.ssa Grillo che, parlando del cyberbullismo, ha illustrato le caratteristiche e la diffusione del fenomeno nelle generazioni di adolescenti. Il cyberbullismo, (ossia bullismo on line), è una forma di disagio relazionale, di prevaricazione e di sopruso perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione come l’e-mail, gli sms, i blog, i telefoni cellulari ed il web in generale. Non comporta dunque violenza o altre forme di coercizione fisica.
Nelle comunità virtuali il cyberbullismo può riguardare il “gruppo” e, di solito, le ragazze sono, più frequentemente, le vittime piuttosto che i ragazzi, attraverso messaggi contenenti allusioni sessuali. Solitamente il disturbatore agisce in anonimato, talvolta invece non si preoccupa di nascondere la propria identità. Rispetto al bullismo tradizionale, l’uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie:
Anonimato del molestatore: in realtà questo anonimato è illusorio perché ogni comunicazione elettronica lascia delle tracce, anche se, per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore. Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via sms o mail o in un forum on-line privato ,ad esempio, è più difficile reperirlo o rimediarvi.
Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti abbinate con la possibilità di essere “un’altra persona” on-line (vedi i giochi di ruolo), possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice on-line cose che non farebbe o direbbe nella vita reale. Assenza di limiti spazio-temporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici, (ad esempio nel contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo.
Il fenomeno, pur meno diffuso del bullismo tradizionale, è in costante e preoccupante crescita, poiché va di pari passo con l’enorme sviluppo e diffusione delle nuove tecnologie ed è caratterizzato da alcune azioni come: inveire contro qualcuno attraverso messaggi elettronici usando un linguaggio offensivo o volgare, molestare con insulti, diffamare, denigrare con pettegolezzi allo scopo di rovinare l’immagine o la reputazione di una persona, appropriarsi di identità altrui e mandare messaggi con lo scopo di mettere in cattiva luce la vittima designata e rovinare le sue amicizie, diffondere informazioni riservate, svelare o scoprire con l’inganno i segreti di qualcuno, divulgare informazioni imbarazzanti oppure diffondere tramite internet utilizzando chat, email, sms, ecc. immagini intime o a contenuto sessuale (sexting); ed ancora: perseguitare qualcuno recapitandogli ripetutamente messaggi minacciosi o che possono fargli temere pericolo per la propria incolumità.
Si rende necessario dunque, per quanto detto, contrastare questo fenomeno che spesso riguarda gli adolescenti della comunità scolastica. La scuola dunque, ha l’obbligo di informare i ragazzi sulla pericolosità del fenomeno e sulla necessità di denunciare immediatamente, quando si viene sottoposti a questo genere di soprusi. Fondamentale è che il ragazzo “bullizzato” non si chiuda in se stesso e parli del problema con l’adulto di riferimento, sia esso un genitore, un docente, un amico. Il “cyber” costituisce a tutti gli effetti un reato penale e come tale è perseguibile a norma di legge.
L’Incontro, che ha destato grande interesse da parte di tutti i presenti in sala, si è concluso con l’intervento della Prof.ssa Maria Domenica Mallamaci, Dirigente dell’Istituto, la quale ha posto l’attenzione sulla grande responsabilità della scuola, intesa come comunità educante, nonché sull’importanza fondamentale dell’apporto collaborativo della famiglia.
La Referente del Bullismo e Cyberbullismo
Prof.ssa Carmela Anna Cernuto