A Sersale si è parlato dell’era del bullismo digitale Importante convegno organizzato dall'Associazione LiberaMente
Si è svolto a Sersale, presso la porta del parco, venerdì 4 maggio, un importante convegno su “L’era del bullismo digitale: conoscere per intervenire, far web” organizzato dall’Associazione LiberaMente, in collaborazione con l’Istituto d’Istruzione Superiore di Sersale, ed ha visto la partecipazione attiva degli alunni i quali hanno anche realizzato dei cortometraggi sul tema; l’importante iniziativa è stata patrocinata, tra gli altri, anche dai Lions Club “Rupe Ventosa” oltre che dal Comune di Sersale e dall’Anpec, BeGov.
Nel corso dell’evento è stato affrontato il sempre più grave fenomeno del cyberbullismo attraverso gli interventi dei relatori che lo hanno analizzato sotto i vari aspetti; tra gli interventi la dott.ssa Donatella Tarantino, pedagogista clinico e psicomotricista funzionale, la quale si è soffermata sugli aspetti educativi “Il cyberbullismo è un fenomeno sociale e antropologico complesso e multidimensionale, che vede coinvolti diversi attori nella sua dinamica.
Gli adulti, da genitori da educatori da cittadini, sono l’anello cruciale per intervenire in modo efficace in tale scenario, attraverso l’educazione, che rimane il ponte imprescindibile per realizzare una coesione sociale improntata al vero benessere.
La pedagogia familiare risulta in crisi poiché in crisi è l’autorità genitoriale, proprio per questo è urgente recuperare il valore dell’educazione nella famiglia in primis e nella scuola e società”; in seguito la Prof.ssa Eleonora Pitari, docente di lettere presso l’Istituto Superiore di Sersale, ha concentrato il suo intervento sulla comunicazione non ostile “l’interazione sui social accelera e favorisce situazioni conflittuali.
Ne consegue una fragilità e una sofferenza relazionale che si può combattere partendo un’educazione alla cittadinanza digitale. Occorre stimolare una buona relazionalità riducendo, affinando e combattendo i linguaggi ostili dell’ambiente online e offline.
Ne consegue l’esigenza di diffondere nelle scuole il manifesto della comunicazione non ostile, i cui dieci punti invitano i ragazzi a riflettere sull’importanza del peso delle parole, che sono lo strumento per entrare in empatia con l’altro.
Occorre rispettare le idee altrui, conoscere la mediazione, educare all’ascolto e financo al silenzio”.
Il Dott. Vincenzo Lupia, ha affrontato il problema della sicurezza dei social e di come sia possibile difendersi per poter prevenire “la diffusione del cyberbullismo trova, purtroppo, terreno fertile in un mondo digitale in cui, gli utenti che ne sono arte attiva, sono totalmente sprovvisti di una qualsiasi educazione ad un uso consapevole della rete.
Qualsiasi fenomeno sociale, oggi, ha una capacità di amplificazione elevatissima, in termini di spettatori coinvolti, di velocità di propagazione e di durata nel tempo. Alla sempre maggiore partecipazione da parte dei colossi dell’informatica nella lotta contro la diffusione di contenuti inappropriati in rete, deve corrispondere anche un’azione di prevenzione da parte degli utenti, che si realizza effettuando una selezione più consapevole dei contenuti che scelgono di pubblicare in rete e tramite l’uso delle funzioni di difesa e segnalazione presenti ormai su tutte le piattaforme social”.
A concludere i lavori è stato l’Avv. Paolo Piccinini, del foro di Catanzaro, Segretario dell’Associazione Forense “Diritto di Difesa”, il quale si è soffermato sugli aspetti e le conseguenze penali e civili del fenomeno del bullismo e cyberbullismo “i reati ipotizzabili per il bullismo e cyberbullismo sono anche quelli previsti dal Codice Penale, e volendo fare un esempio, le percosse, lesioni personali, molestie, atti persecutori, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, la pornografia minorile, pornografia virtuale; in considerazione della diffusione di internet e di tutti quei mezzi di comunicazione telematica come facebook, whatsapp, il legislatore non solo è intervenuto nel corso degli anni prevedendo circostanze aggravanti nel sistema penal-sanzionatorio, ma il 29 maggio 2017 con legge n. 71 ha emanato la legge, appunto, sul cyberbullismo codificando il fenomeno e definendone le finalità e gli obiettivi nel contrasto, la prevenzione e la tutela sia per le vittime che per gli autori degli illeciti; la legge prevede l’oscuramento del sito web dal parte del gestore e/o da parte del garante della privacy, l’ammonimento del Questore, e il ruolo attivo della scuola attraverso misure di assistenza alla vittima e sanzioni e percorsi educativi per gli autori degli illeciti ma anche percorsi di educazione alla legalità e all’uso consapevole di internet. Le conseguenza per il bullo sono sia di carattere penale, attraverso un processo che può concludersi con una sentenza di condanna, sia di carattere civile con la condanna al risarcimento del danno in favore della vittima”.