Olio d’oliva dalla Tunisia: il no della Calabria Il Consiglio regionale approva l’odg presentato dal consigliere Gallo
L’olio d’oliva importato dalla Tunisia? Rischia di mandare gambe all’aria il comparto olivicolo calabrese. E la Regione prova a correre ai ripari. Nel corso dell’ultima seduta il Consiglio regionale ha dato il via libera all’unanimità all’ordine del giorno presentato dal consigliere Gianluca Gallo sul tema delle conseguenze dell’eliminazione dei dazi sulle importazione di olio tunisino. «Nell’ultimo quarto di secolo – ricorda l’esponente della Cdl – il consumo mondiale di olio è cresciuto del 49%. E secondo i dati presentati in occasione dell’ultima edizione di Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione, nel solo 2017 ne sono stati consumati complessivamente 2,95 miliardi di chili, la metà dei quali nei Paesi dell’Unione Europea, con l’Italia in prima fila, visto che 9 famiglie su 10 consumano olio d’oliva tutti i giorni». Un quadro nel quale spicca, a livello produttivo e sul piano della qualità, la Calabria.
«La nostra – sottolinea Gallo – è la seconda regione italiana per produzione di olio extravergine d’oliva dopo la Puglia, con una superficie di oliveti pari a 189.375 ettari e 215 milioni di piante, ma pesa la decisione della Commissione Europea di eliminare, da ultimo, anche i residui dazi sulle importazioni dalla Tunisia, con conseguente aumento delle importazioni stesse e la contestuale riduzione delle quote di mercato anche per gli oli calabresi». Scenari preoccupanti, pure perché «già oggi la Tunisia esposta verso l’Europa a dazio zero quasi centomila tonnellate all’anno di olio, ad un prezzo fissato in euro 3,43 al litro, notevolmente inferiore a quello degli oli italiani ed ora destinato ad abbassarsi ulteriormente, con ricadute negative per la Calabria dove, come ricordato da Confagricoltura, si rischiano una crisi del settore e l’abbandono degli uliveti, con ripercussioni sotto il profilo produttivo ed occupazionale».
Da qui la richiesta, fatta propria anche dal presidente della giunta regionale, «di favorire la tutela dell’olio calabrese anche nel confronto con il Governo e la Commissione UE, ed ancor più in sede di Conferenza Stato-Regioni». Ancor più rilevante, evidenzia Gallo, «la manifesta volontà di introdurre misure compensative in favore dei produttori di olio extravergine prodotto sul territorio regionale: non è protezionismo, ma una risposta necessaria per fronteggiare quella che si configura essere una forma di concorrenza illecita. Confidiamo adesso che dopo gli impegni pubblicamente assunti, per una volta alle parole seguano i fatti».