Lavoratori agricoli immigrati fuori dal ghetto Arriva il progetto “Green Economy and Immigration”
Sito abitativo “Green Economy and Immigration” lavoratori
agricoli intera piana di Gioia Tauro.
Il progetto si pone l’obiettivo di superare le forti e
confuse aggregazioni di manodopera agricola immigrata,
richiamata dalle produzioni stagionali e per la
concentrazione dell’elevato numero di presenze, di difficile
gestione.
Le conseguenze che si colgono, a prescindere
dall’impegno espresso dalle Istituzioni, a tutti i livelli, sono,
il permanere del “ghetto “ con enorme concentrazione di
immigrati sia nella tendopoli sia nella baraccopoli di San
Ferdinando – Rosarno.
I disagi odierni, conseguenti, sono sotto gli occhi di tutti.
Un permanere poco dignitoso, in assenza di servizi e
utenze minime, per non dire delle precarie condizioni
igieniche sanitarie, correlate al cibo e relativa
alimentazione.
L’idea progettuale tende al superamento di queste
odiose difficoltà e consiste nel:
Individuare e acquisire la disponibilità di quelle aziende
agricole organizzate e di coerente dimensione, di
partecipazione al progetto, presenti in tutta l’area della
piana di Gioia Tauro;
individuare, nell’ambito di ciascuna azienda, un’area
idonea dedicata e riportata in uno schema planimetrico
semplice e di pronta lettura, codificato in un processo
abitativo di green economy non invasivo, dedicato
all’accoglienza dei lavoratori agricoli, occorrenti all’azienda;
Individuare, uno strumento idoneo di monitoraggio
condiviso tra: Prefettura, Comuni, Organizzazioni Sindacali,
Organizzazioni Imprenditoriali, Azienda Sanitaria
Provinciale, Parrocchie, Strutture di Volontariato; che tenga
conto costantemente dello stato dei luoghi, con la
possibilità di anticipare le eventuali criticità, derivanti da
condizioni igieniche, sanitarie, sicurezza, criteri e modi
ricettivi;
Individuare e sostenere un adeguato collegamento tra la
campagna e i centri abitati, mediante mezzi di trasporto
dedicati, per giorni e orari.
Il progetto, dopo gli adempimenti sopra elencati, dovrà
concretizzarsi mediante l’ubicazione di prefabbricati moduli
abitativi ecocompatibili, 4/6 posti, ciascuno, in tutte quelle
aziende che hanno aderito al progetto.
Tutto il materiale usato per la realizzazione dell’intero
impianto abitativo deve corrispondere ai requisiti previsti
per un’economia verde, ben contestualizzato in delicati
ambiti produttivi agricoli, iniziando dalla piattaforma di
base, ricavata per la posa del modulo abitativo, nonché dai
materiali usati per gli impianti idrici, elettrici, fognari e di
riscaldamento.
I beneficiari di questi nuclei abitativi in legno, devono
essere solo quei lavoratori in regola con tutta la
documentazione prevista per soggiornare nel nostro paese.
In regola con l’applicazione del contratto agricolo e
relativa assunzione, al punto che possono soggiornarvi solo
coloro i quali hanno un regolare rapporto di lavoro in
essere.
Alla scadenza del contratto o al venir meno del regolare
rapporto di lavoro si deve lasciare l’alloggio.
Il progetto, su una stima approssimativa di area, si basa
su un annovero di 150 moduli abitativi, con una capienza
di 600/900 posti letto.
Le aziende che partecipano al progetto devono poter
contare su:
una diretta e snella collaborazione di tutte le Istituzioni,
volta a velocizzare parte delle procedure burocratiche,
senza aggravio di ulteriore spese;
una ponderata agevolazione fiscale o detassazione,
per impegni di spesa, coerente con la gestione del
progetto;
una condivisine di responsabilità, in partenariato
istituzionale, per il mantenimento efficiente degli
alloggi e sicurezza in generale;
una facilitazione di accesso al credito dedicato, con
la possibilità di agire, in convenzione, con alcuni istituti
bancari e finanziari, per aprire spazi di nuova negoziazione
per facilitare la canalizzazione dei pagamenti dei salari dei
lavoratori, secondo le ultime norme sulla tracciabilità e
antiriciclaggio;
una ulteriore considerazione, affinché emergano le
buone pratiche, da premiare quando si tratta di entrare
nella rete del “ lavoro agricolo di qualità”, privilegiando,
per quanto possibile, il consumo di tutti quei prodotti frutto
di sane scelte organizzative, che antepongono etica e
responsabilità d’impresa, senza sfruttamento alcuno.
una dotazione di strumentazione informatica
adeguata, per assicurare un costante monitoraggio
telematico sulle specificità di settore e sui collegamenti
multimediali, proprio per una prima formazione e entrata in
una dialettica di ricognizione giornaliera e periodica, sulle
criticità e punti di forza di questo diverso modo di
presenziare l’azienda e più complessivamente il territorio.
Un collegamento in rete, con monitor dedicato in tutte le
strutture, affinché, su specifici piani di scambi culturali
e formativi, si possa interagire in videoconferenza, per
comunicare, contemporaneamente, con tutte le 150
strutture.
Questo, non presuppone spostamenti, tornando utile
quando si vuole dialogare con coerenza nelle diverse
lingue, per spiegare ai lavoratori, le prime cose essenziali,
sulle regole emanati dagli Enti Locali, dai contratti di
lavoro, dalle norme generali, dai provvedimenti Prefettizi o
di natura sanitaria, oltre che per l’esplicazione di moduli
formativi dedicati.
La necessaria costituzione di un partenariato operativo, di
campo, che deve poter agire per trovare le risorse e
fronteggiare la spesa e tutto il fabbisogno per la buona
riuscita del progetto, con una specifica pianificazione e
relativo piano di gestione.
Possibili soggetti animatori
Il progetto, combinato a finanziamento plurimo, vede,
per molte attività connesse, possibile l’impiego dei giovani.
I giovani, potrebbero agire, su progetti integrati,
riguardante le diverse attività di accompagno verso
un’integrazione e indispensabile emancipazione dei
lavoratori e lavoratrici agricoli immigrati.
Devono muoversi su due differenti livelli:
il primo, rivolto a un percorso di prima formazione e
animazione culturale e linguistica, migliorando quelle
conoscenze pratiche e di primo accostamento, per facilitare
una guidata e condivisa integrazione di questi lavoratori
immigrati.
Per questo tipo di attività i giovani devono avere un
adeguato livello di istruzione e una specifica formazione
particolareggiata;
il secondo, dedicato ai servizi in generale, da quello di
trasporto, da e per i centri urbani o centri commerciali, a
quello di lavanderia, somministrazione di vivande, pulizie
ecc..-
Le iniziative giovanili, sotto le diverse forme e le
risorse di:
“ io resto al sud “ potrebbero tracciare una via
percorribile, facendo inserire i giovani in veri progetti di
grande utilità umanitaria ed economica, in un’area
che presenta delle grosse difficoltà di gestione del
fenomeno immigrati.
Possibili soggetti finanziatori
Europa, attraverso specifici provvedimenti, bandi e
progetti;
Governo, mediante provvedimenti adottati dai diversi
Ministeri competenti; Lavoro, Interno ecc.;
Regione, con i finanziamenti propri, oltre che PSR/POR
ecc.;
Città Metropolitana, attraverso un possibile fondo
dedicato di sostegno al progetto;
Fondazione per Sud, dopo aver posto la necessaria
attenzione, su un diverso modo di gestione delle criticità,
legate al lavoro agricolo con soggetti svantaggiati,
meritevoli di processi formativi e di integrazione, animati e
culturalmente sostenuti;
Fondi dei Comuni, recuperati e dedicati a una migliore
gestione territoriale del complesso fenomeno dei braccianti
immigrati a seguito di pertinente ( ATS) Associazione
Temporanea di Scopo, che ne indichi tutte le modalità di
sostegno;
Fondi datoriali, sindacali e di altre organizzazioni,
sensibili al problema e impegnati sul versante delle
possibili soluzioni.
Impegno di spesa previsto
Per la realizzazione di detto progetto, è prevista una spesa
complessiva di 3.000.000 di euro, meglio dettagliata nei
prospetti riepilogativi.
Riportiamo la maggiore spesa, che, vede il costo di ciascun
modulo abitativo scelto, completo di tutto di:
euro 15.000 x 150 = 2.250.000
il progetto è composto dalle seguenti voci:
– MODULI ABITATIVI PREFABBRICATI IN LEGNO
DA 5/6 PERSONE
– IMPIANTO RECUPERO ACQUA PIOVANA DA GRONDAIA
– VASCA IMHOFF PER TRATTAMENTO ACQUE NERE
– KIT FOTOVOLTAICO PANNELLI SOLARI
– FRIGORIFERO BASSO CONSUMO
– KIT VIDEOSORVEGLIANZA
– COMPUTER
Voci in dettaglio con relativi costi
MODULI ABITATIVI PREFABBRICATI IN LEGNO
Strutture modulari antisismiche, monopiano, smontabili con
isolamento termico completi di impianti tecnologici.
Realizzate su fondazioni prefabbricati.
Da 5 persone
m 10,15 x m 7,55 mq 76,7
Da 6 persone
m 11,35 x m 7,55 mq 85,7
Prezzo € 10.000,00 a modulo abitativo
IMPIANTO RECUPERO ACQUA PIOVANA DA GRONDAIA
Impianto ecosostenibile per il recupero di acque piovane dalla
grondaia completo di serbatoio 3.000 litri, tubazioni, ed
elettropompa.
€ 800,00
VASCA IMHOFF
contenitore in polietilene corrugato rinforzato e provvisto di
sedimentatore di pomis. Ø 1250 x H 1200 mm, capacità 1200 Lt
compatta da interro indicata nel trattamento delle acque nere
provenienti dai wc cucine ad utilizzo domestico, escluse acque
piovane, polietilene lineare ad alta densità (LLDPE)
€ 2.000,00
KIT FOTOVOLTAICO
Con pannelli solari fotovoltaici per alimentare luci, TV, PC, frigo.
€ 800.00
FRIGORIFERO
Con alimentazione pannello fotovoltaico, corrente continua a
12/24V, a basso consumo, 60 litri
€ 500,00
VIDEOSORVEGLIANZA
Telecamera da esterno 360° + router 4G + alimentazione solare,
senza fili.
€ 400,00
COMPUTER e rete Wi-Fi
Da utilizzare per videoconferenze, formazione, informazione.
€ 500.00