Porto Gioia Tauro, incontro tra Sul ed il ministro Di Maio Si è discusso della drammatica situazione dello scalo
Riceviamo e pubblichiamo
In data 17 luglio 2018 una delegazione del SUL composta da Daniele Caratozzolo, Vincenzo Malvaso e Antonio Luvarà ha incontrato presso l’Azienda De Masi il Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro e delle Politiche Sociali On. le Luigi Di Maio. Gli stessi oltre ad aver consegnato al Ministro una Lettera Aperta riguardo la drammatica situazione in cui versa il Porto di Gioia Tauro si sono soffermati sulle varie problematiche che hanno causato e che purtroppo continuano a peggiorare, una situazione in cui per riprendere le parole degli interlocutori “non si vede la luce in fondo al tunnel” aggiungeremmo che forse quel buio sta diventando sempre più intenso e se non si agisce subito si rischia che divenga irreversibile, in un’area dove la disoccupazione regna sovrana e la stessa è più conosciuta per la criminalità e la ribalta delle cronache locali.
Occorre immediatamente invertire questa tendenza, l’Area Portuale Gioia Tauro è piena di maestranze formate e professionali, piena di gente onesta che vuole vivere di lavoro e ripudia l’assistenzialismo e l’elemosina.
È stata creata la ZES, è stata creata l’Agenzia per il Lavoro Portuale al fine di ricollocare i 377 licenziati dello scorso luglio 2017 dopo sette anni di utilizzo degli ammortizzatori sociali da parte di MCT, ovvero la società concessionaria dello scalo, quest’ultima assieme ad MSC unica cliente del porto, ovvero unica società a portare container a Gioia Tauro, avevano preso specifici impegni nei tavoli Ministeriali, che avrebbero dovuto portare investimenti e incremento dei volumi di contenitori movimentati, si leggono tra le carte firmate in quel periodo anche da MCT testuali parole “Con l’obiettivo di salvaguardare il principio che neanche un posto di lavoro debba andare perduto”.
Ebbene è stato tutto disatteso, i collocati in Agenzia sono iscritti nelle liste dei disoccupati, investimenti a distanza di un anno dai licenziamenti non ve ne sono stati e cosa ancor più tragica i volumi di container movimentati si sono contratti ulteriormente, facendo pensare ad una nuova tornata di crisi Aziendale con ulteriori tagli sul personale. Questa è la realtà di un’area considerata terra di conquista, terra dove ciò che al solo pensiero indignerebbe un lavoratore del Nord, qui al Sud diventa consuetudine, terra che aspetta da anni il proprio riscatto e che pretende lavoro, giustizia e legalità.
Chiediamo all’attuale Governo di attivarsi urgentemente per gestire la situazione Porto di Gioia Tauro, chiediamo di verificare gli impegni che MCT ed MSC hanno assunto al Ministero e che hanno portato a 377 licenziamenti, ciò al fine di valutare l’operato di queste società, poiché non è possibile sfruttare sette anni di ammortizzatori sociali usando soldi pubblici per poi licenziare e andare avanti come se nulla fosse successo, tanto paga sempre pantalone, in tal caso purtroppo il prezzo più caro lo hanno pagato 377 lavoratori, molti padri di famiglia, che dopo sette anni di sacrifici sono stati messi fuori dalla porta e questo è peggio del comportamento assunto dalle società che delocalizzano.
Chiediamo inoltre la realizzazione di quelle opere previste dall’Accordo di Programma Quadro su Gioia Tauro, “non c’è più tempo” e con questa frase vogliamo lanciare un vero e proprio grido di allarme, se sparisce il Porto tutto il lavoro fatto per la costituzione della ZES, dell’Agenzia, i soldi pubblici spesi nell’area portuale e gli investimenti dei pochi Imprenditori che ci hanno creduto, saranno stati vani e sinceramente non ce lo possiamo permettere e non dobbiamo permetterlo, Gioia Tauro ha ancora le potenzialità per essere leader tra i porti e volano di sviluppo di quell’area prima nominata per le cronache ma che oggi punta al cambiamento con onestà intellettuale e voglia di fare e di riuscire, l’unico ricordo che a noi preme è infatti “Gioia Tauro Primo Porto del Mediterraneo”. Governo noi ci siamo con dignità, onestà e a testa alta.