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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Arti visive, a Cittanova Hic Manebimus Optime Presentazione della corposa produzione artistica di Salvatore Insana

Arti visive, a Cittanova Hic Manebimus Optime Presentazione della corposa produzione artistica di Salvatore Insana
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La mia ricerca ha sempre oscillato tra la ferma volontà di restare (in un luogo, in un mondo) e quella ancora più pressante di andarsene, di consentire alle spinte centrifughe di fare il loro corso, e portarmi altrove. Ma restare è innanzitutto all’interno dell’immagine, dentro di essa, dentro la sua ambigua e trascinante forza mistica, lirica, un atto di resistenza. In un 2018 che è quello di celebrazione dei 400 anni dalla fondazione di Cittanova e insieme, dei primi dieci anni della ricerca di Salvatore Insana nel vasto campo delle arti visive, e del primo anno di vita sotto nuove vesti de La VILLA (già villa Zito de Leonardis), HIC MANEBIMUS OPTIME / Siamo qui per restare è un’occasione, per Salvatore e per noi, di presentare nel suo paese di origine, una corposa retrospettiva di opere (fotografie, video, performance), la sua importante produzione artistica che abbiamo fatto coincidere come prima residenza d’artista per l’inaugurazione di un ciclo di iniziative d’arte contemporanea.

Siamo qui per restare. Siamo qui per arrestare il corso inevitabile delle cose. Per arrestare la fuga dal presente. Qui staremo bene perché lasciamo tempo al tempo. Perché lasciamo che lo spazio dialoghi con il corpo, con esso si incontri e si scontri, in simbiotica attitudine. La frase che dà il titolo alla mostra, citata in un’iscrizione all’ingresso di Villa Zito de Leonardis, è sinonimo di ferma decisione, di volontà di resistenza e di tenacia. Un centurione romano, secondo Tito Livio, avrebbe pronunciato dopo l’incendio di Roma da parte dei Galli (390 a. C.), ‘signifer, statue signum; hic manebimus optime’ [Pianta l’insegna qui, alfiere; questo è il posto giusto per noi!], invitando il suo drappello a fermarsi nei pressi della Curia, e che, udite dai senatori, i quali stavano appunto deliberando sul trasferimento della capitale a Veio, furono interpretate come un ammonimento divino contro quella deliberazione.

La frase fu ripetuta anche da Quintino Sella quando Roma divenne capitale d’Italia, fu poi usata da Gabriele D’Annunzio durante la sua campagna di Fiume nel 1920. A partire dal Vernissage della retrospettiva, previsto per venerdì 10 Agosto ore 18:00, in cui avremo il piacere di ospitare un dialogo sull’arte con il maestro Cesare Berlingeri, con Veronica D’Auria (curatrice del C.A.R.M.A. – Centro d’arte e di ricerche multimediali applicate) e Pasquale Fameli (Università di Bologna), autori degli interventi critici sui lavori in mostra, e con la presenza di Elisa Turco Liveri, figura fondamentale per la realizzazione di molte delle opere esposte, saremo lieti di ospitare in una serie di incontri in forma di work in progress, Artisti, Critici, Partner attenti ai linguaggi dell’arte contemporanea e all’opera di Salvatore Insana fino a raccogliere nuovi contenuti per il catalogo e completare l’allestimento con la presentazione di un’opera originale prevista per il Finissage in Ottobre