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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 25 NOVEMBRE 2024

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Zecche asiatiche raccapriccianti invadono gli Stati Uniti Portano malattie

Zecche asiatiche raccapriccianti invadono gli Stati Uniti Portano malattie
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Dall’altra parte dell’Atlantico, i media la chiamano “il tic tac
asiatico”. Questo invasore sta già seminando il panico negli Stati
Uniti. “Haemaphysalis longicornis” è stato segnalato per essere in
grado di trasmettere malattie in sette stati degli Stati Uniti sulla
costa orientale e nelle immediate vicinanze di New York. Nessuno sa
come ci sono arrivati. Haemaphysalis longicornis sono originari
dell’Asia e sono stati segnalati in diversi stati degli Stati Uniti
sulla costa orientale. Sono stati recentemente avvistati nella
periferia di New York. Sono arrivate nel New Jersey nell’estate del
2017 e si stanno diffondendo da una contea all’altra, facendo scattare
l’allarme degli esperti di salute. Una regione che ha una delle più
alte concentrazioni di casi di malattia di Lyme negli Stati Uniti, una
malattia che viene trasmessa dalle zecche …L’estate scorsa, molti
pensavano che le zecche asiatiche non sarebbero sopravvissute
all’inverno americano. Ma un anno dopo, le autorità sanitarie di
altri sei Stati riferiscono della presenza della specie in Arkansas!
Soprannominato “il killer tick asiatico” dai media negli Stati Uniti,
questo tick nativo di Asia orientale è parte di una specie invasiva e
“partenogenesi”, vale a dire che riproduce asessuata, clonando se
stesso, come spiegato in un rapporto pubblicato lo scorso marzo dal
Medical Journal of Entomology dell’Università di Oxford. Ma tra le
loro caratteristiche di questa particolare razza di insetti c’e’
quella di ‘attaccarsi’ su qualsiasi tipo di animale, rendendo la loro
diffusione piu’ rapida e pericolosa. Possono deporre fino a 2000 uova,
succhiare grandi quantità di sangue e trasmettere malattie. Le zecche
Haemaphysalis longicornis sono state trovate in parchi pubblici e
campi da golf nel New Jersey, nelle praterie dello Stato di New York.
È stato anche riportato in Virginia, West Virginia, Arkansas, North
Carolina e Pennsylvania, su cavalli, cani, cervi e persino un opossum.
Gli allevatori sono giustamente preoccupati per il loro bestiame. Nel
mese di agosto 2017, il primo “paziente” contagiato gli Stati Uniti
erano una pecora nel New Jersey. Gli specialisti sono stati inviati al
sito per ispezionare la bestia e raccogliere campioni. “Un minuto dopo
il nostro arrivo nella stalla, prima ancora che venissero colpite le
pecore, l’ovino è stato completamente ricoperto di zecche”. Lo ha
evidenziato in un video Tadhgh Rainey, un entomologo che lavora per il
Dipartimento di Sanità Pubblica del New Jersey. La pecora, ne aveva
centinaia. Furono necessari diversi lavaggi di permetrina (un
insetticida) per disinfettare completamente le pecore. Lo scorso
novembre, la sua lana non conteneva zecche. I ricercatori hanno
pensato che le temperature in calo (sotto lo zero) fossero sufficienti
a sradicarle. Ma è possibile che abbiano resistito, sepolte nel
terreno, in attesa della primavera. Dal ritorno del calore e del sole,
hanno continuato a diffondersi. Come potrebbe la pecora che “non ha
mai viaggiato fuori dal paese o anche all’interno dello stato”, può
essere stata coperta dalle zecche? Asia? I ricercatori non ne sono
consapevoli, ma sono preoccupati per la rapida diffusione
dell’Haemaphysalis longicornis .Un pericolo per l’uomo? Un morso di
una di queste zecche può diffondere il phlebovirus, o RVFV,
nell’uomo, che causa una febbre emorragica emergente potenzialmente
fatale nel 15% dei casi. Tra le malattie a cui queste zecche sono
state associate figura una patologia che abbassa le piastrine del
sangue e causa febbri violente, la ‘anaplasmosi’ e una cosiddetta
‘febbre della montagna Rocciosa’. Per il momento, nessun caso di
phleovirus è stato segnalato. “Non possiamo ancora dire se è una
vera minaccia per noi”, ha dichiarato Ben Beard, un ufficiale del
Centro per il controllo e la prevenzione degli Stati Uniti al The New
York Times. Ma la minaccia per il bestiame è molto reale. La
diffusione delle zecche, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello
“Sportello dei Diritti [http://www.sportellodeidiritti.org/]”, non
ha una spiegazione scientifica ma ambientale, correlata all’aumento
della temperatura terrestre degli ultimi 20-30 anni e all’incremento
della fauna selvatica che hanno condizionato il protrarsi
dell’attività di questi parassiti dalla primavera all’autunno
inoltrato e la colonizzazione di nuovi territori, anche prossimi alle
aree urbane. In funzione di questa recente evoluzione, la Comunità
Europea deve intervenire richiedendo innanzitutto la notifica di
eventuali casi di malattia. Questo processo consentirà da un lato una
più accurata mappatura del parassita anche perchè non si esclude che
le costanti variazioni climatiche e le abitudini che portano sempre
più spesso a svolgere attività outdoor siano condizioni favorevoli
alla diffusione della zecca asiatica anche in Europa.