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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 25 NOVEMBRE 2024

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Morto Mario Congiusta, padre di una vittima di ‘ndrangheta Il figlio venne ucciso nel 2005, anni di battaglie per avere giustizia. Il cordoglio della politica

Morto Mario Congiusta, padre di una vittima di ‘ndrangheta Il figlio venne ucciso nel 2005, anni di battaglie per avere giustizia. Il cordoglio della politica
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SIDERNO (REGGIO CALABRIA) – É morto nella sua casa di Siderno, a causa di un male incurabile, Mario Congiusta, padre di Gianluca, ucciso il 24 maggio del 2005 in un agguato di ‘ndrangheta quando aveva 32 anni. Mario Congiusta, che aveva 71 anni, dalla morte del figlio si era battuto strenuamente per avere giustizia. Aveva anche creato una fondazione intitolata al figlio e non mancava mai alle manifestazioni promosse dalle associazioni antimafia, dimostrando un attivismo instancabile.
Mario Congiusta aveva espresso la propria soddisfazione quando venne individuato quello che era ritenuto il mandante dell’uccisione del figlio, il presunto boss della ‘ndrangheta Tommaso Costa. Ma era stata cocente la sua delusione quando nell’aprile scorso la Corte di cassazione aveva annullato la condanna all’ergastolo di Costa, rinviando gli atti del processo alla Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria per la celebrazione di un nuovo dibattimento, che però non é ancora iniziato.

Associazione Amici del Libro e della Biblioteca

ALB esprime la massima vicinanza alla famiglia di Mario Congiusta, morto a
causa di un male incurabile.
Della sua figura ricordiamo il lottatore infaticabile e la sua battaglia
perché venisse resa giustizia e verità per la morte del figlio Gianluca
barbaramente ucciso e ancora senza colpevoli.
Era diventato portavoce delle associazioni antimafia e rappresentante della
lotta alla criminalità organizzata, ininterrottamente senza mai
risparmiarsi fino alla fine, sempre presente ad ogni manifestazione,
silenzioso e col suo sguardo pensieroso.

MARIA GRAZIA LAGANA’ FORTUGNO

“Sono addolorata per la scomparsa di Mario Congiusta. Un uomo onesto che
non ha smesso neanche un istante di dare tutto se stesso per arrivare fino
in fondo alla verità sulla morte di Gianluca”. Lo afferma Maria Grazia
Laganà Fortugno, già deputata della Repubblica. “Da quel tragico 24 maggio
2005, in cui fu barbaramente ucciso suo figlio, Mario Congiusta ha speso
ogni energia che gli era rimasta per il contrasto alla criminalità che
soggioga i nostri territori e toglie a ciascuno di noi diritti e libertà,
fino al bene più prezioso, che è la vita. In questi anni – prosegue Maria
Grazia Laganà Fortugno – sono state tante le occasioni di impegno e
testimonianza per la legalità, in cui mi sono ritrovata accanto a Mario
Congiusta. Da cattolica – conclude l’ex parlamentare – l’unica consolazione
è sapere oggi che Mario, nel concludere la sua sofferta esperienza terrena,
si è finalmente ricongiunto a Gianluca, dopo oltre 13 anni di battaglie e
sofferenza. Ai suoi familiari esprimo vicinanza e cordoglio”.

Fattore comune Siderno

Il Circolo Fattore Comune di Siderno piange la scomparsa di Mario Congiusta, una fra le figure più battagliere e determinate della nostra cittadina,e si stringe al dolore della moglie, delle figlie e di tutta la famiglia.

Con il suo esempio e la sua lotta, Mario ha insegnato a giovani e meno giovani che bisogna combattere insieme per estirpare la malapianta dell’illegalità diffusa, dell’omertà, della mafia, degli abusi di potere e della sopraffazione umana, civile e sociale.

CaroMario, ci mancheranno i tuoi interventi accesi, lucidi e coerenti; il tuo profuso fervore di padre coraggio nel cercare invano quella luce di verità che si credeva potesse filtrare  dalle crepe della miseria umana.

Noi di Fattore Comune, in modo particolare, non possiamo dimenticare il tuo intervento del maggio 2016 quando, in occasione di un nostro evento organizzato per la ricorrenza dell’11° anniversario dell’uccisione di tuo figlio, Gianluca, e per  il centenario della nascita di Felicia Bartolotta, madre coraggio di Peppino Impastato,ti sei rivolto aigiovani e ai presentiparlando col cuore e con la mente, regalando loro attimi indefiniti di crescita e di conoscenza, sempre con la dignità e la forza che ti hanno contraddistinto. Ci sentiamo orfani, ma alto rimane il messaggio che ci hai lasciato in eredità col tuo fervore, la tua battaglia, il tuo esempio.

E tutto questo lo ricorderemo e lo tramanderemo con affetto, cura e rispetto, consci, però, che abbiamo un dovere nei tuoi riguardi e nei riguardi dei nostri figli perché la Memoria e l’Impegno, come dicevi tu, rimangano vivi e propulsivi.

Che tu possa ora percorrere infinite ed eterne distese verdi col tuo amato Gianluca, in una dimensione certamente migliore di quella in cui noi oggi, miseri esseri “umani”, viviamo. Ciao Mario!

Chiusura degli uffici Re.co.sol. di Gioiosa e Cinquefrondi per lutto

Mario Congiusta è sempre stato un grande amico di Re.co.sol., sempre vicino alle cause degli ultimi. Il Riaceinfestival aveva istituito il premio Gianluca Congiusta, per sostenere la sua battaglia per la verità e la giustizia per l’omicidio di suo figlio. Mario se n’è andato senza verità né giustizia. Non esiste un colpevole dell’omicidio di Gianluca. Domani mattina, nel giorno delle esequie, in segno di lutto per la scomparsa di Mario Congiusta, gli uffici Re.co.sol. di Gioiosa e Cinquefrondi rimarranno chiusi. Per ricordarlo e per continuare a chiedere verità e giustizia.

Il Segretario-Questore dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, Giuseppe Neri, ha così ricordato la scomparsa di Mario Congiusta:

“Con Mario Congiusta si spegne un simbolo di legalità lontano dal clamore.

Se n’è andato, lontano dai ‘riflettori’, lontano dalla giustizia. Una giustizia per lui sorda e cieca, che non gli ha concesso in vita il sollievo della verità – sottolinea Neri –  per un omicidio senza colpevoli che gli ha strappato un figlio, ammazzato dalla ‘ndrangheta. Gianluca nel 2005 aveva solo 32 anni, e da allora il dolore e i fermenti del padre non hanno mai ricevuto la grazia dell’ascolto”.

“Non ho conosciuto personalmente Mario Congiusta, ma la sua testimonianza di giustizia è stata sempre simbolo di un attivismo ‘puro’ di lotta alla criminalità in una terra in cui, spesso, si è rischiato di compromettere il valore dell’antimafia.  Pacato e composto, nell’instancabile ricerca della verità, nella sua dignità di padre lacerato dalla sofferenza, non ha mai smesso di lottare per fare piena luce e chiarezza sul barbaro omicidio del figlio. Lo ha fatto senza urlare ma con l’orgoglio e la fermezza di cui avrebbe bisogno la nostra terra per il suo riscatto sociale. Sempre”.

“Ricordo quando nel novembre del 2014 decise di ‘restituire allo Stato’ la tessera elettorale. Lo capii e ne assimilai il senso. Mario pensò che lo Stato abbandona chi resiste. Chi combatte per qualcosa di giusto, per qualcosa che possa coinvolgere e creare rete, caratterizzandosi come esempio positivo e movimento di coscienze. Mario non si arrese. Allora disse: “Quanto tempo devo aspettare per avere giustizia o se devo prima morire e averla dopo morto?”. E’ stato sconfitto solo da un male incurabile. Il destino non gli ha dato il tempo della verità, se un tempo mai ci sarà”.

“Negli anni – tredici lunghi anni – ha portato avanti un’opera di sensibilizzazione nei confronti della collettività, senza clamore, ma con l’intento di far conoscere a tutti la storia del figlio e sollecitare, sensibilizzandole, le nuove generazioni sull’importanza della lotta alla mafia, da perseguire con valori umani e con basso profilo”.

“Coraggio e determinazione l’hanno reso, senza volerlo, un modello da seguire: alla Calabria intera ha dato una lezione di impegno civile. Con ardire e dignità, è divenuto testimone autorevole e autentico di senso civico e legalità. Un uomo, che con i suoi ‘guanti bianchi’, non ha mai ceduto alle lusinghe della politica e non ha mai abbassato la guardia a chi avrebbe cercato di sfruttare le sue battaglie per un momento di passerella antimafia”.

“Di Mario Congiusta – conclude Giuseppe Neri – ci mancherà la sua immagine di fierezza, di non aver ceduto ai prepotenti e a quanti avrebbero voluto piegarlo con l’indifferenza e l’isolamento. Immagine bella e serena di uomo comune con virtù straordinarie. Emblema di resistenza e testimone di giustizia per tutte le vittime innocenti delle mafie. Il suo messaggio resterà indelebile nel cuore e nella mente dei calabresi”.