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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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A settembre possibili rincari del costo del pane, pasta e dei prodotti da forno Come conseguenza dell’aumento del prezzo a livello globale del grano. Lo “Sportello dei Diritti” rilancia le preoccupazioni di fornai e panificatori

A settembre possibili rincari del costo del pane, pasta e dei prodotti da forno Come conseguenza dell’aumento del prezzo a livello globale del grano. Lo “Sportello dei Diritti” rilancia le preoccupazioni di fornai e panificatori
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Lo aveva già preannunciato ad inizio agosto il Wall Street Journal,
uno dei più importanti quotidiani finanziari al mondo, il possibile e
rapido aumento del prezzo del grano dovuto ad un mix di inverno molto
freddo ed estate bollente. Ed aveva fatto presagire che si sarebbe
potuti tornare ai picchi del 2012. Diversi analisti del settore, come
riportato dall’autorevole giornale americano, hanno rilevato che
“ogni ulteriore calo delle forniture potrebbe condurre il mercato in
condizioni di grossa scarsità di offerta”, situazione nella quale
il prezzo sale sempre per le leggi dell’economia. Circostanze che
avrebbero avuto un conseguente effetto sui prodotti trasformati, in
particolare pane e pasta. La produzione, in particolare, sarebbe
calata in Unione Europea, Russia, Stati Uniti, Canada, Ucraina,
Pakistan Australia e Turchia. Tutti i grandi produttori, in pratica e
non solo. Secondo le stime USA, la produzione globale di grano calerà
da 758 a 730 milioni di tonnellate anno su anno. Ed era stata la
stessa Coldiretti ad allarmarci prima di metà agosto con un
comunicato che non lascia spazio a fantasie: “La siccità e il caldo
hanno “bruciato” questa estate la produzione di grano in Europa
del 10% rispetto allo scorso anno per effetto soprattutto del calo dei
raccolti in Nord Europa, in Germania e Francia. Le stime – secondo
l’organizzazione – sono ridotte ad appena 127,7 milioni di
tonnellate per il grano tenero destinato a pane e biscotti
nell’Unione Europea, secondo Strategie Grains, mentre per il grano
duro destinato alla pasta il calo è contenuto al 4% con un
quantitativo di 9,2 milioni di tonnellate a livello europeo. La
produzione di grano tenero della Francia stimata pari a 35,1 milioni
di tonnellate, il 4% in meno rispetto allo scorso anno, mentre in
Germania, che è il secondo produttore di grano dopo la Francia, la
produzione di grano si è ridotta del 20% su valori per la prima volta
insufficienti addirittura per coprire i fabbisogni interni ma una
forte contrazione dei raccolti si registra anche in Scandinavia”. Le
conseguenze, quindi, e con molto rammarico sono abbastanza chiare:
aumenta il costo del grano, quello della farina e dunque anche quello
del pane, della pasta e dei prodotti da forno. E sono proprio alcuni
artigiani tra fornai e panettieri, ad esprimere nei giorni scorsi le
loro preoccupazioni allo “Sportello dei Diritti
[http://www.sportellodeidiritti.org/]” avendo appreso dai loro
fornitori che da settembre le prossime forniture di farine subiranno
un sostanzioso rincaro con la conseguenza, che quasi certamente,
saranno costretti a ritoccare i prezzi dei loro prodotti che andranno
ad incidere sulle tasche dei consumatori. È chiaro che non avendo
ancora piena cognizione dell’aumento del costo del grano e delle
farine all’ingrosso ci è difficile fare delle stime su quelli che
potranno essere i rincari al dettaglio, rileva Giovanni D’Agata
presidente dello “Sportello dei Diritti
[http://www.sportellodeidiritti.org/]”. Tuttavia è bene raccogliere
sin d’ora le preoccupazioni espresse da coloro che toccheranno per
primi gli aumenti suindicati per richiedere tempestivamente gli
adeguati interventi necessari perché tali costi aggiuntivi non vadano
incidere su beni di prima necessità quale pane, pasta e prodotti da
forno.