Da Sibari un no alla direttiva Bolkestein Il consigliere regionale Gallo aderisce alla protesta promossa dal Sindacato balneari: «Sosterrò la battaglia anche in Consiglio regionale per tutelare i nostri imprenditori»
Anche dagli stabilimenti balneari sibariti aderenti al Sindacato italiano balneari (Sib) arriva un no tondo alle previsioni racchiuse per il settore nella direttiva Bolkestein.
Il suono della protesta si è levato alto ieri, in occasione della Giornata per la difesa della balneazione italiana, organizzata dal Sindacato italiano balneari (Sib). Alla manifestazione promossa a Sibari dal Sib con il suo referente e imprenditore turistico Franco Mazza, ha preso parte anche il consigliere regionale Gianluca Gallo, in spiaggia per manifestare il proprio sostegno ai gestori dei lidi e sposarne la battaglia. Al centro della contesa la direttiva che prende il nome dell’ex commissario Ue per il mercato interno Frits Bolkestein, motivo di disputa giuridica dagli inizi del 2000. La norma fu approvata dalla Commissione europea nel 2006 e recepita nell’ordinamento italiano nel 2010, con l’obiettivo di favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i Paesi. Quanto alle concessioni in scadenza di beni demaniali, si prevedeva l’automatico rinnovo di molte di esse a scadenza, mediante un accordo diretto tra pubblico e privato. Una previsione tuttavia sanzionata dalla Corte di Giustizia per la mancata previsione dell’obbligo di nuove gare, con la creazione di un sostanziale vuoto normativo e di diverse interpretazioni tra loro contrastanti. Insomma, nessuna certezza sul destino delle concessioni, con gli operatori però comunque impegnati in corposi investimenti. Per questo nel Gennaio del 2017 il Governo italiano era intervenuto con un disegno di legge delega, per riordinare la normativa. Quindi, col Decreto Milleproroghe l’Esecutivo aveva prorogato al 31 Dicembre 2018 le concessioni in scadenza nel 2017, precisando non rientrare nell’ambito della direttiva il tema delle concessioni demaniali, senza tuttavia mai tradurre in legge questa previsione. Da qui la scelta degli operatori del settore di far sentire la propria voce, per ottenere un intervento chiarificatore e definitivo da parte di Governo e Parlamento. «Gli stabilimenti balneari – ricorda il capogruppo della Cdl – contribuiscono in modo determinante all’offerta turistica nazionale al prodotto interno lordo della nostra regione, con migliaia di imprese e decine di migliaia di addetti che quotidianamente lavorano per tutelare un bene comune e valorizzarne le potenzialità. Per questo non è possibile pensare che possano essere messe in discussione le concessioni, rendendo vano il legittimo affidamento per chi rischia di vedere andare all’asta l’impegno profuso nel tempo. Il danno sarebbe irrimediabile ed il Governo avrebbe responsabilità diretta». Aggiunge Gallo: «Per quel che mi riguarda, porterò la questione all’attenzione del Consiglio regionale e sosterrò ogni iniziativa che la giunta regionale decidesse di intraprendere, impegnandomi a sollecitarla perché anche la Calabria apra un confronto col Governo per difendere uni dei comparti più fiorenti della propria precaria economia».