Associazionismo e sistema pubblico, la sfida di Taurianova Il sociologo Mimmo Petullà"La Consulta promuova uno spazio di confronto. E’ giunto il tempo di azioni coordinate, superando il convincimento dell'auto-organizzazione sociale come realtà collaterale ai partiti politici"
di Mimmo Petullà
E’ stato possibile soffermare l’attenzione, di recente, sulla diffusa presenza dell’associazionismo nella città di Taurianova. Sembra opportuno considerare nuovamente questo vivace e complesso fenomeno, nel tentativo di approfondire – in modo ulteriore – talune implicazioni afferenti al contesto istituzionale. Ci troviamo di fronte a un’interessante e poco dibattuta argomentazione, dove la centralità del rapporto collaborativo con l’ente comunale – per quanto risulti essere stabilita e garantita da significative forme di natura consultiva e propositiva – rischia di trasformarsi in una perifericità priva di sostanziali compimenti, se i singoli e autonomi sodalizi non sono chiamati a rivestire un più definito e decisionale ruolo nella gestione della cosa pubblica. Un essenziale e visibile riconoscimento, questo, che attribuito in modo più estensivo alla Consulta – a motivo della sua portata organica e rappresentativa – potrebbe consentire lo svolgimento di parametri e interventi valutativi differenti, nonché più incidenti, sulla configurazione e sulla soluzione di determinati provvedimenti amministrativi. Se da una parte è ricordato il carattere non vincolante delle proposte formulate dalla stessa Consulta, dall’altra sarebbe conveniente riflettere – ad esempio – sulla possibilità che intorno a negoziate e condivise aree tematiche, propriamente interessanti il bene collettivo, l’Istituzione comunale sia tenuta a chiedere il relativo parere e a prendere in adeguata considerazione le espresse decisioni.
Si è della rinnovata opinione che in questa città – oggi rispetto a ieri – la sussistenza di determinate condizioni culturali possa permettere di non sottovalutare più questa fondamentale dimensione della vita democratica. Apprezzabili scelte di fondo, volte a incoraggiare esperienze che partano dal basso, sembrano infatti indicare la propensione politica a implementare tale processo. Ci troviamo di fronte, tuttavia, a una prospettiva gravida di presupposti, la cui messa in opera attende una maggiore tensione e un esortante impulso, partendo proprio da una più valorizzante partecipazione dell’associazionismo sociale – includente, ovviamente, anche i gruppi meno rappresentati – all’esercizio delle scelte politiche della città. Si tratta di uno scenario che anche l’organismo della Consulta è chiamato a schiudere, attraverso un rinnovato e atteso slancio, quanto meno indicante l’urgenza di promuovere uno spazio di confronto capace di problematizzare tale questione, dalla quale dipende – più di quanto si possa pensare – buona parte della sua reale identità e del suo destino sociale.
Sarebbe auspicabile pensare, in questa medesima direzione di senso, all’eventualità di dare inizio a più allargati e continuati incontri che vedano riunite anche le varie consulte presenti nel comprensorio. E’ da immaginare, insomma, sia ormai giunto il tempo di produrre legami di conoscenze e azioni coordinate, superando il discutibile convincimento secondo cui i fenomeni di autorganizzazione sociale costituiscano realtà collaterali ai partiti politici. A Taurianova, in ogni caso, può certamente essere raccolta la sfida nella costruzione di una più creativa cooperazione tra associazionismo e sistema pubblico. In ballo vi sono prima di tutto gli assetti della più ampia cittadinanza, poiché incoraggiare la consistenza partecipativa delle forme associate – a quelle che sono le linee di attuazione della programmazione politica – non significa solo ridurre il loro annoso e segregante indebolimento, ma anche rafforzare la coesione comunitaria, generando e diffondendo pratiche di appartenenza, di coinvolgimento e di discussione intorno alla concreta realizzazione del bene comune. Anche per queste motivazioni sembra importante rammentare che, le modalità di approssimarsi ai suindicati percorsi d’integrata corresponsabilità, costituiscono motivo di rimando alle forme dell’attendibilità della politica e della cultura.