Situazione dializzati reggini, parla Valerio Misefari Il consigliere delegato alla sanità: "Sulla questione non si può più tergiversare"
Sulla situazione dei dializzati reggini costretti a recarsi fuori provincia per effettuare le cure salvavita interviene la nota stampa del consigliere comunale delegato dal sindaco Falcomatà alla sanità, Valerio Misefari. Di seguito la nota integrale.
“Sulla questione dei dializzati reggini costretti a recarsi a Messina per il trattamento terapeutico non si può più tergiversare. E’ assurdo che dopo così tanto tempo dalla messa in evidenza del problema ancora non si riesca a trovare una soluzione. Incontri, comitati, tavoli tecnici che si sono susseguiti nel tempo hanno portato solo promesse non mantenute. Nell’ultimo incontro tenutosi in Prefettura a settembre il Sindaco Falcomatà aveva chiesto la riconvocazione delle parti interessate entro un mese per dare delle risposte adeguate e definitive.
Ad oggi di questo incontro non c’è traccia. Eppure la Costituzione prevede che tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti in materia di salute. Evidentemente nella nostra città sembra che questo principio non abbia valore.
Il commissario regionale, oggi anche commissario dell’ASP reggina, ha il dovere di trovare la soluzione. Ci dovrebbe spiegare perché Catanzaro e Cosenza abbiano un numero adeguato di posti dialisi mentre la nostra città presenta delle notevoli criticità.
Come mai in Regione non viene firmato il documento di programmazione che consentirebbe di stabilire definitivamente le esigenze di posti dialisi a Reggio e, quindi, di provvedere alla loro copertura? Come mai, in attesa della soluzione definitiva, che in ogni caso deve avvenire in tempi brevi, non è stata attuata una soluzione tampone?
Siamo veramente sconcertati da questa inadeguatezza degli organi preposti e come Amministrazione Comunale ci batteremo affinché i pazienti dializzati di Reggio Calabria abbiano gli stessi diritti dei pazienti del resto della Regione, anche chiedendo l’intervento delle autorità competenti per la mancata applicazione di un diritto costituzionale come quello della salvaguardia della salute”.