Lezioni negate a bambino sordo-cieco, esposto di Marziale Un tredicenne di Platì è privo dell'insegnante di sostegno e dell'assistente educativo dopo un mese e mezzo dall'inizio della scuola
“Tra gli almeno 80mila casi di sostegno negato agli alunni disabili vi sono anche allievi con gravi patologie o menomazioni. Anche dinanzi a loro l’inerzia della macchina amministrativa non fa sconti, andando a produrre una lesione ancora più grave del diritto allo studio perpetrata nei confronti di un giovane in stato di estremo bisogno personale”. La denuncia viene dall’Anief, associazione professionale sindacale di insegnanti e dirigenti scolastici che mette in evidenza il caso del tredicenne sordo-cieco di Platì, in provincia di Reggio Calabria: ad un mese e mezzo dall’inizio dell’anno scolastico, il ragazzo è ancora privo sia dell’insegnante di sostegno sia dell’assistente educativo che fornisce un indispensabile servizio pratico-logistico. “Siamo dinanzi ad una storia di diritti negati da inadempienze di chi dovrebbe agire e non lo fa – sottoliena l’Anief – aggiungendo che, sulla vicenda, il Garante per i diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, Antonio Marziale, ha presentato un esposto alla Procura di Locri portando il caso anche all’attenzione delle istituzioni competenti. La storia del ragazzo che dovrebbe frequentare la terza media è costellata di ritardi da parte del sistema Stato. E non sarebbe un caso isolato.
“Ho contattato la mamma del ragazzo – ha detto il Garante – e una volta avuta contezza della situazione ho scritto alla Prefettura, alla Commissione straordinaria del Comune di Platì, all’Ufficio scolastico regionale e quindi all’ufficio provinciale, al dirigente dell’Istituto scolastico di Platì e alla Procura di Locri. Alle mie richieste ha risposto la commissione straordinaria che guida il Comune di Platì, che ha chiesto al dirigente scolastico di verificare e valutare le iniziative da assumere di quanto di sua competenza sul servizio di assistenza educativa, sulla cui attivazione però nessuna richiesta risulta pervenuta da parte dell’istituto. Non è possibile ogni anno appesantire croci che le famiglie sono costrette a portare in un calvario che potrebbe avere fine solo se ognuno, sensibilmente, facesse il proprio dovere. Chi non lo fa paghi, ha concluso Marziale”.
“La posizione del Garante per i diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza è più che condivisibile”, prosegue Anief: è assurdo che debba intervenire un altro organismo statale per rimediare alle inadempienze degli uffici scolastici. “Siamo convinti che per il ragazzo di Platì si troverà una soluzione al più presto – spiega Marcello presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – ma riteniamo inconcepibile che debba essere intervenuto il Garante dei diritti dell’Infanzia. Di situazioni come questa, tuttavia, ve ne sono tante, che si trascinano per ben più tempo. Ed in molti casi le famiglie, dopo aver compreso di avere a che fare con una missione impossibile, alla lunga si rassegnano all’idea che lo Stato non può fornire l’assistenza e il supporto didattico speciale previsto dalle commissioni mediche e scolastiche preposte”.