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TAURIANOVA (RC), VENERDì 22 NOVEMBRE 2024

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Aiutò la madre ad occultare cadavere amante: condannato Un uomo di 48 anni venne trovato carbonizzato nella propria auto nell'ottobre del 2013

Aiutò la madre ad occultare cadavere amante: condannato Un uomo di 48 anni venne trovato carbonizzato nella propria auto nell'ottobre del 2013
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La Corte d’Assise d’appello di Catanzaro ha inflitto 14 anni di reclusione ad Alfonsino Ciancio, di 29 anni, di Acquaro, accusato di avere partecipato all’omicidio dell’ex candidato a sindaco di Dinami, Giuseppe Damiano Cricrì, 48 anni, trovato carbonizzato nella sua auto il 21 ottobre 2013. La Corte, nel rideterminare la pena, ha escluso l’aggravante della premeditazione che era stata riconosciuta in primo grado dal gup di Vibo Valentia che aveva condannato Ciancio a 30 anni di reclusione. L’aggravante è stata esclusa, nel corso della requisitoria, anche dal sostituto procuratore generale Luigi Maffia che aveva chiesto per Ciancio una pena a 18 anni di reclusione. Secondo l’accusa, ad uccidere Cricrì, con un colpo al volto, sarebbe stata la sua ex amante, Liberata Gallace, di 52 anni, madre di Ciancio, che avrebbe poi cercato di far sparire il corpo con l’aiuto del figlio e del nuovo compagno, Fiore D’Elia, di 64 anni. Un movente passionale, secondo gli inquirenti, quello che avrebbe portato la donna, che insieme a D’Elia è imputata in primo grado davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro, a uccidere Giuseppe Damiano Cricrì, reo di averla lasciata. Ciancio è difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Bruno Ganino.