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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

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A Taurianova c’è Don Chisciotte? “…chi vale di più, deve fare di più”

A Taurianova c’è Don Chisciotte? “…chi vale di più, deve fare di più”
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In un bel libro di Bauman cui consiglio la lettura, “Le sfide dell’etica”. C’è una sorta di rivisitazione dei principi morali, quasi svuotati dalla modernità con un’analisi sull’approccio umano ai concetti della morale stessa. Il filosofo “liquido” scrive, “Noi non siamo morali grazie alla società (siamo solo etici o rispettosi della legge grazie a essa); viviamo in società, siamo la società, in virtù del nostro essere morali”, nel senso che i cambiamenti della società dipendono da noi perché noi siamo la società e noi causa dei “vuoti” come delle “porcate” morali, e in virtù di ciò, dovremmo riempirli con il nostro comportamento, nel giusto rispetto delle regole anche combattendo chi li perpetra. Sembrerebbero delle parole buttate lì a caso, deboli perché privi di fondamenta, dove basterebbe un venticello (di indifferenza) a spazzarli via. Ma se riflettiamo un attimo, e allo stesso tempo interroghiamo le nostre coscienze, capiremmo che forse fermarci e pensare con lucido impegno non sarebbe male. Ci farebbe comprendere il livello venale del materialismo che ci circonda, come del vecchio modo di fare politica con i soliti espedienti fatti di indifferenza, disprezzo e soprattutto arroganza. Un vecchio modo di fare politica che questa città aveva ai tempi del potere dei Macrì.
A Taurianova, in questi giorni c’è un’olimpiade, una competizione di preoccupazioni, attacchi al vetriolo, aspre critiche intrise di veleno con un contorno di ingiurie per quanto concerne la (grave e silente) questione dell’acqua non potabile. A oggi, non si sa nulla, non è dato sapere! Non sappiamo il dettaglio delle analisi, quali sono i valori “pericolosi” fuori norma? Niente, nessuna pubblicazione né precisazioni in merito. Siamo all’oscuro di tutto. C’è solo un’ordinanza del 21 novembre scorso, quindi 15 gg fa, tra le altre cose, riscritta due volte (una prima fu ritirata dall’albo pretorio per poi ripubblicarli qualche istante dopo). Abbiamo le fontanelle pubbliche che scorrono normalmente, qualcuno riempie, ignaro dell’ordinanza. Alcuni, tra qui lo scrivente, è stato testimone per ben due volte, con un forestiero che si era fermato a bere e un’anziana signora che andava a riempire le bottiglie, ad entrambi ho detto che l’acqua non era potabile. Poi ci sono altre criticità che riguardano dissesti stradali, (in)decoro urbano, illuminazione non funzionante e tante altre criticità, a dimostrazione che quel cambiamento non è stata una “cumbia di chi cambia”, ma una “poglia di chi cambia”. Ci sarebbe pure la gente che non arriva a fine mese e che non riesce ad acquistare nemmeno la merendina ai propri figli (ma queste sono cose che non hanno mai fregato niente a nessuno né fanno parte di un programma elettorale, se non per qualche copia/incolla). Tanto per i bimbi, ci saranno sempre delle brave maestre (in tutti i sensi), che si prenderanno cura di loro. Però i “festival” si fanno. Vanno bene anche quelli, nulla da obiettare, ce ne fossero tutto l’anno. Ma l’essere impopolare in certi contesti è una (mia assidua) indole contro l’ipocrisia esistenziale, a favore della memoria. Ricordo critiche ferocissime a chi faceva feste (Biasi), ma soprattutto perché lo stesso aveva nominato per la prima volta uno “staff del sindaco”. Ricordo un altro sindaco (Romeo) che per lo staff è stato “processato”, poi assolto dalla Corte dei Conti. “Cu’ si faci gabbu, ‘ncappa”, così dicevano gli antichi. E gli stessi dicevano pure, “Cu’ megghiu si conza u lettu, megghiu dormi!”, alla fine come si suol dire, e perdonate il francesismo, leggendo e sbirciando, tra incarichi, promozioni ed emolumenti, i “cazzi propri” se li fanno un po’ tutti, mentre “noi” litighiamo su un social e sbraitiamo avvelenandoci il fegato. D’altronde questa è legge di vita (e di furbizia acuta datata).
Si attende la convocazione del nuovo consiglio comunale che presumibilmente sarà a metà dicembre, c’è chi affilerà le proprie armi per il rancore di quella “sveltina” che non è andata giù a tutta l’opposizione (e forse anche a qualcuno della maggioranza). Nei fatti, si sono sentiti presi in giro, ci siamo sentiti presi in giro. Nei “preliminari” di quel civico consesso ci sarà la solita bagarre, così come i soliti impermeabili, in attesa che cali il sipario, e ognuno se ne andrà con i “cazzi propri” in modalità gattopardesca e così vissero tutti felici, contenti e sempre in sella.
E poi ci saranno le solite e noiose riunioni (se si faranno, e quando si faranno mancherà sempre qualcuno e allora si rinvia e non si faranno nemmeno nel giorno rinviato, e chissà quando si faranno), le solite beghe simili agli ultimi rantoli di un moribondo in una commedia goldoniana. Vicesindaco no, vicesindaco sì, resta, va a casa, rimpasto e altre cazzate per perdere tempo. Sono trascorsi tre anni e loro rinchiusi nelle stanze come se ci fosse un distacco tra il palazzo municipale e la città. Fuori c’è un altro mondo, una città che soffre, insieme a chi non se la vuole guastare, tra gente comune e “professionisti silenti (dell’infinito)”, perché il rischio di “non ricevere” è alto. E intanto abbiamo un Comune din dissesto, dove qualcuno addirittura asserisce con la solita faccia di cu…ore, che non è poi così grave, “è solo il primo anno,non è come dici tu..”, ignorando (forse) le varie delibere che stanno aumentando ogni cosa…dai costi di costruzione, ai diritti di segreteria, all’aria che respiriamo.
Viviamo in patria (?), nel barlume dell’ipocrisia, tra furbi, ignavi, parolai e paraculi…come sempre. La tradizione continua e la città muore (e chi se ne fotte, perché fuori dal…bip…dove prende prende. Ed è inutile dannarsi, tanto a “Loro (in maiuscolo)”, di “noi (in minuscolo) non gliene frega una beata cippa).
Don Chisciotte “senza mancia” (GL)