Sospetto abusi sul figlio, genitori picchiano maestra asilo Dalle indagini, però, non emergerebbe alcuna violenza fisica sul bambino. L'intervento di Antonio Marziale: "Non si deve arrivare a tanto. La misura è colma"
Due trentenni cosentini sono stati denunciati per aggressione, danneggiamento e installazione abusiva di strumentazione atta a registrare, nei confronti di un’insegnante del nido frequentato dal figlio di 22 mesi. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la coppia avrebbe istallato un registratore addosso al figlio per documentare presunti maltrattamenti. Una volta acquisita la registrazione i due si sarebbero presentati al nido e percosso l’educatrice ritenuta responsabile dei maltrattamenti, provocandole lesioni giudicate dai medici del pronto soccorso dell’ospedale dell’Annunziata, guaribili in quindici giorni. La maestra ha sporto denuncia e l’audio è stato acquisito dagli agenti della questura, ascoltato e trasmesso alla Procura per gli accertamenti del caso. Dai riscontri non emergerebbe alcuna violenza fisica sul bambino.
INTERVENTO ANTONIO MARZIALE
“Non si può, non si deve arrivare a tanto. La misura è colma”. E’ quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, in merito ai genitori denunciati per violenze nei confronti di una maestra, che avrebbe maltrattato il loro bambino. “Sono gli inquirenti preposti a dover portare alla luce i riscontri obiettivi degli accadimenti – continua il Garante – e a nessuno è dato di farsi eventuale giustizia da soli. Non è più possibile continuare di questo passo. È, purtroppo, vero che ci sono bambini fatti oggetto di offese e maltrattamenti nelle scuole, così com’è vero che ci sono genitori che alzano le mani contro i docenti, anche solo perché i voti riportati dai propri figli non corrispondono alle loro aspettative. In entrambi i casi, al cospetto di violenze, la legge dovrebbe essere severa e non contemplare attenuanti di sorta”. Per Marziale, “la società è chiamata ad innalzare muri di protezione davanti alla scuola, perché essa rimane, insieme alla famiglia, l’ultimo baluardo per sperare in un’inversione di tendenza rispetto alla devianza minorile, sempre più pregnante. I bambini, gli adolescenti – conclude il sociologo – hanno bisogno di famiglia e scuola armoniche. La discrepanza esistente fra lue due principali agenzie di socializzazione fa male solo allo sviluppo dei minori, e sono questi ultimi a rimetterci sempre e comunque”.