Molochio, cresce la tensione contro parroco e vescovo I fedeli chiedono il rilancio del santuario
Cresce a Molochio l’inquietudine e il malcontento della numerosissima Comunità dei Fedeli del Santuario che da sempre trovano nella austera semplicità della Chiesa dedicata alla Madonna di Lourdes realizzata da Padre Zagari sull’onda del sentimento di fede che fece seguito alle apparizioni di Lourdes, di fatto, considerata il primo fra i santuari sorti in Italia. Posto alla periferia del paese, sulla strada che porta a Terranova, il Santuario è aperto su un ampio prato verde con, su un lato – grigia di pietre trascinate a valle dalle fiumare aspromontane – la grotta con la Madonnina di Lourdes. Da tutta la Calabria, dalla Sicilia e dal meridione chi non ha potuto recarsi a Lourdes lo ha idealmente fatto venendo a Molochio.
Nella Chiesa si respira un’atmosfera di antica spiritualità e dell’anima stessa di Molochio il cui popolo, oltre che in San Giuseppe, San Vito e Santa Maria de Merula continua a ritrovarsi intorno al Santuario cappuccino che negli anni’90 era stato ampliato realizzando una foresteria per poter accogliere gruppi di fedeli in cerca di silenzi meditativi e di spazio per la contemplazione e la preghiera. Un luogo che traspira spiritualità e che nella attuale fase di stanchezza della Chiesa rappresenta una vera oasi dove la comunità di cristiani – composta non solo da molochiesi – si ritrova sovente per pregare. Un luogo che la Chiesa dovrebbe difendere e valorizzare. Invece – paradossalmente – e questa è la ragione del fermento – negli ultimi anni il Santuario sta conoscendo un momento di sofferenza, sembrerebbe a causa di direttive del Vescovo su input di parroci che non hanno saputo sostituirsi nel cuore dei fedeli molochiesi al compianto e amatissimo Don Giuseppe Quattrone e, poi, a Don Adolfo Arico’ e incapaci – a fronte della massiccia partecipazione di fedeli ai riti in celebrazione al Santuario – di contrastare la scarsa presenza di fedeli nella Matrice cittadina, la bella chiesa di Santa Maria de Merula. Di fatto un ostinato rifiuto a celebrare nel Santuario messe in suffragio, matrimoni, anniversari di nozze, funerali, celebrazioni eucaristiche infrasettimanali, ora, purtroppo, anche i riti della Domenica delle Palme e sembrerebbe in pericolo anche la festa religiosa che da 150 anni viene celebrata il 2 Agosto. E questo sta facendo montare la protesta.
“E una cosa incredibile, vergognosa “– viene detto nel corso di una assemblea spontanea che potrebbe portare alla creazione di un Comitato per la difesa e la valorizzazione del Santuario . “Il Santuario è parte dell’anima e della storia di Molochio” viene ribadito. – I ritmi di vita tante generazioni di molochiesi sono stati contrassegnati dalle Celebrazioni Santuario: dalla Festa, alla semplice passeggiata per un breve momento di preghiera o di relax nell’ampia spianata – a ridosso degli uliveti e della Montagna – così piena di spiritualità e così diversa dalla grande Piazza in cui si fronteggiano il Municipio e la Matrice, diventando negli anni il cuore-salotto dei Molochiesi e più recentemente dei tantissimi “FEDELI DEL SANTUARIO” provenienti da tanti comuni della Piana del Tauro. Cosa accadrà? In atto sembrerebbe un braccio di ferro fra i fedeli contro il Vescovo e il Parroco Don Giuseppe Sabato, al quale in tanti rimproverano di non voler comprendere la grande forza spirituale che intorno al Santuario costituisce l’amalgama di una Comunità che vuole pregare e vivere ecclesialmente. Un articolato documento – vero libello accusatorio – è in fase di scrittura. Non è ancora noto il testo. Ma i redattori hanno attinto ad un archivio di 800 e più foto che documentano i tanti momenti di ecclesialità vissuti in armonia e preghiera ai tempi in cui la Famiglia Cappuccina aveva maggior autonomia rispetto ad oggi. Il Provinciale dei frati Cappuccini recentemente investito del problema, diplomaticamente, avrebbe ricordato l’obbligo dell’obbedienza . “Se tanto è – qualcuno stigmatizza – supereremo ogni gerarchia scrivendo direttamente al Papa.