Confindustria scrive a presidente Consiglio ministri La speranza è quella di risolvere le questioni urgenti della Calabria
Riceviamo e pubblichiamo
Signor Presidente,
Le scrivo in nome e per conto degli industriali della Città
metropolitana di Reggio Calabria che guardano con estremo interesse alla
riunione del Governo nazionale nella nostra città, significandoLe la
nostra speranza riguardo alle più urgenti questioni della nostra terra,
a cominciare da Gioia Tauro, sede del più importante porto italiano di
transhipment e principale sistema economico della Calabria.
Da imprenditori, apprezziamo la scelta dell’Esecutivo da Lei presieduto
di uscire da Palazzo Chigi e di tenere una propria seduta nella nostra
regione, ricca di potenzialità economiche ma al tempo stesso dominata
da una condizione di criticità strutturale che, secondo i principali
osservatori economici e sociali, a cominciare dallo Svimez, continuano a
portare questa terra verso una condizione di marginalità e di
desertificazione industriale, con la perdita di chance per i giovani.
In vista della riunione del Consiglio dei Ministri, Signor Presidente,
mi preme investirLa, nella Sua qualità, di una richiesta di attenzione
da parte del Governo nazionale sul versante della reputation del nostro
territorio e in particolare del Porto.
Gioia Tauro non è il porto della malavita e della ‘ndrangheta.
I dati in possesso della società terminalista e facilmente
riscontrabili dallo Stato dimostrano come i sequestri legati a traffici
illeciti siano in linea con quelli degli altri grandi porti del mondo. E
nella quasi totalità dei casi gli stupefacenti sequestrati a Gioia
Tauro sono destinati alle redditizie piazze del Nord Italia, come
dimostra il fatto che la destinazione finale dei contenitori è quella
dei porti di Livorno, Genova o La Spezia.
Probabilmente, sarebbe il caso che le autorità inquirenti effettuassero
i sequestri direttamente lì, anche perché ciò agevolerebbe
l’individuazione dei veri flussi dei traffici illeciti. In tal senso è
necessario che il governo, fermo restando il lodevole lavoro di
magistratura e forze dell’ordine, contribuisca concretamente a
cancellare la falsa nomea di Gioia Tauro, che allontana l’interesse
degli investitori stranieri.
Al contempo, Signor Presidente, noi riteniamo che sia necessario andare
oltre gli aspetti formali della costituzione della Zona Economica
Speciale. Il recente insediamento del Comitato di Indirizzo, presso
l’Autorità Portuale, per il Piano strategico della ZES è un passo
avanti indispensabile ma che non può prescindere da un contestuale
impegno del Governo che, in primo luogo, non può e non deve tagliare
fuori il porto di Gioia Tauro dalla nuova Via della Seta.
Confidiamo nel Suo autorevole intervento e nella sensibilità
dimostrata, anche nel proporre di tenere qui la seduta del Consiglio dei
Ministri, perché la riunione del Governo non sia solo un momento
simbolico ma anche contraddistinto da quella concretezza di cui noi
imprenditori non possiamo fare a meno.
Noi, imprenditori reggini, con orgoglio rivendichiamo la volontà, con
trasparenza e legalità, di essere protagonisti del rilancio del Porto,
al punto da aver proposto formalmente la partecipazione di una cordata
aperta anche a nuove adesioni nel capitale della società terminalista,
anche al fine di garantire una “voce” del territorio nelle decisioni
strategiche del Porto, che non può essere destinato a una condizione di
totale monopolio sia nella gestione del terminal che nella presenza di
un unico armatore, guarda caso il medesimo concessionario delle
banchine. Circostanza su cui si sono accesi i riflettori dell’Autorità
Garante della Concorrenza.
Riteniamo prioritario restituire all’Autorità portuale di Gioia Tauro
una governance stabile e strutturale, attribuita a personalità dotata
di capacità manageriali e possibilmente legata al territorio, ponendo
fine a un lungo commissariamento che per definizione non è in grado di
proiettare nel futuro questa infrastruttura.
Anche perché il porto è strategico per tutta una serie di settori, a
cominciare dall’agroalimentare e dalla meccanica in cui disponiamo di
straordinarie eccellenze produttive che possono essere pienamente
protagoniste dell’export italiano.
La Calabria ha bisogno di cambiare marcia. E in questo senso, è
indispensabile costruire attorno a questa regione e in particolare nelle
aree più isolate della Città metropolitana di Reggio Calabria un
sistema di infrastrutture tale da consentire lo sviluppo sociale ed
economico, a cominciare dal completamento della Statale 106, dall’Alta
velocità ferroviaria, da un sistema efficiente di collegamenti aerei.
La riunione del Governo in Calabria, come abbiamo avuto modo di
apprendere dagli organi d’informazione, nasce dalle drammatiche
questioni della Sanità pubblica per la quale sollecitiamo
un’amministrazione stabile delle Aziende sanitarie territoriali e
ospedaliere che vanno affidate a manager competenti e messi nelle
condizioni di completare il loro mandato.
Auspico, Signor Presidente, che Lei possa accogliere queste nostre
osservazioni, che rappresentano solo una minima ed esemplificativa parte
dei numerosi e gravi problemi del nostro territorio, perché la riunione
del Consiglio dei Ministri possa essere davvero il punto di partenza per
la soluzione degli stessi per Reggio e per la Calabria.
A tal fine, Le rappresentiamo la volontà – compatibilmente con i suoi
impegni istituzionali – di incontrarLa, con una delegazione di
imprenditori associati a Confindustria Reggio Calabria, per illustrarLe
in maniera esaustiva le questioni di maggiore urgenza che interessano lo
sviluppo del nostro territorio.