Cdm Reggio: via libera a decreto “sblocca cantieri” e sanità Il vicepremier Matteo Salvini ha fatto visita alla tendopoli di San Ferdinando. Le reazioni della politica
Il Consiglio dei Ministri, riunitosi a Reggio Calabria, ha dato il via libera al decreto “sblocca cantieri” e a quello sulla sanità calabrese. La giornata reggina del premier è cominciata con la visita, insieme al ministro alla Salute Giulia Grillo, al Grande ospedale metropolitano ed è proseguita, con gli altri ministri, con una visita al Museo archeologico nazionale che ospita i Bronzi di Riace. Successivamente il Cdm. Conte, al termine, ha informato che lo “sblocca cantieri” ha “acquisito la bollinatura della Ragioneria e domani dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale”, annunciando per martedì prossimo una riunione del Cdm per l’ok al decreto crescita. “Non ci dimentichiamo della Calabria. L’attenzione sarà costante per la Calabria e tutto il Sud, di cui vogliamo il riscatto”, ha detto il premier in conferenza stampa parlando anche di rapporto “leale, eccellente e cordiale col Quirinale”. In mattinata il vicepremier Matteo Salvini aveva visitato la tendopoli di San Ferdinando.
Mario Oliverio, governatore Regione Calabria
“Questo governo ha ulteriormente aggravato la situazione, perché è venuto in Calabria ad aggiungere all’inganno la beffa”. Il pensiero di Oliverio si riferisce al decreto straordinario per la sanità calabrese. “Quando il governo di un Paese – ha sostenuto Oliverio – si muove per svolgere una riunione del Consiglio dei ministri in un territorio sulla base di una valutazione allarmata sulle condizioni di quel territorio, credo che la prima cosa che debba fare, al di là delle appartenenze, è sentire, confrontarsi con chi ha la responsabilità di governare quel territorio in quel momento. Purtroppo, questo non è avvenuto. Naturalmente, ognuno ha il suo approccio con i problemi, ma – ha proseguito il presidente della Regione – credo che questo sia stato un errore, un atto di arroganza e chiusura assolutamente non giustificato e non giustificabile. Non nego di aver avuto un’attesa rispetto alla convocazione del Consiglio dei ministri, e mi aspettavo che all’ordine del giorno di questo Consiglio dei ministri ci fossero provvedimenti importanti su Gioia Tauro, per l’occupazione giovanile, per il sostegno alle imprese, per nodi importanti per le infrastrutture come lo sblocco dello studio di fattibilità, per l’Alta Velocità per il quale abbiamo destinato risorse al momento congelate per i ritardi del governo, per la Zes. Mi aspettavo insomma provvedimenti in direzione di un sostegno al lavoro che si sta facendo per dare più velocità alla crescita della Calabria, invece niente di tutto ciò”. Secondo Oliverio “c’è solo un provvedimento, tra l’altro a nostro parere incostituzionale, per la sanità, ma non per affrontare i problemi della sanità, non c’è una norma che contiene il rafforzamento dei servizi sanitari, a partire dallo sblocco delle assunzioni. In questo decreto c’è solo l’obiettivo di allargare i poteri del governo nella gestione della sanità, appropriandosi delle funzioni residue che sono rimaste alla Regione, perché il governo da dieci ani gestisce la sanità calabrese attraverso la nomina di suoi commissari. Oggi con questo decreto si allargano i poteri del governo. Ma in Calabria – ha affermato il presidente della Regione – se fallimento, c’è ha fallito il governo. Oggi c’è un’operazione tesa dal punto di vista mediatico a cambiare le carte in tavola e di rappresentare su altri la responsabilità che è propria del governo”. Oliverio ha poi osservato: “Non faccio un problema di sede di riunione del Cdm, faccio un problema di merito e di contenuti. Per me un provvedimento sul lavoro, per Gioia Tauro, per il sostegno delle imprese o sulla Zes o si assume a Reggio Calabria o a Catanzaro o a Gioia Tauro o anche a Roma, conta il merito e non il pennacchio. Per me conta che si è convocato un Consiglio dei ministri in Calabria con tanto di annunci, e la montagna ha partorito il topolino, anzi ha partorito il nulla, ha partorito qualcosa che è contro la Calabria, il rafforzamento di un’impostazione coloniale nei confronti della Calabria che dura da dieci anni e che ha visto più governi su questa posizione, e anche questo governo è in assoluta coerenza con questi anni, anzi – ha concluso il presidente della Regione – ha ulteriormente aggravato la situazione, perché è venuto in Calabria ad aggiungere all’inganno la beffa”.
Marco Siclari, senatore di Forza Italia
«Quella di ieri avrebbe dovuto essere una giornata storica per la Calabria e in particolare per Reggio Calabria che ospita il Consiglio dei Ministri, ma il timore avuto nei giorni passati, che fosse soltanto l’ennesima trovata per accaparrare voti sulla pelle dei cittadini, si è tristemente concretizzato. Brutta sorpresa: non solo la Grillo non ha voluto partecipare alla Commissione Salute in Senato, per confrontarsi e migliorare con tutti i Senatori della Commissione il decreto Calabria, ma ha persino annunciato che prova ad alleggerire il blocco del turn over. Quindi? Come risolve il problema? Nessuna vera soluzione all’emergenza sanitaria è stata trovata. Solo un super commissariamento che non migliorerà, di certo, i servizi offerti. La Grillo ha proposto una soluzione antica che ha già prodotto risultati catastrofici». Il senatore forzista Marco Siclari commenta così a caldo le novità emerse dal Cdm reggino ma fissa un appuntamento per raccontare la verità rimasta taciuta, le proposte che il Ministro non ha neppure voluto udire. «Vi riunite a Reggio Calabria per dare risalto, finalmente, all’emergenza nazionale che riguarda l’assistenza sanitaria calabrese e che ogni giorno denuncio in Aula, ma rimaniamo tutti demoralizzati come cittadini calabresi, perché dopo tanto scalpore tornate a Roma abbandonando la Calabria ad ulteriori commissari così come negli ultimi 12 anni. Cosa è cambiato? Nulla! Un commissario che ne sostituisce un altro. Adesso, almeno, potrete dire in giro per il mondo quanto è bello il territorio reggino e quanta gente onesta vi ha atteso a Reggio per avere quelle risposte che purtroppo il Governo non ha saputo dare. Spero che abbiate apprezzato il caffè sul nostro bellissimo lungomare e il nostro buon gelato, che ogni anno vince il premio come miglior gelato in Italia. Intanto sabato, giorno 20, alle ore 11.00 al Consiglio Reginale nella sala “Giuditta Levato” incontrerò i giornalisti, i rappresentanti delle associazioni sanitarie e gli operatori sanitari per dire cosa avrebbe dovuto proporre il CdM per risolvere l’emergenza sanitaria nazionale della Calabria. Purtroppo il ministro Grillo non ha voluto il dialogo con il sottoscritto e con la Commissione Salute in Senato che per prima ha lanciato l’emergenza nazionale sanitaria della Calabria chiamando Scura e Oliverio in audizione. Il Ministro avrebbe dovuto ascoltare chi vive questa terra e le sue decennali mortificazioni», ha concluso il senatore azzurro.
Rosi Perrone, Cisl
Due importanti provvedimenti quest’oggi del Consiglio dei Ministri, tenutosi a Reggio Calabria, che lasciano ben sperare per il futuro della nostra terra. Il decreto sanità, e il decreto ‘sblocca-cantieri’ rappresentano un punto fondamentale di alcuni degli impegni presi da questo Governo, dando atto che la seduta di oggi non ha avuto caratteri esclusivamente simbolici, ma anche concreti. Misure che aiuteranno a trovare alcune, anche se non tutte le soluzioni per la Calabria e per la Città Metropolitana di Reggio Calabria. La sanità in riva allo stretto aveva bisogno di una svolta, e la decisione del Ministro Grillo di commissariarla di fatto, è una decisione forte e coraggiosa, ma speriamo che riesca a portare fuori dalle secche un comparto affossato da disservizi, da indici Lea bassissimi, da un’ardente migrazione sanitaria, da un deficit di oltre 160 mln e soprattutto da un’atavica mancanza di credibilità. Centralizzare, anche se per un tempo determinato, gli acquisti attraverso la piattaforma Consip e protocolli d’intesa con ANAC, è un passaggio strategico che mai nessuno aveva fatto, e al contempo, rafforzare il potere dei commissari ministeriali rappresenta una chiara volontà di avere un controllo diretto sulla gestione manageriale. E se questa scelta porterà i frutti sperati, sarò la prima, come Segretario Generale Cisl Metropolitana a rendere il giusto riconoscimento all’azione di Governo. Ma su questo percorso di riordino e rilancio della sanità reggina, saremo vigili e attenti e non abbasseremo la guardia. Per quanto concerne lo ‘sblocca-cantieri’, l’auspicio è che il provvedimento sia quanto prima operativo e accompagnato da una sburocratizzazione dei procedimenti amministrativi. Il nostro territorio ha bisogno di opere, e di lavoro. Anche l’indotto ne trarrebbe vantaggi. Ma oltre a questo, di tanti altri interventi avrebbe bisogno la Città Metropolitana. Uno su tutti la stabilizzazione di 3500 lavoratori precari, lsu-lpu, ai quali il Ministro Di Maio ha dato la parola di ascoltarli e riceverli. Resto fiduciosa, ma qualora saranno disattese le istanze dei nostri lavoratori, non esiteremo come organizzazione sindacale, ad incalzare il Governo. Punto su punto. Ad oggi, prendiamo ciò che di buono che il Governo Conte ha licenziato nella seduta del Consiglio, con la speranza che da domani non si spengano i riflettori sulle tante criticità che investono la Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Giuseppe Mangialavori, senatore Forza Italia
«Il Decreto Grillo è solo uno strumento di propaganda, la salute dei calabresi non viene neanche considerata». Così il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori in merito al provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri nel corso della riunione che si è tenuta a Reggio Calabria. «Il governo – continua il parlamentare – è venuto in Calabria solo per aumentare il suo appeal agli occhi degli elettori in vista delle Europee, non per risolvere i problemi che attanagliano questa terra. Il tanto atteso Decreto Grillo, quello che, secondo gli annunci, avrebbe dovuto rivoluzionare la disastrata sanità regionale, prevede soltanto norme relative al management delle Aziende, trascurando in modo totale i bisogni primari dei pazienti calabresi, gli investimenti necessari per far ripartire il settore e le soluzioni per evitare il blocco del turnover del personale sanitario». «Il provvedimento – continua Mangialavori – stabilisce nuovi controlli sui vertici delle Aziende, i quali, in caso di inadempienze, potranno essere rimossi. Il decreto, inoltre, trasferisce la facoltà di nominare i manager in capo ai commissari governativi e fissa regole più stringenti per appalti e servizi. Com’è chiaro, l’ampliamento dell’offerta sanitaria a favore dei calabresi non viene nemmeno contemplata, così come nulla si stabilisce in merito ai nuovi ospedali da costruire o sulle soluzioni per ridurre la mobilità passiva della regione. È, insomma, un decreto che interviene esclusivamente sui centri del potere sanitario, con il chiaro e unico obiettivo di mettere le mani sulle nomine dei vertici di Asp e ospedali». «Per i malati e i pazienti – conclude il senatore azzurro – il tanto atteso decreto non prevede nulla di nulla. E così, il governo non ha fatto altro che tentare di illudere i calabresi, i quali, già da domani, potranno verificare a loro spese quanto sia inconsistente la rivoluzione promessa da questo governo. Un governo che ama le sfilate di propaganda ma non sa trovare soluzioni per la terribile crisi sanitaria della Calabria».
Giovanni Calabrese, sindaco di Locri
«Un ospedale adeguato e funzionante. Ci crediamo, lo pretendiamo, non molliamo. Oggi possiamo dire, tranquillamente, che grazie alla nostra sincera battaglia in difesa dell’Ospedale di Locri, che senza sosta e senza risparmiare nessuno portiamo avanti da oltre cinque anni, qualcosa inizia a muoversi» è Giovanni Calabrese ad affermarlo subito dopo il Consiglio dei Ministri avvenuto in Prefettura a Reggio Calabria dove si è approvato il “Decreto Sanità” con le misure emergenziali per il Servizio Sanitario della regione Calabria. «Non ci siamo mai stancati di rivendicare il nostro diritto alla salute per come sancito dalla Costituzionale Italiana. Grazie alle nostre continue denunce si sono attivate le Forze dell’Ordine, la Prefettura e la Magistratura. Grazie alle nostre denunce e proteste si sono accesi i riflettori della stampa nazionale sulla vergognosa situazione dell’Ospedale di Locri e sulla spregiudicata e “allegra” gestione dell’Azienda Provinciale di Reggio Calabria. Proprio grazie alla nostra indomita azione si è accesa l’attenzione mediatica nazionale». Calabrese ricorda quanto fatto, dalle battaglie a fianco dei cittadini, alle denuncie in Procura, alle iniziative popolari fino all’intervento scatenante de “Le Iene”. «Molti hanno criticato tutto ciò, ma grazie ai crudi, pungenti e drammaticamente veritieri reportage di Gaetano Pecoraro de “Le Iene” si è scossa la coscienza di tanti a livello nazionale e si è svegliata anche la politica rimasta indifferente per lunghi anni al grido d’allarme e di dolore proveniente dalla Locride».
Riservandosi di leggere il provvedimento adottato il primo cittadino afferma: «Oggi, giovedì santo, finalmente, in uno straordinario Consiglio dei Ministri, tenutosi eccezionalmente a Reggio Calabria, è stato varato un Decreto Straordinario sulla sanità calabrese. Era ora!! Non ho ancora approfondito le misure adottate ma sicuramente siamo davanti all’inizio di un nuovo e speriamo positivo corso per la nostra sanità. Ho letto velocemente che alle aziende sanitarie in dissesto finanziario verranno estese le stesse norme applicate agli enti locali; ricordo a me stesso che era una delle proposte avanzate dall’Assemblea dei Sindaci della Locride. Ora attendiamo i risultati concreti di questa straordinaria iniziativa che l’attuale Governo ha deciso di portare avanti dimostrando diversa sensibilità e attenzione rispetto ai predecessori». «Personalmente – continua- non faccio il tifo per nessuno e non indosso casacche politiche, tanto è che è fatto noto a tutti che rispondo solo ai cittadini, ma osservo e valuto in modo obiettivo, plaudo a chi dichiara disponibilità ad aiutare il nostro territorio, critico apertamente e pubblicamente chi ha promesso di aiutarlo e non l’ha fatto pur avendo avuto la possibilità; disdegno chi invece, approfittando del proprio ruolo, ha abusato della nostra disponibilità perpetrando danni memorabili di cui oggi stiamo pagando le drammatiche conseguenze». «La battaglia e l’attenzione verso l’ospedale continua e oggi con rinnovata forza e convinzione continuiamo a vigilare e a pretendere un ospedale funzionante e una sanità adeguata per i nostri cittadini» così Calabrese a conclusione del suo intervento.
Paolucci, Articolo 1
“Il Consiglio dei Ministri che si è riunito a Reggio Calabria è stata una vergognosa sceneggiata. Il Governo non ha preso alcun impegno: zero investimenti e zero risorse per tutelare le migliaia di lavoratori precari calabresi. Il commissariamento della sanità calabrese – che prevede soltanto nuovi tagli, senza l’assunzione di medici e infermieri indispensabili per garantire il diritto di cura ai cittadini, sancito dalla Costituzione – è la dimostrazione di un governo che non pensa al bene del Paese, ma alle scadenze elettorali e, come la peggiore vecchia politica, designa il commissario per nominare nuovi vertici, super pagati, prima delle elezioni. Basta con queste scandalose passerelle. La Calabria e l’Italia meritano molto di più”. Lo dichiara in una nota Massimo Paolucci di Articolo 1, candidato alle elezioni europee con la lista PD – Siamo europei.
Federica Dieni, deputata del Movimento 5 Stelle
«Il decreto straordinario sulla sanità è un provvedimento che punta a normalizzare un settore fuori controllo e ad assicurare al cittadino i servizi garantiti dalla Costituzione». Lo afferma la deputata del Movimento 5 Stelle Federica Dieni. «Il Consiglio dei ministri celebrato a Reggio Calabria – aggiunge la portavoce 5 stelle – è un evento storico, perché segna uno spartiacque tra ciò che è stato prima e ciò che sarà. Il governo ha varato un decreto che è destinato a cambiare il volto della sanità calabrese e a rimetterla al passo con le altre regioni d’Italia. Il premier Conte e i suoi ministri, oltre alle misure concrete approvate durante la seduta, hanno anche voluto manifestare la loro vicinanza e attenzione a tutta la comunità calabrese: hanno visitato luoghi rilevanti come l’ospedale metropolitano e il Museo nazionale; incontrato i lavoratori e tutti coloro che non riescono a trovare una occupazione; assicurato impegno e soluzioni a breve termine rispetto a importanti vertenze sociali. Senza fare promesse, ma garantendo un’attenzione straordinaria nei riguardi di una terra troppo spesso dimenticata». «L’azione del governo a favore della Calabria – continua Dieni – non riguarda solo la sanità. Lo stesso presidente Conte ha ricordato i tanti interventi destinati a questa regione, come i 120 milioni per il Porto di Gioia, i 150 contro il dissesto idrogeologico, i fondi per la manutenzione delle strade e di altre opere per i piccoli Comuni. Non si tratta di chiacchiere, ma di iniziative concrete che contribuiranno a far risollevare la Calabria dopo tanti anni di colpevole disinteresse da parte dei precedenti esecutivi nazionali». «Il premier Conte – conclude la deputata 5 stelle – ha anche ribadito che il possibile dissesto finanziario di Reggio Calabria sarebbe una ipotesi “non auspicabile”, garantendo, al contempo, l’impegno massimo del governo, e in particolare del viceministro Laura Castelli, affinché venga evitato un esito di questo tipo».
Potere al Popolo Calabria
Ieri il Palazzo della Prefettura di Reggio Calabria ha ospitato il Consiglio dei Ministri in trasferta: tra qualche selfie, una visita ai Bronzi, una sciacallata a San Ferdinando, ecco la firma sul Decreto Calabria, misura emergenziale per affrontare l’atavico bubbone della sanità calabrese. Un decreto già annunciato dalla ministro Grillo dopo che scandali e inchieste avevano ripuntato i fari nazionali sulla nostra regione e sui suoi ospedali, su un “sistema” indubbiamente infestato da infiltrazioni masso-mafiose, dove la politica tutta si è interessata più di clientele, nomine e assunzioni che del benessere dei calabresi, dove burocrati e manager sono subordinati agli interessi di chi li ha nominati. Un sistema che produce un disavanzo di circa 160 milioni di euro l’anno, e questo nonostante gli ormai 10 anni di commissariamento, perché non dobbiamo dimenticare che per il rientro del debito siamo già commissariati dal 2009. E i commissariamenti, istituto antidemocratico che purtroppo in Calabria conosciamo fin troppo bene, non hanno mai prodotto alcun passaggio positivo nella nostra regione: sono serviti solo a espropriare i territori dalla possibilità di decidere e far ulteriormente aggirare le leggi a chi avrebbe dovuto per primo farle rispettare. Certo Oliverio non è il “nostro” governatore, politicamente parlando, e la sua giunta non si è caratterizzata di sicuro per grandi avanzamenti per la nostra regione, ma non possiamo fare come Tafazzi: con questo ulteriore commissariamento non stiamo punendo il governo regionale, ma i calabresi stessi. Il decreto, nella sostanza, pone la “novità” d’imporre al commissario ad acta precisi adempimenti a scadenza fissa: ogni sei mesi! Ma cosa dovrebbe controllare il commissario in merito al lavoro dei direttori generali delle aziende sanitarie calabresi? L’andamento del piano di rientro, la quadratura dei conti, non certo la garanzia dei servizi per i calabresi, non certo i LEA il cui mancato raggiungimento diventa alibi per giustificare questa misura, senza che poi però venga proposta alcuna soluzione al riguardo. Della carenza di personale e strutture poco o nulla si dice, che poi se non si garantiscono i LEA non è, o almeno non è solo, per malagestione. Sono i tagli lineari, la chiusura dei presidi periferici, la totale incuranza delle esigenze dei territori, i principali fattori che impediscono la garanzia di un minimo standard di qualità ed efficienza dell’offerta sanitaria pubblica. Il nostro sistema di tutela della salute è un importante patrimonio di esperienze, organizzazione, servizi e assistenza; dovrebbe essere costantemente preservato e valorizzato, dovrebbe essere accudito e, ove necessario, rinnovato certamente con l’aiuto di mani esperte, ma che conoscano e soprattutto amino il territorio, e non solo siano attenti ai freddi bilanci. Non è sottraendo la sanità alla politica calabrese e concentrando il potere nelle mani del governo che risolveremo il problema: lo stiamo solo spostando, con l’aggravante che lo stiamo facendo allontanando il momento decisionale dai territori, stiamo sancendo come calabresi la nostra subalternità. E la temporaneità del Decreto non è un alibi: se lo facciamo per 18 mesi saremo pronti a farlo per sempre… Siamo di fronte, a nostro modo di vedere, all’ennesima presa in giro per questa regione, siamo concretamente davanti al rischio di vedere ulteriori chiusure di presidi sanitari nei nostri territori, ma soprattutto stiamo permettendo noi stessi, ancora una volta, che ci sia tolta la possibilità di contare, di decidere sui nostri territori, e con un governo che spinge per l’autonomia differenziata a favore delle regioni ricche c’è bisogno, e urgentemente, di un’impennata di orgoglio.
Jole Santelli, Forza Italia
“Di Salute nemmeno l’ombra, di problemi reali nella Sanità calabrese non c’è traccia. Si scorge soltanto, in maniera netta, la capacità dei governanti attuali tutt’azione e null’in testa, di essere più spregiudicati persino di chi, a suon di sprechi e clientele, ci ha fatto vergognare di essere calabresi. Il decreto Salute del Governo giallo-verde sulla Calabria ha solo il colore dei soldi. Ed ecco che i commissari che verranno scelti dal governo avranno un compenso maggiorato, non sono sufficienti infatti i 200 Mila euro di contratto per i DG prescelti dalla regione Calabria. I miracolati grillo-leghisti avranno un bonus ulteriore di 50 mila euro e se verranno da fuori Regione altri 20 mila euro ulteriori. Quindi costeranno ben 70 mila euro in più ai calabresi. Ma non è tutto: gli stessi potranno nominare sub-commissari. Inoltre, per citare alcuni particolari, 4 milioni di euro per una convenzione con Agenas ed un capitolo a parte per la spesa della GdF. Potranno acquistare da Consip o da altre Regioni configurando una gigantesca operazione di potere e interessi economici. Un poltronificio giallo-verde degno dei tempi più bui. Altro che cambiamento, il governo del Gattopardo cambia tutto perché tutto rimanga come prima ed anzi, peggio di prima, a spese degli italiani.”