Cinquefrondi, Conia a Longo: “Dimissioni un colpo di teatro” Dopo la spiegazione nel merito alla Corte dei Conti il consiglio si infiamma. Dura la reprimenda alla nota esplicativa delle dimissioni del capogruppo di Autonomamente accusato dal sindaco di convenienza politica
di Giuseppe Campisi
Cinquefrondi – Respinte al mittente le motivazioni contenute nella missiva del consigliere irrevocabilmente dimissionario Giuseppe Longo ed anticipate nella infuocata seduta consiliare di ieri. I ricordi degli abbracci e dei comizi congiunti dal palco tra i due hanno lasciato oggi il posto ad un crescendo polemico ed accusatorio infarcito di litigi reali e virtuali il cui epilogo si è consumato, forse inevitabilmente, in un giorno qualunque di un giugno neanche primaverile, nel quale il sindaco Michele Conia, parlando anche a nome della sua squadra di governo, ha bollato come un colpo di teatro grave ed offensivo le affermazioni alla base del passo di lato finale compiuto dal capogruppo di Autonomamente di abbandonare il civico consesso definita dallo stesso “scelta sofferta e meditata” al culmine di un ginepraio di polemiche protrattesi oramai da quel fatidico marzo 2018, mese nel quale maturarono le dimissioni, poi rientrate, del sindaco ed il progressivo distacco dei consiglieri Longo e Valentino dall’orbita della maggioranza. Dunque sono risultate proprio indigeste a Conia le affermazioni inerenti “attività di tipo “vessatorio dentro o fuori il Consiglio Comunale”” che l’ex vicesindaco ha usato per spiegare una scelta così dirompente invitandolo peraltro ad indicare “persone e fatti specifici soprattutto se definiti “pericolosi e vessatori”” e conseguentemente ad assumersene la responsabilità. E come era lecito aspettarsi, tra i due contendenti, sono volati stracci, parole pesanti, senza risparmio di accuse e controaccuse di vittimismo spinto e di antidemocrazia praticata e subita.
Certamente una pirotecnica fiumana di parole che – benché incentrata sulle risposte da dare alle annotazioni della Corte dei Conti, che pure ci sono state con l’annuncio, peraltro, di una possibile diminuzione delle tariffe dell’acqua nda – ha finito per catalizzare l’attenzione mediatica sull’abbandono della carica del consigliere in quota Pd. Difesa d’ufficio la presidente D’Agostino, Conia è passato al contrattacco: «il problema è forse che “qualcuno” pensava che dopo di me il buio?» è esploso il primo cittadino riferendosi alla rimpasto della sua squadra che ha comportato la riassegnazione delle deleghe, anche di quelle detenute dallo stesso Longo, trattando anche del rapporto con i gruppi di minoranza ai quali, ha affermato, di aver sempre garantito “l’agibilità politica e democratica” con un comportamento scevro di “atti vessatori nei loro confronti” ma anzi aprendosi al dialogo ed al confronto “nel supremo interesse della nostra cittadina”. La sfida si è poi spostata verso l’onere della prova di tali atteggiamenti mancando la quale “saremo costretti a tutelarci nelle sedi preposte”. Intanto, di tutta la vicenda è stata investita – come era opportuno – la Prefettura che certamente seguirà gli sviluppi di una partita che si sposta ora dal piano politico anche su quello amministrativo.
Già poiché l’istituto delle dimissioni da consigliere comunale, secondo legge, sono scelta di per sé irrevocabile una volta acquisite al protocollo dell’ente divenendo immediatamente efficaci e non consentendo alcuna possibilità di ripensamento, anzi disponendo l’immediata surroga del dimissionario che, nel caso di Longo, dovrebbe essere Antonio De Mujà (atteso che accetti la carica, nda) e che da candidato nel 2015 scriveva di volersi proporre «perché voglio continuare a dare forza ad un progetto politico per la nostra comunità che io stesso ho contribuito a scrivere e nel tempo a consolidare». Pensieri e parole che ora potrebbe essere ben lontano dal riconfermare visti i mutati rapporti – per mille motivi raffreddati – proprio con la compagine di Rinascita che, in parte e nel corso di questi anni, ha subito una evidente metamorfosi interna. «Probabilmente Longo, non avendo argomenti politici per giustificare il proprio fallimento ed i risultati di questa Amministrazione Comunale, sentendo mancare il terreno sotto i piedi, rinuncia al confronto democratico ed avvelena i pozzi con affermazioni gravissime e deliranti» ha concluso nella sua piccata replica Conia con una risposta al vetriolo, aggiungendo inoltre che “proprio in ciò risiede la differenza tra chi accoglie e sposa i principi di Rinascita con quanti invece questi principi li hanno solo evidentemente utilizzati quando ne hanno avuto convenienza.”