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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 NOVEMBRE 2024

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Calabria, nuovo scandalo nelle celle: cellulari ai detenuti La Polizia Penitenziaria ha sequestrato quattro apparecchi

Calabria, nuovo scandalo nelle celle: cellulari ai detenuti La Polizia Penitenziaria ha sequestrato quattro apparecchi
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Il personale di Polizia penitenziaria del carcere di Cosenza ha rinvenuto stamattina quattro telefoni cellulari nel corso di apposite attività di controllo e perquisizione. Ne danno notizia, con un comunicato, Giovanni Battista Durante e Damiano Bellucci, segretario generale aggiunto e segretario nazionale del Sappe.

«Questa attività, come le altre svolte dal personale del Corpo in servizio a Cosenza in diverse e più note vicende – aggiungono Durante e Bellucci – dimostrano come il Reparto sia composto da personale sano che quotidianamente, con spirito di servizio ed abnegazione, svolge, tra mille difficoltà, i propri compiti, nonostante le varie criticità, come quella della consistente carenza di personale. Tale carenza si ripercuote nell’organizzazione dei servizi e nella gestione dell’intera struttura, atteso che le unità mancanti, rispetto all’organico previsto per tutti i ruoli di 169 unità, sono oltre 30. Eccessiva è anche la presenza di detenuti rispetto alla capienza prevista. Infatti, al 30 giugno scorso, nel carcere di Cosenza erano presenti 247 detenuti, 55 dei quali stranieri, rispetto ad una capienza di 218 posti. Chiediamo che il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria assuma idonee ed urgenti iniziative per risolvere le problematiche del personale del Corpo in servizio a Cosenza, a partire dall’adeguamento dell’organico».

Il 19 giugno scorso due agenti della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Cosenza, Luigi Frassanito e Giovanni Porco, erano stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Frassanito e Porco, secondo l’accusa, avrebbero avere posto in essere, dietro corresponsione di somme di denaro o di altri benefici di vario genere, condotte finalizzate a favorire appartenenti alle cosche dìndrangheta Lanzino-Ruà-Patitucci, Bruni-Zingari e Rango-Zingari.