A Taurianova il problema dei Disabili non è un problema! Mancano centri diurni per disabili e purtroppo il peso grava sulle spalle delle famiglie. Ripetiamo: Dov’è lo stato sociale?
Qualche giorno fa abbiamo trattato la questione anziani, un problema dove in un paese che sta diventando per vecchi, non adotta misure necessaria a far sì che gli stessi possano sentirsi meno soli, e quindi avere un luogo di aggregazione dove trascorrere momenti di serenità, svago e quindi socializzazione.
Il riscontro di pubblico che ha avuto la riflessione ha introdotto tra i diversi commenti, anche la criticità dell’assistenza ai disabili. Cosa ben diversa da quello degli anziani che rivendicano un luogo fisico per incontrarsi. I disabili hanno bisogno di un centro diurno il quale possa servire a migliorare la qualità della loro vita. Così come lo sviluppo delle loro potenzialità, promuovendo e favorendone l’inserimento sociale nell’ambito del proprio contesto di vita.
Ovviamente per tali condizioni necessitano personale qualificato che sappia gestire il soggetto affetto da handicap, visto le strutture così come per gli anziani ci sarebbero anche per i disabili attraverso piccoli accorgimenti di eliminazione di alcune barriere architettoniche. E come avevamo già detto, esso è ubicato presso il Rione Bizzurro e denominato “Centro servizi avanzati laboratorio tecnologico del legno per la filiera agroalimentare e del legno”, altrimenti detto della poglia di torrone e panino con la sotizza “Legge(ndo) “associativamente” “consultando” libri per la modica cifra di…per staffisti e affini.
Ovviamente bazzecole da quattro soldi rispetto al problema che si sta trattando, dove bastava redarsi alla Regione per cercare di chiedere e di ottenere qualcosa per dare uno spicciolo di sollievo per i ragazzi affetti da disabilità come per i genitori che da soli ne sostengono l’oneroso peso.
A proposito di libri, in merito alla questione disabilità, c’è un bellissimo libro scritto da Giuseppe Pontiggia, padre di un disabile che nel suo “Nati due volte”, dove descrive con commovente passione la sua vita insieme al figlio disabile dalla nascita, le difficoltà che esso impone alla famiglia, insieme ai sacrifici in un rapporto di profonda condizione esistenziale. Un libro il quale consiglio a tutti (amministratori compresi), scritto quasi vent’anni fa, e dove è stato portato al cinema da Gianni Amelio. Pontiggia scrive, “Molte volte il disabile è commiserato e con ciò discriminato proprio da quelli che hanno paura di riconoscersi in lui, direttamente o indirettamente”. Ripartire da alcune testimonianze anche letterarie, visto che siamo una “città d’arte” che legge, vantata per l’associazionismo e la “programmazione”, soprattutto per la programmazione (Zio Sam), ecco, inseriamo questo problema che vale molto di più di una serata da orchestrali da rumore assordante o tarantelle dal provincialismo acuto.
Proprio stamani leggendo un intervento di Antonio Marziale nella qualità di Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, il quale denunciava la questione della mancata nomina degli assistenti ai bambini disabili da parte dei Comuni per l’inizio dell’anno scolastico, avvalora anzi, rimarca e peggiora di più la situazione dell’epoca in cui viviamo. Dove chi dovrebbe ricevere più attenzioni viene molto spesso dimenticato e questo non è degno di un paese civile. Marziale scrive cose che dovrebbero far riflettere, “Non è accettabile che per farraginosità burocratiche comunque aggirabili o procedure avviate in forte ritardo, magari dopo le vacanze e le feste patronali, o addirittura per disconoscenza, come quella di un assessore che mi ha risposto dicendo di non essere al corrente che le nomine spettino al comune”. Non c’è altro da aggiungere.
Il problema in essere è quello che alcune famiglie vivono sulla propria pelle, e molte volte trovano come valvola di sfogo un social perché sembra che non vengono ascoltati da chi dovrebbe farlo. Magari da chi è eletto con i loro voti, e quindi prende uno stipendio da alcuni anni (staff compreso). Lo stipendio sono soldi pubblici, quindi dei cittadini. E tale stipendio poteva essere interrotto a pochi mesi dalle elezioni se non fosse stato per un “Santo Roccu” stampelliere, altrimenti, petti gonfi, cuscinetti d’aria, sorrisi alla Madame Tussauds e “marchesati” vari, non avrebbero avuto più ragione di esistere e dimenticati (stavolta) come nessuno mai, nella storia dell’unificazione della città di Taurianova.
Purtroppo i cittadini si affidano a loro per rivendicare dei diritti che dovrebbero rientrare nella normalità. Ed è giusto che gli stessi vengono ascoltati con attenzione. Ecco, prestare orecchio a chi ha bisogno è segno di grande umanità e umiltà.
Don Chisciotte senza Mancia
(GiLar)