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Lungro, grande festa per il Centenario dell’Eparchia Presenza di Sua Santità il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I°

Lungro, grande festa per il Centenario dell’Eparchia Presenza di Sua Santità il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I°
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di Filomena Scarpati

Un evento importante nella Eparchia di Lungro darà origine a diverse pagine di Storia sia delle comunità albanesi di rito ortodosso che di quelle cattoliche di rito latino. Nei giorni 18 e 19 Settembre scorsi, ad un secolo dalla visita del precedente patriarca accolto in Italia da Papa Benedetto XV sotto il mandato del quale ebbe origine la prima Eparchia di Lungro, affidata a mons. Giovanni Mele primo Vescovo della Diocesi ortodossa di quel luogo, fondata esattamente il 13 Febbraio 1919 per gli italo albanesi dell’Italia Continentale, profughi dalla loro patria durante le persecuzioni turche che li costrinsero ad emigrare dall’Albania. Tra i profughi ricordiamo anche le suore “Piccole operaie dei Sacri Cuori” di cui è stato fondatore Francesco Maria Greco di Acri che diede vita all’ordine in quanto fin da allora, aveva intuito il bisogno di assistenza morale e spirituale da parte delle suore alle comunità albanesi del Cosentino, creando i primi contatti anche in Albania, in modo che potessero conoscere le tradizioni in loco di quel popolo. A distanza di un secolo a visitare le comunità arbereshe, è stato Bartolomeo I, che dopo essersi incontrato a Roma con Papa Francesco, ha detto, mentre officiava la Santa Messa nella cattedrale di San Nicola di Mira: “Con il Santo Padre ci unisce un amore fraterno che desideriamo vedere esteso al clero e ai fedeli delle nostre Chiese sorelle”.

Ai fedeli, ai tantissimi sindaci, al presidente della regione Calabria Mario Oliviero, al cardinale Leandro Sandri prefetto della congregazione delle Chiese Orientali, al cardinale Gualtiero Bassetti presidente della CEI, a mons. Vincenzo Bertolone arcivescovo metropolita di Catanzaro Squillace, ai vescovi di tutta la Calabria tra cui mons. Francesco Milito della diocesi Oppido-Palmi e alla comunità della stessa diocesi guidata per l’Ecumenismo da don Mimmo Caruso, Bartolomeo I, ha espresso parole di ringraziamento per essere giunti a Lungro e d’invito a mantenere l’unità tra la Chiesa Orientale e quella romana, per superare le separazioni che nei secoli passati si sono verificate. La speranza che le Chiese sorelle possano camminare assieme è data soprattutto dal rapporto di ecumenismo sincero che gli ultimi Papi, tra cui Papa Francesco, sono riusciti ad instaurare. Il clima scaturito dall’incontro di Bartolomeo I, che ha voluto visitare nei due giorni di soggiorno in Calabria oltre al museo diocesano e del Codex Purpureus Rossanensis, anche la cattedrale di Rossano e le comunità di rito greco-ortodosso di San Demetrio Corone (CS), lascia prevedere una prossima e proficua collaborazione tra le chiese cristiane presenti in Italia.

La visita del Patriarca che in pochi giorni ha ridato la speranza di una fede da vivere in comunione con le altre Chiese, darà anche gli input necessari a non creare separazioni tra gli uomini di qualsiasi credo, colore politico o nazione a cui si appartenga, rafforzando la preghiera di cui nutrirsi quotidianamente per il superamento di ogni tipo di ostacolo che viene posto all’uomo nel realizzare la vera comunione fraterna che deve porsi come base dell’incontro dei popoli che abitano la terra, per superare ogni tipo di separazioni che nei secoli sono state anche causa di violenti guerre portando distruzione e morte ovunque si siano verificate. Nella speranza che il messaggio di Bartolomeo I riesca ad abbattere ogni tipo di preclusione, avendo mostrato grande apertura verso la Chiesa fondata da Pietro fratello di Andrea, si resta in attesa che lo Spirito Santo illuminando le menti, attui la Sua opera salvifica attraverso la trasformazione dei cuori che spesso capita durante avvenimenti come quello di Lungro, utile a sancire comunione fraterna.

Ricordiamo con l’occasione le separazioni dei secoli precedenti segnate da battaglie sanguinose, tra cui la più importante del Medioevo avvenuta nel 1059 nella Vallis Salinarum (Valle di San Martino in località Taurianova – RC ) dove i Normanni capeggiati da Roberto il Guiscardo, sconfissero i Bizantini ridando potere alla Chiesa romana di rito latino. Poteri che facevano parte di Costantinopoli e delle comunità Bizantine nella nostra penisola, sin dal VII secolo dopo Cristo. Importante la partecipazione di un intero pullman di pellegrini della Piana di Gioia Tauro, guidati da Don Domenico Caruso che oltre ad essere il delegato della diocesi di Oppido-Palmi per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso è Parroco e rettore della basilica della Madonna dei Poveri di Seminara nel cui territorio è presente una chiesa di rito greco-ortodosso.