Graziano risponde a Parentela, “Mai stato contrario ai parchi” "Serve un senso civico e la natura non si tutela con i cartelli"
E chi ha mai detto che le Aree protette non creano sviluppo economico e sociale? Rispetto alla vicenda relativa alla proposta di istituzione del Parco di Monte Cocuzzo ho ribadito in modo chiarissimo che non servono riserve, non servono recinzioni o cartelli per tutelare l’ecosistema ed il patrimonio ambientale della nostra regione. Serve altro. Non capisco, allora, l’entrata a gamba tesa dell’On. Parentela che, tra l’altro, devia il ragionamento su altro e su argomenti sui quali, tra l’altro, mi trova in completa sintonia e in totale accordo: a partire dal frenare il taglio indiscriminato dei boschi per finire alla necessità di educare i cittadini ad un maggior senso civico nei confronti della natura.
È, questa, la puntualizzazione del presidente nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, già alto ufficiale del Corpo forestale dello Stato, direttore del Parco del Pollino e commissario del Parco d’Aspromonte nonché ex coordinatore nazionale della materia Parchi e Aree protette nella conferenza Stato-Regioni, rispetto alle dichiarazioni del portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, Domenico Parentela.
«Solitamente – aggiunge Graziano – non sono avvezzo ad intervenire in questioni di cui non sono informato o che non rientrano strettamente nella mia sfera professionale. Perché prima di parlare bisognerebbe documentarsi o quantomeno leggere quali siano le posizioni che si tenta di obiettare. Detto questo, non sono contrario ai Parchi, non sono contrario alle aree protette e non sono contrario a tutte quelle iniziative lodevoli che mirano a tutelare il patrimonio più importante che è stato affidato all’uomo, che è quello ambientale. E lo dico da persona che ha coordinato due dei parchi più importanti della Calabria, con risultati importanti che sono agli atti della storia, e da tecnico che ha istituito ben 5 parchi marini regionali. Tra l’altro, gli unici in Italia. Dunque, non volendo peccare di presunzione, sull’argomento non accetto lezioni da parte di nessuno. Men che meno da chi crede e pensa che facendo un’infornata di parchi e aree protette avremmo risolto il problema dei reati ambientali, dell’inquinamento e di tutta quella serie di crimini che vengono perpetrati a danno dell’ecosistema. Se questo principio fosse vero, per risolvere il problema dell’inquinamento globale basterebbe istituire un grande parco ecologico mondiale e ogni emergenza sarebbe risolta. Ovvio che non è così. È lapalissiano, però, – precisa ancora il Presidente nazionale del CCI – che prima di assumere ogni iniziativa di istituzione di un nuovo parco, come quello proposto per l’area di Monte Cocuzzo, bisognerebbe chiedersi come fare ad affrontare e risolvere le emergenze in atto. Perché il degrado ambientale in cui oggi versa quella zona non sparisce automaticamente e magicamente una volta posto il cartello “Parco di Monte Cocuzzo”. Piuttosto servirebbe che il Governo – e su questo potrebbe impegnarsi il deputato Parentela – trasferisse maggiori risorse agli organi di polizia ambientale affinché siano messe nelle possibilità di presidiare di più e meglio il territorio; o magari istituisse nuove figure che si possano dedicare alla pulizia dei boschi e alla tutela delle specie protette. Così si farebbe un ottimo servizio per l’ambiente e si dimostrerebbe vero attaccamento ad una natura, così tanto decantata ma troppo vituperata e sfregiata da violenze e dilagante incompetenza».