Giovane dottoressa di Taurianova in missione umanitaria nella Tanzania La dott.ssa Federica Martino, giovane taurianovese che ha brillantemente conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia con votazione di 110 e lode e attualmente specializzanda presso l'Università di Tor Vergata di Roma, all'ultimo anno di formazione presso l'AOU San Luigi Gonzaga di Torino
Il Consolata Hospital Ikonda è un Faith Based Hospital situato 800 Km a sud-ovest di Dar es Salaam, capitale economica della United Republic of Tanzania.
Nelle regioni sud occidentali della Tanzania sono purtroppo scarsissimi e quasi inesistenti i servizi di Otorinolaringologia mentre la patologia otorino è molto diffusa, per cui la richiesta e la necessità della presenza di questi specialisti è elevata ed essenziale per la popolazione locale.
ln questa ottica ha preso vita nel 2016, in collaborazione con un gruppo di specialisti ORL italiani volontari, il progetto “Otorino al Consolata Hospital Ikonda” con l’obiettivo di ottenere una turnazione di equipe otorino che si rechino 3-4 volte l’anno a visitare ed operare ad Ikonda.
Nell’ambito di questo progetto si è collocata la missione ORL organizzata a febbraio 2020, guidata da 4 chirurghi “senior” provenienti da varie parti d’Italia: il dott. Maurizio Catalani (Humanitas Cellini) e il Dott. Ettore Passet (Ospedale Molinette) da Torino, il Dott. Gianluca Bellocchi dal San Camillo di Roma e il Dott. Ernesto Pasquini dall’Ospedale Bellaria di Bologna, che hanno formato una equipe mista che consentisse di avere vari livelli di professionalità e la presenza di un’ anestesista e una strumentista, la Dott.ssa Elisabetta Di Caro e la Dott.ssa Antonella Calvarese, entrambe provenienti dall’Ospedale San Camillo di Roma.
Al loro fianco, la dott.ssa Silvia Sapino, specializzanda presso l’Ospedale Molinette di Torino e la dott. ssa Federica Martino, giovane taurianovese che ha brillantemente conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia con votazione di 110 e lode e attualmente specializzanda presso l’Università di Tor Vergata di Roma, all’ultimo anno di formazione presso l’AOU San Luigi Gonzaga di Torino.
Durante queste intense settimane, l’ospedale Ikonda si è trovato ad ospitare pazienti provenienti da ogni parte dello stato, che in condizioni di estrema povertà non si sono lasciati intimorire e fermare dall’attuale stagione delle piogge, dall’assenza di mezzi pubblici e dal cattivo stato delle strade, purtroppo ancora non asfaltate; pertanto, oltre alla attività ambulatoriale che ha calcolato mediamente 50 visite al giorno, sono state allestite due sale operatorie in contemporanea,per il trattamento di patologie complesse interessanti dal basicranio anteriore alla chirurgia oncologica e ricostruttiva del collo, grazie anche all’aiuto fornito dal personale locale, disponibile ad accogliere e imparare la gestione di patologie a loro sconosciute.
Per rendere tutto ciò possibile, il gruppo si è attrezzato in modo da trasportare e donare la strumentazione chirurgica necessaria: colonne e ottiche endoscopiche, set di ferri chirurgici, materiale monouso di consumo, al fine di lavorare in maggior sicurezza in una prevedibile situazione di carenza di farmaci e attrezzature alla quale ovviamente non si è abituati in Italia.
Oltre alla crescita professionale, è stato un percorso di crescita personale e umanitario, espletatosi nelle visite ai vari villaggi limitrofi e alle scuole elementari locali, dove sono stati donati giocattoli, vestiti e materiale scolastico, grazie anche alla collaborazione di diversi gruppi parrocchiali di Roma e attività commerciali della nostra piana di Gioia tauro.
Un gruppo unito dall’amicizia e dalla volontà di servire, con amore e gratuità, chi nella vita è stato meno fortunato di noi. Un’esperienza che ricorda che c’è altro oltre la propria professione, il proprio studio profumato e la logica del denaro e che ti pone davanti, invece, agli sguardi e alle paure di chi è venuto da lontano, sofferente e con pochissimi soldi in tasca, e che in un posto così vorrebbe non essersi trovato mai. Un cammino al servizio di chi canta in mezzo al fango, alla povertà ed alle malattie: “Asante sana”, che significa “grazie mille” in swahili, potendo sperimentare una gioia vera e profonda nel ricevere gratitudine sincera, perchè è nel donare che si riceve sempre di più di quanto si sia potuto dare.