Coronavirus, Conte, supereremo tutto, ma ci aspettano altri sacrifici Oggi o domani dovrebbe tenersi il discorso del presidente del consiglio sul nuovo decreto concernente la cosiddetta “Fase 2”
Dalle pagine del Corsera vengono descritti dei “retroscena” non proprio da fine della pandemia, il discorso sulla cosiddetta “Fase 2” che slitta di giorno in giorno, doveva tenersi entro questa settimana, e non è detto che sarà stasera. Ci sono troppi nodi da sciogliere.
Ancora nulla è scontato e non c’è la fine dei contagi, come di conseguenza la fine della pandemia, si muore ancora e pure tanto. Centinaia di vittime ogni giorno, non scendono sotto i quattrocento, una strage infinita.
Quello che si terrà sa sicuramente un “discorso verità” ai cittadini, su quello che ci aspetterà dopo il 4 maggio in un paese che oltre a leccarsi le ferite dovrà ricostruire un tessuto sociale ed economico finito nelle macerie.
Il nuovo decreto del presidente del Consiglio, da quello che viene scritto, “sarà molto articolato, scadenzato”, così da contenere un “programma di lunga scadenza” insieme alla verie fasi di “della vita economica e sociale del Paese”.
Il premier Conte, anticipa il Corsera con Marco Galluzzo, farà una sorta di appello alla Nazione, per dire che nel medio e lungo periodo, dove “ci attendono sacrifici, tempi duri e difficili”, soprattutto perché non è per niente facile colmare i danni fatti dal virus, “né rimettere in piedi completamente un’economia che stentava ancora a riprendersi dalle crisi del 2008 e del 2011”.
Occorre sconfiggere innanzitutto l’epidemia, passo dopo passo. Ancora siamo in seria fase emergenziale, non è un “liberi tutti”, l’Italia non può permettersi una ricaduta epidemica né allo stesso tempo un nuovo lockdown. Sarebbe la fine.
Ovviamente il premier confiderà molto sugli aiuti dell’Europa ma allo stesso tempo ammette, “nessuno purtroppo può aspettarsi soldi a pioggia, visto l’altissimo debito pubblico che dobbiamo fronteggiare”.
Nei fatti, il presidente del consiglio Giuseppe Conte, quando farà il suo discorso, si rivolgerà agli italiani, da una parte con un “messaggio di speranza”, indicando le date delle prossime riaperture, la fase delle nuove regole e delle nuove raccomandazioni, ma senza che questo sia “un liberi tutti”, evitando almeno per ora, quell’idea di normalità che tutti sperano sia a portata di mano. “È un periodo e un’emergenza che tutti supereremo se saremo in grado di fare dei sacrifici e in questo modo sconfiggere passo dopo passo l’epidemia”.
Il piano per il 4 maggio, da quello che si apprende, “non sarà comunicato ai cittadini sino a quando non avrà l’approvazione sia dei governatori delle Regioni, in modo che il Paese possa marciare in modo compatto e senza fughe in avanti, sia dei sindacati”.
Ma sarà soprattutto un piano che se dovesse avere dei nuovi contagiati o un’ipotetica ricaduta, Conte è pronto a richiudere il Paese nuovamente.
Quello che si prospetta saranno altri mesi di duri sacrifici e di grandi responsabilità (da parte di tutti), affinché si possa superare quella che oggi è la crisi che sta mettendo in ginocchio un intero pianeta.