Porto di Gioia Tauro, Saccomanno (Lega) replica ad Agostinelli Arriva la risposta dell'esponente del Carroccio dopo la dura presa di posizione del Commissario Authority , "Saccomanno ambisce alla mia poltrona"
Quando non si hanno argomentazioni serie si passa all’attacco personale! Quanto affermato da Andrea Agostinelli è spazzatura, ma proprio perché la politica è servizio pubblico è indispensabile rimettere in chiaro la verità. La Lega ha tutto il diritto di criticare la inefficienza della gestione del Porto da parte del Commissario. È questa l’azione politica diretta ad eliminare qualcosa che non ha funzionato e non può, certamente, funzionare con l’attuale miope governance. Comprendiamo gli operatori che non parlano ufficialmente per paura di ritorsioni personali, come nel caso in questione. Mi preme, però, precisare che non esiste alcun livore personale o interessi o ambizioni individuali: non ho partecipato all’ultimo bando per la nomina del presidente dell’Autorità Portuale per mia scelta del tutto privata. Quindi, nessun interesse o ambizione! Le ricordo caro commissario che sono stato l’unico ad aver partecipato al precedente bando rinunciando alla retribuzione. Forse per Lei questo è insignificante, ma per me NO. Questa è una pietra miliare del mio amore per la crescita del territorio, del porto e dell’occupazione. La sua non conoscenza della vera e adeguata governance emerge dal suo comunicato stampa dell’01.05.2020. Intanto, le è stato contestato che il porto non è solamente la “movimentazione dei teus” -per la quale attività deve ringraziarsi Gianluigi Aponte e non, certamente, chi non ha nulla a che fare con tale dinamismo-, ma una programmazione a lunga scadenza per la individuazione precisa dell’identità del porto e della sua collocazione nel tempo e nell’area del mediterraneo. Spiego cosa vuol dire, perché penso che tale pensiero sia incomprensibile per Lei Agostinelli. La crescita del porto passa attraverso la pianificazione che, allo stato, non esiste, in quanto in ben 5 anni e con poteri pieni non è stata affrontata o realizzata, seriamente, tale rilevantissima ed indispensabile programmazione. Non mi pare che si siano attratte imprese per il potenziamento delle attività e dell’occupazione. I tanti soldi spesi o che dovranno spendersi , allo stato, nulla hanno portato ai calabresi e non sappiamo se qualcosa di positivo ci sarà. Il retroporto è un cimitero e, quindi, la affermazione “né tantomeno un retroporto” dimostra, ancora una volta, la sua mancata conoscenza dei luoghi e delle condizioni di questi! Quando parla di risultati si limita, per la sua incapacità a comprendere cosa sia la gestione e crescita del porto, ad indicare l’aumento dei traffici portuali. Ma si è mai chiesto cosa porta questo ai calabresi in termini di sviluppo del territorio? Non penso. Perché, ancora una volta, dimostra di avere una visione piccola e limitata della struttura e della sua potenzialità. Ecco dov’è il suo fallimento gestionale e conseguenzialmente quello del porto. Il suo livore lo lascio a lei che pensa solo ad avere una riconferma a tutti i costi, pur essendoci delle precise limitazioni legislative, delle quali, tuttavia, parleremo più avanti.
Di seguito le parole di Andrea Agostinelli di ieri nei riguardi di Saccomanno
«Le dichiarazioni a prima firma dell’avv. Giacomo Francesco Saccomanno e della Lega Rosarno meritano una breve replica. La Politica, avvocato, è servizio pubblico non certo un veicolo per curare interessi e ambizioni individuali e il Suo antico livore nei miei confronti, che riemerge puntualmente a intervalli regolari e da ultimo nel comunicato del 30 aprile, lascia trasparire l’obiettivo mal celato dell’attacco alla mia persona. Mi accusa di non conoscere il territorio e di fare accordi con Aponte, testuale. ‘La Calabria ai calabresi’, sostenete. In più di sei anni ho conosciuto bene la realtà di questo porto e della Piana, anche senza essere “nato” qui. Ho trovato il porto in stato comatoso: traffici a picco, zero investimenti del terminalista, la macelleria sociale di 500 licenziamenti minacciati, e portati a compimento per 377 portuali. Se non ci fosse stata una coraggiosa e complicatissima messa in mora del terminalista più grande in Italia, oggi non ci sarebbe neppure una nave ormeggiata alle nostre banchine, non ci sarebbe più un porto, nè tanto meno un retroporto; non ci sarebbe il lavoro per centinaia di famiglie della Piana, nè il sostentamento, oggi garantito, per le famiglie dei 377 lavoratori prima licenziati e successivamente TUTTI reintegrati. Soprattutto, non ci sarebbe stato un investimento di oltre 140 milioni di euro, di cui più di 30 pubblici, a solo ed esclusivo vantaggio di questo territorio e della sua gente. Dei Calabresi.
Detto in estrema sintesi, se non ci fosse stato il subentro della società di Gianluigi Aponte, il Suo comunicato stampa si ridurrebbe a un chiacchiericcio incomprensibile, impudente e offensivo, che mi costringe – ahimè, necessariamente – a dedicarLe sin troppo spazio e importanza. Mi capitò tempo fa, durante la campagna elettorale, di ospitarLa nei miei uffici, Lei come al solito al seguito zelante del politico di turno, impegnatissimo al cellulare, tanto da non accorgersi che le banchine quel giorno erano piene di navi, il porto fiorente e rinato, le nuove gru cinesi appena posizionate in banchina. Non ricorda, avvocato? Le statistiche e i risultati sono pubblici e trasparenti, a disposizione di chiunque: li legga con attenzione.
È notorio il Suo trascorso (e magari anche attuale) interessamento alla poltrona presidenziale di questa Autorità Portuale, evidentemente valutato dai decisori privo dei titoli e dei requisiti richiesti per dirigere, absit injuria verbis, un porto di rilievo internazionale: al Suo attivo esisterebbe solo una breve pubblicazione sul nostro porto, peraltro collazionata nella quasi totalità con documenti ufficiali di questa Autorità Portuale.
Per concludere: sia chiaro che le critiche al mio operato, alla mia retribuzione, alle mie incapacità, alla mia mediocrità sono e saranno sempre benvenute, se costruttive e fatte nell’interesse collettivo e del Porto. Ma non possono provenire certo da specialisti del salto sul carro del vincitore, da alfieri della spartizione politica delle poltrone, magari a favore di candidati che non distinguono la differenza fra un TEU ed un contenitore. La ringrazio, comunque, per lo stimoli costante che mi offre nell’operare sempre di più e sempre meglio a beneficio di questo porto e di questa terra di Calabria”.